
stamattina aprendo il Corriere, alla prima pagina della Sezione Cultura che cosa trovo? Un'intera pagina dedicata a bookcrossing e alle sue recensioni, con tanto di citazione di alcuni fra i nostri famosi bokcorsari-forumisti: akela, annaspace, shandy, matto (come, non sapete chi è?!



Mi permetto di copia-incollare perché già da domani, avendo il sito del Corriere una gestione dinamica, il testo rischia di non essere più reperibile online.
ciao

take care

Cresce il «bookcrossing»: ed è un boom di recensioni anonime
Prima di scambiarsi un volume, lo si giudica in poche righe.
Molte bocciature impietose, ma pure encomi ed equivoci
La comunità dei bookcorsari è sempre più folta e quella italiana è la terza al mondo. I giovani «liberatori di libri» (quelli cioè che si sono iscritti con i loro pseudonimi nel sito http://www.bookcrossing.com) conoscono bene la trafila da seguire: sanno che quando trovano un volume, dopo averlo prelevato devono registrarlo su internet inserendo tutti i dati del libro e se vogliono possono aggiungere un commento per consigliarlo o sconsigliarlo al prossimo bookcrosser prima di depositarlo in un luogo prescelto (un bar, una panchina, un treno, un negozio, insomma dove capita o dove viene concordato). Il meccanismo non è semplicissimo, però i bookcorsari non solo non demordono ma si impegnano a scrivere nel sito le loro minirecensioni, con una cura impressionante. Leggere questi commenti è un piacere al quale è difficile sottrarsi, perché la sincerità con cui vengono valutati i libri produce effetti a volte di totale sorpresa, a volte di comicità involontaria.
Per esempio, quando sotto la voce Uno, nessuno, centomila si trova questa confessione a cuore aperto della lettrice luna78, di Pordenone: «Non amo particolarmente Calvino... Ma questo libro si è rivelato più piacevole del previsto!». Sfido, è di Pirandello, verrebbe da replicare. Con tutti gli inconvenienti del caso, si trovano giudizi che non conoscono la puzza sotto il naso o le bizantine cautele tipiche della critica. Così, se per il siciliano arturo83 Seta di Baricco è «semplicemente bellissimo», nuar di Napoli non esita a definirlo «solo un artefatto esercizio di stile (riuscito male)». E se l'ultimo Strega, Non ti muovere di Margaret Mazzantini, per scely di Ventimiglia non è altro che «un libro carino», apemaia28 dice di esserne rimasta molto delusa. Il bello è che non ci sono mezze misure, in queste recensioni-bonsai. Quindi si oscilla da una completa adesione alla repulsione radicale, là dove la critica ufficiale non osa. Erri De Luca, per esempio, attrae soprattutto sentimenti estremi. A proposito di In alto a sinistra , publilia dice: «è il mio libro preferito... di quelli che cambiano la vita!» e matteolabati consiglia: «tenete in bocca le parole a lungo, sono balsamiche». Dopo aver letto Aceto, arcobaleno annaspace non riesce invece a trattenere il disappunto: «ansia, ansia e ansia! E poi non mi piacciono i libri scritti al passato remoto». E matto, di Milano, intravede ne Il contrario di uno solo «qualche frase a effetto, molto bella, e basta».
Anche i bookcorsari hanno i loro gusti. E sfogliando il sito non è difficile scoprire quali sono gli autori italiani più letti (e commentati). Al primo posto Umberto Eco (con 33 pagine di commenti), al secondo Calvino (23), poi Baricco (20), De Carlo (14), Tamaro e Camilleri (12), Dante e Pirandello (7). Il bookcrossing non è, ovviamente, roba da classici. I corsari del libro, per lo più venti e trentenni, amano più Le correzioni di Franzen (29) o Harry Potter (50, come Grisham, King e Hermann Hesse) che Fenoglio (1). La malora ? «Non me lo ricordo più... forse era un po' noioso», secondo koccinellina di Milano. Mentre Il partigiano Johnny piace molto a bobogol di Lugano: «Senza parole, capolavoro...».
Quanto a Gadda, non c'è molto da aspettarsi. La cognizione del dolore porta solo una laconica nota di servizio: «verrà spedita a rosellina62»; il Pasticciaccio è «scritto in maniera spettacolare» secondo akela. L'aggettivazione richiederebbe un capitolo a sé. Ma a parte il «mitico» Eco, lo «strano» Tabucchi, lo «psichedelico» Nove, l’«easy» Brizzi («peccato che le sue storie facciano un po' acqua», scrive ketamina di Caltanissetta), lo «stupendo e lineare» Sciascia, il «bravo» Camilleri (che «non delude mai» anche se «rasenta sempre più spesso il manierismo», secondo ilmagodilussino), il «né bello né brutto, piuttosto insignificante» De Carlo, l'«intrigante» Del Giudice (ma «l'angoscia che trasudano i suoi racconti mi inquieta», osserva wondercandy), la «triste» Tamaro (« Per voce sola è così duro e triste che devo per forza abbandonarlo», confessa paciuciu). A parte tutto, a volte, per decidere se acquistare o no un libro, è più utile leggere questi pareri che certe dottissime recensioni.