Benchè il tracciato sia lo stesso de "I tre moschettieri" -con intrighi, duelli, personaggi misteriosi e lunghi viaggi a cavallo- la storia porta gli ex moschettieri a dividersi in favore o in contrario della Fronda. All'interno del romanzo si trovano più "racconti nel racconto". Di sicuro il più divertente è quello che riguarda il duca di Beaufort, rinchiuso nella torre di Vincennes da Mazarino e maestro nella presa in giro di quest'ultimo. Quello avvincente è sicuramente il racconto riguardante lo spostamento dei moschettieri -divisi in coppie- verso l'Inghilterra divisa fra Cromwell e Carlo I, nel quale si insinua, non senza motivazioni, il personaggio di Mordaunt (per chi intendesse leggere il libro, non intendo svelare chi egli sia, anche se appare abbastanza chiaro fin dalle sue prime apparizioni

Fa la sua comparsa anche il Visconte di Bragelonne, che avrà una parte più corposa nel terzo romanzo (che non a caso posta il suo nome), ma che in questo racconto centrale ha sicuramente una rilevanza nella vita del taciturno moschettiere Athos.
Ottima come sempre la capacità di Dumas di accordare la finzione con la realtà sia nelle tematiche che riguardo a personaggi realmente esistiti e di sua totale invenzione. Il romanzo scorre velocemente, benchè non sia affatto breve.
Devo ammettere che ero un po' prevenuto, come spesso mi capita di essere sui sequel. In realtà questo romanzo mi è piaciuto quanto il primo, se non forse di più. Ho trovato i moschettieri cambiati in maniera "intelligente": Dumas, nell'invecchiarli, non li ha imbruttiti o banalizzati, ma li ha sviluppati smussando le loro caratteristiche giovanili, senza quindi sconvolgerli.