poesie d' A.M.O.R.E. e di V.I.T.A.

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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ms.bartleboom
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poesie d' A.M.O.R.E. e di V.I.T.A.

Messaggio da ms.bartleboom »

** ** **
... sono nuova ma ho guardato bene questo forum in questi giorni e per me, che amo spulciare , frasi, pensieri, poesie ho pensato fosse carino raccogliere con il vostro aiuto poesie d'amore e di vita.... spero che l'argomento non sia fuori luogo....

vi metto la mia preferita d' AMORE, che sicuramente conoscerete:

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
-Nazim Hikmet

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro ...[


Amo molto anche Prevert, Jimenez..

per la vita sembra banale ma l'amleto di Shakespeare mi sembra la più bella poesia sull'esistenza che sia mai stata scritta:

To be, or not to be, that is the question
Whether 'tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing, end them. To die, to sleep-
No more and by a sleep to say we end
The heart-ache, and the thousand natural shocks
That flesh is heir to; 'tis a consummation
Devoutly to be wished. To die, to sleep;
To sleep, perchance to dream. Ay, there's the rub;
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled of this mortal coil
Must give us pause - there's the respect
That makes calamity of so long life:
For who would bear the whips and scorns of time
Th'oppressor's wrong, the proud man's contumely,
The pangs of despis'd love, the laws delay,
The insolence of office, and the spurns
That patient merit of th'unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin; who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscovered country, from whose bourn
No travellers returns, puzzles the will
And make us rather bear those ills we have,
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all,
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o'er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pitch and moment
With this regard their currents turn awry,
And lose the name of action.


in inglese è più bello ma eccolo anche in italiano:

"Essere o non essere: questo è il problema: se sia più nobile all'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di problemi e combattendo disperderli.

Morire dormire; nulla più: - e con un sonno dirsi che poniamo fine al dolore e alle infinite miserie, naturale retaggio della carne, è soluzione da desiderare ardentemente.

Morire - dormire - sognare, forse: ma qui è l'ostacolo che ci trattiene: perchè in quel sonno della morte quali sogni possan venire, quando noi ci siamo sbarazzati di questo groviglio mortale: è la remora, questa, che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.

Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gl'insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, gli spasimi dell'amore disprezzato, gli indugi della legge, l'insolenza di chi è investito di una carica, e gli scherni che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale?

Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una gravosa vita, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte - la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore - confonde la volontà, e ci fa piuttosto sopportare i mali che abbiamo, che non volare verso altri che non conosciamo?
Così la coscienza ci fa tutti vigliacchi; così la tinta naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo per questo riguardo deviano il loro corso: e dell'azione perdono anche il nome"


.. buona giornata e buon fine settimana a tutti,
mrs. bartleboom ** ** **
"La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. ." A.Baricco -
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Messaggio da liberliber »

perché non le metti nelle citazioni? :wink:
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
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poesie

Messaggio da ms.bartleboom »

non le metto nelle citazioni perchè una poesia intera non è una citazione no? :eyes: mi sembra e poi qui sono divise e non tutto insieme con altri argomenti!

mrs.bartleboom
"La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. ." A.Baricco -
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Sapphire78
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Messaggio da Sapphire78 »

Bella idea bartle! Adesso ci penso per bene (quella d'ammore già la so) e poi stasera metto le mie! :D
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orsomarso
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Messaggio da orsomarso »

Bè per questa devo senz'altro ringraziare Still che me l'ha spedita

Ode alla Vita è


Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda
Forse la giovinezza è solo questo perenne amare i sensi e non pentirsi. (S.PENNA)
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Sapphire78
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lungo

Messaggio da Sapphire78 »

Poesia d'ammore:

(la metto in italiano ma in spagnolo è ancora più bella)

Mi piaci quando taci

Mi piaci quando taci perchè sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.

Poichè tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.

Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla tubante.
E mi ascolto da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.

Lascia che parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.

Mi piaci quando taci perchè sei come assente.
distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

Pablo Neruda (a cura di G.Bellini, ed. Newton, isbn 8879832980)

Una poesia per la vita (una scelta fra tante):

IL TESTAMENTO DI TITO

"Non avrai altro Dio all'infuori di me" spesso mi ha fatto pensare;
genti diverse venute dall'est dicevan che in fondo era uguale,
credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male,
credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male.

"Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano",
con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome;
ma forse era stanco, forse troppo occupato e non ascoltò il mio dolore,
ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero lo nominai invano.

"Onora il padre, onora la madre" e onora anche il loro bastone;
bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone;
quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore,
quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore.

"Ricorda di santificare le feste", facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari, sgozzati come animali,
senza finire legati agli altari, sgozzati come animali.

Il quinto dice "non devi rubare" e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato;
ma io senza legge rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio,
ma io senza legge rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio.

"Non commettere atti che non siano puri", cioè non disperdere il seme;
feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede,
poi la voglia svanisce e il figlio rimane, e tanti ne uccide la fame,
io forse ho confuso il piacere e l'amore, ma non ho creato dolore.

Il settimo dice "non ammazzare", se del cielo vuoi essere degno;
guardatela oggi questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno,
guardate la fine di quel nazareno, e un ladro non muore di meno,
guardate la fine di quel nazareno, e un ladro non muore di meno.

"Non dire falsa testimonianza" e aiutali a uccidere un uomo;
lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono,
ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore,
ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore.

"Non desiderare la roba degli altri, non desiderarne la sposa;
ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa;
nei letti degli altri già caldi d'amore non ho provato dolore,
l'invidia di ieri non è già finita, stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi,
e scivola il sole al di là delle dune a violentare altre notti,
io, nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore,
nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore.


Fabrizio De Andrè, LA BUONA NOVELLA (1970)
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docTrigor
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Messaggio da docTrigor »

Alba

Raggi dorati mi sfiorano
il viso mentre una tiepida
brezza con sé li trascina;
le ultime stelle, splendenti,
osservo nel chiarore,
lentamente, spegnersi;
profumo di rose assaporo
nell’aurora del giorno nuovo,
tu, mia alba, nel tramonto sogno.




Versi

Versi nascono da buie notti
passate a rivedere ricordi,
versi muoiono tra cupi giorni
di monotonia e solitudine;
verso corrono tra parole
inascoltate, tra note e ritmi
s'inseguono, s'infilano tra
bianche pagine e si nascondono.
Versi competono: un tuo
sorriso, il più ambito premio.


A Vouz madame et mesieur (spero che il mio francese sia corretto)
Ultima modifica di docTrigor il ven set 05, 2003 10:22 pm, modificato 1 volta in totale.
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A volte, quando entro nel mio ufficio, mi sembra di camminare in mezzo alle rovine di un'antica civiltà. Non è per il disordine che regna sovrano, ma più probabilmente perché mi ricorda le vestigia dell'essere civilizzato che io fui un tempo. (Blacksad)
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PiKo
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Messaggio da PiKo »

Quando sarai vekkia e grigia e piena di sonno,
E accanto al fuoco tentennerai, prendio questo libro,
E leggi adagio, e pensa allo sguardo soave
Ke gli okki tuoi ebbero un tempo, e alle loro ombre profonde;

E a quantio amarono i tuoi momenti di beata grazia
E amarono, con falso o vero amore, la tua bellezza,
E all'uomo ke amò, lui solo, l'anima tua viandante
E amò òa pena del tuo viso ke mutava;

E kinandoti verso i ceppi incandescenti
Mormor, un po' trstemente, come fuggì Amore
E percorse quei monti sopra di noi
E nascose il suo volto in mezzo ad una folla di stelle

("Quando sarai vecchia", W. B. Yeats)

Mi ha fatto un immenso piacere vedere la stessa poesia come frase preferita di un bookcorsaro.

PK
Credo ke il nomadismo sia la forma xfetta di comunicazione x superare ogni sbarramento. Solo ki è straniero ovunque è di casa ovunque. O il contrario.
Insomma, abbiamo una vita sola (dr. Frankenstein permettendo), non sprekiamola nella staticità.
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malesi_in_blu
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Una poesia d'amore, una di vita

Messaggio da malesi_in_blu »

La poesia d'amore che scelgo è "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale" di Eugenio Montale

- Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale -

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

***

Quella "di vita", invece, è "Bambole Kokeshi" di Banana Yoshimoto.

- Bambole Kokeshi -

Io cerco dei vestiti che siano perfetti per me, ma non li trovo da nessuna parte
forme, tessuti e colori capaci di esprimere tutto quello che ho dentro
vestiti che dicano che sono viva qui, in questo momento
provo a mettere insieme tutte le immagini che conosco, ma non funziona
in questo paese, oggi, nemmeno i miei genitori riescono a trovarli.

Come una bambola kokeshi
come un uovo sodo senza il guscio
come un feto in attesa di venire alla luce
aspetto qualcosa
come un pulcino appena nato ancora bagnato
ho il presentimento delle cose lieti e delle cose tristi che stanno per accadere
neanche questo riesco a esprimere in parole, non ancora
ma mi batte il cuore, sono viva.

In questo paese, indipendentemente da dove si nasce
siamo pressati, incalzati, costretti in una forma
anche nella più remota campagna , è un susseguirsi di stradoni diritti e anonimi
ed enormi negozi di cattivo gusto
ma se guardo il verde delle montagne fitte di alberi mi vengono le lacrime agli occhi
una piccola cascata che mi sembra un giocattolo
il colore grigio del mare tranquillo come un lago
amo questa natura delicata che c'è solo qui da noi.

Sono tempi in cui può accadere di tutto
si organizzano con grande impegno convegni in difesa degli uccellini
mentre i bambini uccidono i gatti
la gente partecipa con gioia a un'antica festa popolare portando a spalle
il palanchino sacro, e intanto qualcuno mette il veleno nel cibo di tutti
molti dicono che non sanno più in cosa credere.

Forse non c'entra molto, ma c'è la madre di una mia amica che ha sempre
le unghie perfettamente in ordine
la sua cucina, che non viene mai usata, è tutta scintillante
da loro si mangiano solo cibi comprati già pronti
in raffinati negozi di gastronomia
e pane francese che si fanno recapitare a casa appena sfornato
ma la mia amica è amata.

Mia madre è di famiglia contadina, la mia cucina è sempre schizzata di grasso
lei fa da mangiare riso bianco, tempura e verdure in salamoia, è una cuoca fantastica
anch'io sono amata.
Più che gli aspetti negativi delle differenze
conta la possibilità di coltivare l'amore e di capirsi l'uno con l'altro
la possibilità di crescere
in quest'epoca che si muove vertiginosamente, non faccio che vedere gente,
tante persone tutte diverse
e posso incontrarle senza paura, da qualunque posto vengano,
qualunque sia il loro aspetto
seguendo l'istinto, abbandonando i pregiudizi
la nostra anima diventa sempre più meravigliosa.

Mi piace
mangiare, prendermela comoda,
stare in salute,
essere approvata dagli altri, il denaro,
evitare di vedere le cose brutte,
ma non è per questo che vivo.
Per fare quello che mi interessa davvero
posso anche non mangiare, avere guai,
ammalarmi,
essere criticata, restare senza un soldo,
vedere un sacco di cose brutte
fa lo stesso.
Sono fiera di questa mia convinzione, per infantile che sia
vivere è vedere entrambi i lati delle cose
non è mica roba da poco
vorrei che tv e giornali smettessero di raccontare solo cose tristi
in questo mio nuovo viaggio
che è ancora appena all'inizio.
"Rimasi a sognare l'incubo sino alla fine e a mostrargli ancora una volta la mia fedeltà."
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Still
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Messaggio da Still »

Consiglio anch'io di spostarle su citazioni poetiche...
anche perchè l'idea è quella di raccoglierle tutte e farne un libricino da bookcrossare ...
naturalmente è ancora solo un proggetto....
http://www.bookcrossing-italy.com/BCfor ... sc&start=0
"T'amo senza sapere come, nè quando nè da dove" (P.Neruda)
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"forse mia cara maestra non ha capito..è amore mio infinito.." Bugo&Viola
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Sapphire78
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Messaggio da Sapphire78 »

' A NOTTE


' A notte. Da sotto 'a fenesta
io sento 'o remmore d' 'o mare
ca pare vulesse parlà...
Sta voce 'a cunosco...Me parla e me dice
ca tutt' 'o ricordo d' 'o tiempo felice
comm acqua che passa me 'ntosseca e va.

E' notte. Scuieto e scuntento
stu core che cerca e nun trova
se lagna ch'è stanco 'e suffrì
Appriesso a nu nomme chest'anema vola,
s'affanno s'abbatte, lle manca 'a parola,
e penza a sta vita ca more accussì.

E' notte. Int' 'a cammera sola
cu ll'ombra d' 'a lampa sbarèo...
Na faccia me pare 'e vedè...
Se move... Me ride... me guarda sperduta
po' tutt' a nu tratto ,'è già scomparuta...
E' suonno, stu suonno? E st'ombra, ched'è?

Io guardo, cu ll'uocchie abbruciate
d' 'o chianto cchiù amaro e cucente
chell'ombra che vene e po' va...
E sento cchiù forte sta voce d' 'o mare
c' 'a sott' 'a fenesta me chiamma; e me pare
ca dice "Vuò pace? T'aspetto. Sto ccà".

Sì sì! so' d' 'o stesso culore
celeste brillante e lucente
chill'uocchie ca 'o suonno me dà...
E ' o raggio d' 'a luna ca va ncopp'a st'onne
E chisto ricordo me ntosseca e va...

E' notte. Che notte 'e turmiente!
Pecché, tu, luntano, nun siente?
Pecché me fai tanto suffrì?
Te chiammo, te cerco, me manca 'a parola.
E sempe speruta chest'anema vola
e penzo a sta vita, ca more accussì.

(Ferdinado Russo, 1866-1927)


D'ammore.
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laSilla
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Messaggio da laSilla »

Ti ha chiesto... (Vladimir Holan)

Una ragazza tu ha chiesto; Che cosa è poesia?
Volevi dirle: Già il fatto che esisti,ah sì, che tu esisti,
e che nel tremore e stupore,
che sono testimonianza del miracolo,
soffrendo mi ingelosisco della tua piena bellezza,
e che non posso baciarti e con te non mi posso giacere,
e che non ho nulla, e colui che è sprovvisto di doni è costretto a cantare...

Ma non glielo hai detto, hai taciuto
e lei non ha udito quel canto...
La tragedia sta nel fatto che per fare la rivoluzione ho le unghie troppo lunghe e per realizzare sogni borghesi ho molte inclinazioni ma poco talento
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