

Non capisco bene l'esempio del gatto, perché anche in tedesco esiste una parola per il gatto e una per la gatta, quindi puoi risolvere in quel modo. Il problema sono appunto le parole dove il femminile non esiste, come l'unicorno in italiano.

Moderatori: liberliber, -gioRgio-, vanya
Aaaaaaaaaaaaah, che ricordi...Wiccio ha scritto:A proposito di errori di traduzione, mi sono appena imbattuto casualmente su questo libro: http://www.anobii.com/books/Dire_quasi_ ... 94fb7ad49/
Ecco l'originale:Gentile Direttore,
ho letto attentamente quanto affermato dal Ministro Zaia. Tengo a ribadire che i dialetti sono le base della nostra cultura e che il mio pensiero è stato volutamente travisato. Pensare che il Ministro dell’Istruzione non sia sensibile
(...) ad una parte così rilevante della nostra tradizione è un’accusa che respingo e che non si comprende se non ritenendola dettata da motivi di visibilità elettorale.
Da subito ho attuato provvedimenti per legare la scuola al proprio territorio.
I professori ad esempio devono sempre di più provenire dalla stessa regione nella quale insegna. Le classi inoltre non possono essere composte da più del 30% di stranieri per favorire una migliore integrazione.
Ogni regione devo poter strutturare un sistema educativa in linea con le richieste del mondo del lavoro della zona. Allo stesso modo la spinta verso il futuro e la modernizzazione non può non essere accompagnato dalla valorizzazione della cultura ivi compresa la lingua e il dialetto. Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona che abita al confine con il Veneto e che conosce bene l’eccellenza, il valore e la cultura delle persone che lo popolano.
Mariastella Gelmini
Virgilio ha scritto:Si possono citare anche le lettere pubbliche del ministro dell'istruzione?
Sarà deformazione professionale, ma a me dà un fastidio... (per non parlare di po' con l'accento, "c'è la fa" e altre amenità del genere, di cui son pieni i giornali e non solo)Tra l'altro ci sono alcuni errori grammaticali che ormai vengono considerati "giusti" e non vengono notati da nessuno: vedi "bhe/bè/beh/bhè"
di solito lo faccio anche ioIo sono solito appuntarmi i vari errori di battitura che trovo nei libri. E se si tratta di case editrici minori, glieli riporto.
Io, per esempio, non ho ancora capito quale sia la forma giusta, tant'è che solitamente uso il beh! E sempre io, spessissimo, cado dal pero usando in quanto non come locuzione limitativa ma come locuzione causale, dunque al posto di in quanto che. E' una forma talmente usata, al giorno d'oggi, che la prima volta che lessi un in quanto che pensavo fosse un errore in quanto che forma inesistente!Alliandre ha scritto:Tra l'altro ci sono alcuni errori grammaticali che ormai vengono considerati "giusti" e non vengono notati da nessuno: vedi "bhe/bè/beh/bhè"
Anche io mi sono stufato piuttosto velocemente di segnalare errori agli editori, nonostante continui imperterrito a segnarmeli su di stralci di carta o qualsivoglia materiale e oggetto mi capiti sottomano!Alliandre ha scritto:sono stancaestufa di sottolineare l'ignoranza equestre dell'editoria italiana.
Wiccio ha scritto:Errori dal libro Fotografia e pittura nel Novecento, di Claudio Marra, Bruno Mondadori, 1999, 320 pag.:
Pag. 40, r. 14: "non costutuiscono"
non costituiscono"
Pag. 44, r. 6: "per quanto riguardo"
per quanto riguarda
Pag. 68, r. 24: "messaggi incosciamente credibili"
messaggi inconsciamente credibili
Pag. 112, r. 21: "i loro obiettivo"
il loro obiettivo
Pag. 128, r. 4: "una aspetto"
un aspetto
Pag. 128, n. 4, r. 6: "si porta dietro,tale da"
si porta dietro, tale da
Pag 137, n. 8, r. 2: "in occasione dei suo"
in occasione del suo
Non credo di aver capitoAlliandre ha scritto:Éowyn, cara, parla per te![]()
Li odio(per non parlare di po' con l'accento, "c'è la fa" e altre amenità del genere, di cui son pieni i giornali e non solo)
Credo che yogi sia il termine che indica una persona che pratica yogaApplEle ha scritto:Pag. 59, r. 22: "quel suo sedere tonico da yogi."