
Adelphi 2006, prima edizione americana 1936. Introduzione di Henry Miller
un librino Adelphi piccolopiccolo che, volendo, si legge in mezz'ora (67 pagine!), ma pieno di spunti e dalla genesi decisamente curiosa.
Haniel Long si ispira alla storia vera di Àlvar Nùñez Cabeza de Vaca, condottiero spagnolo alla guida di una disastrosa spedizione verso la Florida nel 1528: nel corso di otto anni guiderà due altri spagnoli e un moro in un viaggio attraverso il continente.
Vivendo tra gli indios muterà il proprio modo di intendere il rapporto con i popoli americani e si trasformerà in guaritore, prima di ricongiungersi con l'esercito spagnolo.
Tornare tra i suoi vecchi compagni d'arme diventerà impossibile: partito come conquistatore, Nùñez verrà addirittura imprigionato dai suoi, rimandato in Spagna e poi esiliato per le sue idee anticolonialiste che, per l'epoca, dovevano sembrare una bestemmia.
L'autore del racconto, poeta e scrittore americano, si rifà al resoconto della spedizione che fu inviato da Nùñez al re di Spagna.
Lo riscrive per dare voce a questo personaggio fuori dagli schemi raccontando l'evoluzione di questo condottiero verso un'idea del mondo talmente "moderna" e attuale da fare impressione, di cui non sapevo nulla e che invece merita di essere conosciuto.
dalla nota dell'autore: "La mia relazione non è esattamente la relazione che Nùñez inviò al re, salva restando la realtà dei fatti. Ma ritengo che sia la relazione che Nùñez avrebbe voluto far pervenire al re. (...) In altre parole, lo faccio parlare come se non avesse paura del suo re e della sua epoca"
"Quando incontrai quei predoni, mi trovai davanti il gentiluomo spagnolo che ero stato io stesso otto anni prima. Fu difficile da ammettere; lo riconobbero anche Andrés e Alonso. Cosa vi può essere di più triste, Maestà, del trovarsi faccia a faccia con il proprio sé precedente senza cuore e senza cervello?"
Ringhino veloce veloce che si legge in un momento ma che resta in mente (secondo me eh?) e che, tra l'altro, mi è stato "regalato" durante la serata bookcrossing di Bovolone del 2006, con le journal fatte da Pelodia "in diretta sul megaschermo" quindi, insomma, ci sono affezionata

Il librino viaggia da solo, senza segnalibri o quadernino, perchè vorrei facesse delle soste brevi (nei limiti del possibile...) e che viaggiasse "sicuro".
Iscrivo d'ufficio il gruppo veronese perchè ho deciso che voglio che lo leggano (e mica lo sanno, loro)
lorsignori lettori sarebbero:
rosen (verona)
tilly77 (cesena)
anatolla (roma)
shandy (busana RE)
etnagigante (catania)
gwiwenneth (macot la plagne)
masia (faenza)
il gruppo alcoolsari di verona che non lo sanno ma lo leggerano
oh sì.....
e forse ma forse dadaista (bologna/parigi/merano)