frontiere

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venere
Corsaro
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frontiere

Messaggio da venere »

“Utopia e morte sul confine maledetto”
Un articolo di oggi che sento di voler dividere con voi e con tutte quelle persone di frontiera e con tutta quella gente che sopravvive o lotta per vivere o vive vagabonda, ma soprattutto con quella massa che non osa,non mette e non si mette in discussione,che si difende come meglio può da tutto ciò che non conosce,da tutto ciò che è diverso,da tutto ciò che può intaccare una preziosa stabilità.
"Una frontiera lunga duemila chilometri che fa sognare e morire. Messico e Stati Uniti. Più di mille messicani,lo scorso anno,sono morti di fame e di sete nel tentativo di varcarla illegalmente.Molti altri ce l’hanno fatta. Di là il Primo Mondo,l’utopia della ricchezza,di qua la solita America Latina, “Omerica Latina”direbbe Eduardo Galeano.Già cinque secoli fa abbandonata e depredata: Hernan Cortès sbarcò a Vera Cruz,in Messico,e in poco tempo la favolosa ricchezza del tesoro azteco di Montezuma raggiunse la Corona spagnola. Oggi quelle stesse frontiere geografiche vengono varcate da disperati che con poco cibo e acqua tentano la rischiosa avventura. Quella tra Messico e Stati Uniti come tutte le altre, è una frontiera che può essere ponte o barriera; ponte per incontrare o barriera per respingere.Stimola il dialogo o lo soffoca.L'Europa da sempre è terra di frontiere :geografiche,orografiche,culturali,linguistiche,etniche e psicologiche.E sempre ,inevitabilmente,mobili “Chi non le varca è destinato a restare prigioniero della propria etnosfera”dice Ryszrd Kapuscinski. Ecco perché l’uomo di frontiera ,se non è ossessionato dal problema della sua identità, è un mediatore naturale.Le frontiere hanno sempre una doppia percezione :nella realtà esterna e in quella dell’individuo, perché separano le zone oscure e recondite della nostra personalità.Varcarle significa conoscere e accettare le componenti più inquietanti e difficili dell’arcipelago che compone la nostra identità.Berlino,Trieste,Gorizia e Sarajevo sono le città oltre le quali, per tutto il secolo scorso,cominciava un’altra Europa.Il dottor Krainer,notaio Goriziano di origine austriaca ,aveva la sensazione non solo di vivere su una frontiera ma di essere una frontiera.Attraversare un confine è un atto carico di significati simbolici particolarmente rilevanti.Per il sapere antropologico il superamento di una frontiera è un rito di passaggio:il viaggio come la prova,la sofferenza,la perseveranza di fronte alle difficoltà,la capacità di adattamento contro le avversità. Abramo,Ulisse e Marco Polo sono i depositari del significato più profondo del concetto di "viaggiatore"; o "passeggero". La storia e la teologia biblica,secondo alcuni giudaisti ,si sviluppano da due verbi di moto: “andare” e “attraversare”, “andare oltre”. E,secondo la stessa Bibbia, un Dio filosoficamente statico e un uomo moralmente sedentario non avrebbero nulla da dirsi.
"When I buy a new book, I read the last page first. That way, in case I die before I finish, I know how it ends. "
"when you realize you want to spend the rest of your life with somebody, you want the rest of your life to start as soon as possible."
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Babette
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Messaggio da Babette »

Mi hai fatto ricordare che uno dei motti della Rivoluzione francese era "Cittadini del mondo"..... Era il 1789, allora esserlo doveva essere una sfida ancora più grossa: niente aereo, niente internet, niente cellulare.
Eppure oggi in barba alla globalizzazione, alla rete mondiale, all'europa unita e a tutto il resto.....una dimensione universale appare ancora più utopistica che a fine '700: le frontiere sembrano essersi moltiplicate.

L'unica forntiera che non cambia mai sembra essere quella tra povertà e ricchezza. E l'unico mezzo per tentare di varcarla sembra purtroppo ancora essere "barattare" la propria radice etnica e culturale. Perchè ti dirò che io nel cuore ho l'america latina e l'africa, che mi piace molto di più la cultura e la "forza" messicana di quella statunitense ma non riesco a non capire i messicani che tentano di passare il confine fino a rimetterci la pelle.

E forse è proprio questo che rende grande il Messico: la capacità di fare delle proprie contraddizioni un bagaglio, una risorsa dalla quale scoprire, rinascere, inventarsi. Capacità che gli americani non hanno: con una contraddizione più facile che ci facciano una bomba

Forse sono OT...ma è ciò che mi è venuto fuori. Perdono se ho varcato qualche confine :P
Un libro dovrebbe essere una sfera di luce nelle mani di chiunque (Ezra Pound)
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Santex
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Messaggio da Santex »

Imparare a rischiare, imparare a mischiare, imparare a mischiarsi, a capire che qui il pallone è uno e che ci siamo tutti sopra e che, per quanto si provi a giustificarle, le barriere ed i confini non sono qualcosa di insito nell'uomo ma qualcosa di puramente artiginale nato con il " questo è mio, questo è tuo" non è una cosa semplice... anche i genitori più emancipati, mentre cercano di educarci alla convivenza, hanno la tentazione di porci un confine, di proteggerci da un altruismo naturale dalla empatia che ci sgorga istintiva verso i nostri simili.
Ciò che ci circonda ci conferma che siamo lontani dall'essere cittadini del mondo.. eppure io penso che sia lì la nuova rivoluzione..
"Fratelli miei, non ci hanno vinti. Siamo ancora liberi di solcare il mare" Q
"La poesia è una lunga esitazione fra senso e suono"(Apollinaire)
Santex
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