Liberliber ha scritto: Non ho mai sentito nessuno darsi così tante arie. E secondo me questo traspare nettamente anche dai libri scritti da Eco. A parte 'Il nome della rosa', in cui l'uso di un certo linguaggio era finalizzato alla storia, inserito splendidamente nel contesto e cmq non così autoincensante - forse perché era il primo romanzo e pure lui, Santo Cielo, sarà stato un pochino insicuro! - negli altri questa tendenza si fa non solo preponderante ed appariscente, ma anche (o per questo) decisamente fastidiosa.
Scusate ma proprio non lo sopporto.
Io ho letto i 4 romanzi di Eco, e anche i suoi 2 diari minimi. Beh leggendo questi 2 si ha l'impressione che Eco si cali spesso nei panni del buffone arcicolto, a cui piace fare il giocoliere con le proprie conoscenze per stupire. Ma Eco e' un affermato studioso di semiotica, prima di essere un romanziere! Non e' un giovin signore molto atteggiato...
Dei romanzi di Eco, solo il Pendolo di Foucault e' scritto usando termini eccessivamente criptici...ma e' un romanzo che parla di complotti cosmici! E i complottardi, e chi li ispira, usano per forza un linguaggio oscuro.
L'isola del giorno prima e' a mio parere un romanzo debole...Baudolino e' nel complesso molto divertente, anche se ha passaggi a vuoto. Ma sempre traspare la grande cultura di Eco. Ci tiene a mostrarla, secondo me giustamente

Di Baricco ho letto finora solo 2 brani di una decina di righe e l'incipit di Oceano mare...una prosa involuta, affettatamente letteraria, con aspirazioni poetiche...mi ci vorra' un enorme sforzo a leggere un romanzo scritto tutto cosi'...
Poi certo Baricco e' un gran figo e Eco e' un vecchio barbuto e sovrappeso...a un uomo e' piu' simpatico Eco
I'm out
Marcello