POMPEI,79 D.C. VENTI ORE ALLA CATASTROFE di ROBERT HARRIS

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POMPEI,79 D.C. VENTI ORE ALLA CATASTROFE di ROBERT HARRIS

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MONDADORI pagine 296; EURO 18.60
La violenta ed inarrestabile forza della natura che sconvolse
Pompei nel 79 d.C. e' riproposta, con il tono di un thriller di
grande attualita', da Robert Harris che nel romanzo 'Pompei. 79
d.C. venti ore alla catastrofe', racconta una tragedia di
duemila anni fa.
I Romani dividevano il giorno in dodici ore. La prima, Hora
prima, cominciava all'alba. L'ultima, Hora duodecima, al
tramonto. La notte era divisa in otto veglie: Vespera, Prima
Fax, Concubia e Intempesta, prima della mezzanotte; Inclinatio,
Gallicinium, Conticinium e Diluculum, dopo la mezzanotte. I
giorni della settimana erano Luna, Marte, Mercurio, Giove,
Venere, Saturno e Sole. La tragedia di Pompei avvenne nella
quarta settimana, il 24 agosto, del 79 d.C. La luce viaggiava
lentamente verso il basso, da destra a sinistra. Una falce di
nuvola luminosa, secondo la descrizione di Plinio, sembrava
strisciare lungo la parete occidentale del Vesuvio lasciando al
suo passaggio una scia di focolai. Alcuni di questi focolai
erano semplici puntini isolati e intermittenti, ville o fattorie
che bruciavano. Ma altrove ardevano intere fasce di foreste.
Falde di fiamme rosse e arancione, vivaci e guizzanti, aprivano
fori sfrangiati nelle tenebre. La falce procedette implacabile
per un tempo almeno equivalente a quello necessario per contare
fino a cento: poi ebbe un'ultima debole vampata e svani'. ''Il
prodigio si e' mosso verso una fase diversa'': disse Plinio.
Robert Harris, con esatta cognizione storica e ottimo ritmo
drammatico, racconta gli ultimi due giorni prima della
catastrofe che distrusse in venti ore una splendida citta'. Lo
scrittore, laureato alla Cambridge University, e' stato
giornalista alla Bbc, political editor dell''Observer' e uno dei
piu' noti columnist del 'Sunday Times'. Ha raggiunto il successo
con nel 1992 con 'Fatherland', successo confermato nel 1996 con
'Enigma' e nel 1998 con 'Archangel'. Prima di dedicarsi alla
narrativa ha scritto numerosi saggi, fra cui una celebre
inchiesta sui falsi diari del Fuhrer 'I diari di Hitler' (2002),
da cui e' stata tratta una fortunata serie televisiva.
In una calda giornata di fine agosto, lungo la costa i ricchi
oziano nelle ville, nelle piscine, alle terme. La fotta navale
piu' grande del mondo staziona nel porto di Miseno, nello
splendido golfo di Napoli.
In questo clima di calma apparente, narra il libro, soltanto
un uomo e' preoccupato: e' l'ingegnere Marco Attilio, da poco
nominato responsabile dell'Acqua Augusta, l'imponente acquedotto
dell'impero romano che rifornisce 250mila persone in nove citta'
del golfo. Marco Attilio si rende conto, infatti, che le
sorgenti di acqua, per la prima volta si esauriscono
all'improvviso e si mescolano alla zolfo. E' sua convizione che
a nord di Pompei, sulle pendici del Vesuvio, qualcosa di grave
sia successo nel tratto principale dell'acquedotto. Marco
Attilio promette a Plinio, famoso erudito e comandante della
flotta imperiale, che risolvera' la crisi prima che i cittadini
si ribellino. Il ritmo del racconto diventa sempre piu'
incalzante fino alla tragedia finale: e' un conto alla rovescia,
ora dopo ora, minuto dopo minuto. A capo di un gruppo di uomini,
Marco Attilio si dirige al centro di un incubo, lasciandosi
dietro, nell'ultimo giorno di Pompei una umanita' crudele e
derelitta e scoprire che ci sono forze che perfino il piu'
potente impero del mondo non e' in grado di controllare.
Per tutta la giornata l'eruzione prosegui' con terribili
esplosioni che facevano tremare il suolo. Verso sera
l'intensita' diminui' e comincio' a cadere la pioggia. L'acqua
spense le fiamme e lavo' l'aria dalla cenere, inzuppando,
racconta lo scrittore, quell'ondulato panorama grigio fatto di
basse dune e cavita' che avevano cancellatola fertile pianura di
Pompei e il suggestivo e il suggestivo litorale fra Ercolano e
Stabia. Il fiume Sarno muto' completamente il suo corso. Quando
l'aria torno' tersa riapparve il Vesuvio, ma la sua forma aveva
subito una profonda modifica: non terminava piu' con la vetta ma
con un avvallamento, come se un gigante gli avesse portato via
la sommita' con un morso. L'acqua Augusta continuo' a funzionare
per secoli. Molte furono i racconti e le voci che circolarono
nei giorni successivi. Si disse che una donna aveva dato ala
luce un bambino interamente di pietra e si noto' che anche le
rocce avevano assunto forme umane. Prodigiosi erano anche i
racconti dei sopravvissuti: uno schiavo cieco era riuscito a
fuggire da Pompei nascondendosi nella pancia di un cavallo
morto, sottraendosi cosi' al calore e alle pietre; due bei
gemellini biondi furono trovati mentre vagavano avvolti in una
tunica d'oro, incolumi, ma incapaci di parlare. Furono mandati a
Roma ed entrarono a far parte della corte imperiale. :eyes:
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