Curarsi con i libri, Ella Berthoud e Susan Elderkin

[Sonnenbarke]

Ho preso questo libro un po' per caso, lo sfogliavo ogni tanto quando andavo in libreria e mi sembrava carino, in più era piaciuto tanto a uno dei miei più cari amici, perciò ho deciso di dargli una chance.
Avevo letto in qualche recensione in rete che si trattava di un libro furbetto, o addirittura di un libro che offendeva i malati veri, con particolare riferimento a quelli affetti da malattie mentali.
Ora, a me non sembra che sia così. È un libro che si prende poco sul serio, che cerca di sdrammatizzare ma non si fa problemi a dire pane al pane e vino al vino: cioè quando si tratta di malattie serie lo dice, e non pretende veramente che i libri che elenca siano la cura per queste malattie, quanto un modo per sopportarle meglio. Si rivolge a lettori forti e dice "ehi, lettori forti, tanto avreste comunque voluto leggere un libro, perciò per affrontare meglio la malattia che avete io vi consiglio questo". E inoltre spesse volte i "malanni" che elenca non sono neanche malattie vere, ma semplici disagi, o neppure quello.
Insomma, a me è sembrato davvero molto carino, con il solo difetto, se di difetto si può parlare, che mi ha spinto ad allungare enormemente la mia wishlist già lunghissima!
Personalmente lo consiglio.

[Therese]

stavo giusto chiedendomi come fosse... fatti una domanda ed il FORUM ti risponde

[Sonnenbarke]

stavo giusto chiedendomi come fosse... fatti una domanda ed il FORUM ti risponde

[lisolachenonce]

Concordo con Therese e grazie per la dritta

[francesina]

Io ho ceduto all'acquisto non molto dopo averlo visto in libreria e da allora lo consulto spesso e con piacere. L'ho anche regalato alla mamma del mio compagno: ai lettori forti piace sempre avere nuovi suggerimenti di lettura e in questo senso Curarsi con i libri è un vero pozzo di San Patrizio!! Io vi ho trovato spunti interessanti e ho potuto conoscere autori che altrimenti avrei continuato ad ignorare.
Non è il primo libro che leggo del genere, tempo fa acquistai l'opera di Stephanie Janicot che però non ha nulla a che vedere con questo per completezza ed esaustività.
Mi fanno sorridere le critiche riportate da Sonnenbarke perché è evidente che un libro non può sostituire alcun tipo di terapia medica: può però distrarre, far riflettere, ampliare gli orizzonti, farci sentire meno soli sapendo che il problema che ci fa soffrire ci accomuna a tanti altri. Io lo vedo come un prezioso suggeritore che indica quali libri potrebbero fare al caso nostro (in base al nostro umore, o alle tematiche di cui abbiamo voglia di leggere) nella fase in cui, terminato un romanzo, riflettiamo su quale altro libro iniziare.
Inoltre, come appunto scriveva Sonnenbarke, gli autori sono stati molto precisi nel recensire i libri citati e riportarne le informazioni, ma il tono generale del volume è semiserio e la gran parte dei mali citati sono "disagi" affrontati volutamente per sdrammatizzare.
Lo consiglio anche io