Le parole odiate sono facili da dire: tutte le orrende storpiature dell'amatissima lingua italiana, dal computerese (jumperizzazione, formattare, masterizzare ecc.) all'inglesiano:
"a domanda" per "on demand" (sarebbe a richiesta)
"confusione di cause" per "cause confusing" (sarebbe confusione di scopi)
e l'orrendo, peggiore di tutti "supportare" invece di "sostenere" 
 
poi le storpiature dell'itaGLIano:
interpetrare 
 
ricuperare 
  
 
famigliare 
 
spesse volte (nel senso di spesso, non in quello che sarebbe l'unico corretto, di "arcate massicce") 
 
eccetera...
difficile invece dire le parole che amo, che sono infinite. E poi non riuscirei a prescindere dal significato...
oggi mi piacciono tutte le parole un po' ambigue e contraddittorie, come
cangiante
crepuscolo
arcano
dissonante
perturbante
evanescenza
fruscio
domani chissà
 

 Lapis
 
			
			
									
						
							non aver paura di intraprendere qualcosa di nuovo: ricorda che l'Arca è stata costruita da dilettanti, e il Titanic da professionisti!