"Pianoforte vendesi" - Andrea Vitali

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Towandaaa
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"Pianoforte vendesi" - Andrea Vitali

Messaggio da Towandaaa »

Strane cose possono succedere a Bellano la sera prima dell’Epifania.
Il pianista (così chiamato per le mani dalle dita affusolate ma impiegate fino a quel momento per attività molto meno nobili della musica) scoprirà di essere capace di suonare il pianoforte sotto la guida di una anziana insegnante, vivendo un’esperienza che segnerà il suo primo passo verso la probabile redenzione.
Il calzolaio indulge alla sua annuale serata di beatitudine che lo mette in contatto con i defunti e con lo spirito vivo del paese.
Il brigadiere potrà permettersi di prendere una piccola rivincita nei confronti del maresciallo, le cui certezze saranno scosse da eventi che minano la concretezza di una quotidianità piuttosto noiosa.
Ecco un altro bel quadretto di paese, dipinto da Vitali con la consueta attenzione alle note che compongono la realtà dei piccoli centri, ma con due caratteristiche diverse dai suoi romanzi più noti: l’ambientazione storica, molto più vicina a noi rispetto agli anni del ventennio in cui è solito collocare le sue storie e, soprattutto, un tocco di mistero che dà alla vicenda un sapore tutto nuovo.
Bello davvero: l’unica pecca, se vogliamo dire così, è che, trattandosi di un racconto, finisce troppo presto !
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ciucchino
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Re: "Pianoforte vendesi" - Andrea Vitali

Messaggio da ciucchino »

Un breve racconto piacevole anche se il finale è intuibile da subito.
Mi ha infastidito molto però la scelta grafica di mettere a volte sì e altre no le virgolette per i discorsi diretti: in questo modo a volte è difficile capire se si tratta di un pensiero o di un discorso durante i dialoghi.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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