
Ho apprezzato molto la scrittura articolata (soprattutto le metafore mai scontate) e l'ambientazione che ci riporta nella Sardegna rurale degli anni '50, un mondo che sembra lontano anni luce da noi e che fa da cornice ai due temi principali del libro: i rapporti madre-figlia (siano esse madre/figlia biologica oppure no) e l'eutanasia, quella che si pratica in silenzio, lontano dalle leggi e dal clamore delle prime pagine dei giornali, tacitamente accettata da tutti.
Discutibile l'inserimento della parentesi torinese. Io non critico tanto la presenza di questa parentesi, poiché credo che sia stata inserita dalla scrittrice per separare il "prima" e il "dopo", per giustificare in qualche modo l'evoluzione del personaggio. Tuttavia di questa parte critico aspramente
.Here be spoilersil riferimento alla violenza subita dal bambino perché non c'entra niente con il resto, sembra un episodio messo lì tanto perché la pedofilia è un tema di attualità ma non dà assolutamente un valore aggiunto e non è nemmeno fondamentale ai fini della storia in quanto poi Maria alla fine in Sardegna ci sarebbe ritornata lo stesso, indipendentemente dal licenziamento
A parte questo piccolo neo, mi è proprio piaciuto.
Sono curiosa di sentire altri pareri, se qualcuno ha letto il libro si faccia avanti...
