Aforismi, citazioni da libri e anche pensieri propri!

[potbook]

scusate ne ho due...esperienze di vita, avuta e data.

....il tempo guarisce dalla collera, ma non dall'odio.
Chi é in preda alla collera mira a procurare dolore alla sua vittima, vuole farla soffrire.
Chi odia é sicuro di sé, distaccato, non gli interessa se la sua vittima provi dolore o no,
purché possa annientarla.
Un uomo in collera alla fine prova pietá per chi ha offeso,
un uomo che odia non proverá mai pietá!
Aristotele detective di Margaret Doody

...la differenza tra un uomo e una donna nel gesto creativo é la seguente:
c'è sempre una donna che chiude a chiave la porta affinché il genio maschile possa esprimersi;
lo separa dal mondo,
risolve tutto per lui in modo che possa rimanere concentrato e puro,
tiene alla larga gli intrusi e le quisquilie quotidiane e
provvede a tutto all'esterno
cosicché all'interno lo spazio possa irradiare solo la sua luce.
A una donna
nessuno fa il piacere di chiudere la porta.
Se poi é madre, non riuscirá nemmeno a chiuderla da sé....
L'albergo delle donne tristi di Marcela Serrano

[orsomarso]

- Cosa fa tutto il giorno? - domandò alla fine l' argentino.
- finisco di spendere i dollari che mi dà qualche cliente, mi siedo nel mio ufficio e aspetto un altro giorno. Lei cosa farebbe?
- Non so. Lei è un tipo intelligente, si può guadagnare la vita in molti modi.
- Non ha capito? Sono stanco di tutta questa commedia. Non voglio guadagnare danaro in questa cloaca. E' inutile affannarsi. Non c'è nulla da difendere. Credo che non ci sia mai stato. Adesso tutti quanti hanno un morto in famiglia e chi non ce l' ha è solo come un cane. Questo paese è stato sommerso dalla me a già da molti anni, ma la gente diceva che l' odore che si sentiva era di margherite di campo. Quando i vietcong hanno cominciato a rimestare la me a, le cose sono cambiate. Lei ha visto gente felice da queste parti?

TRISTE, SOLITARIO Y FINAL - Osvaldo Soriano

[piccola ribelle]

….”Te ne parlerò, forse anche troppo. Ma dicevo: fuggendo ho perduto quelle carte. È stato come perdere la vita stessa”.
“Racconterai a me quello che ricordi. A me arrivano frammenti di fatti, brandelli di eventi, e io ne traggo una storia, intessuta di un disegno provvidenziale. Tu salvandomi mi hai donato il poco futuro che mi resta, e io ti ripagherò restituendoti il passato che hai perduto”.
“Ma forse la mia storia è senza senso….”.
“Non ci sono storie senza senso. E io sono uno di quegli uomini che sanno trovarlo anche là dove gli altri non lo vedono. Dopo di che la storia diventa il libro dei viventi, come una tromba squillante che fa risorgere dal sepolcro coloro che erano polvere da secoli….Solo che ci vuole tempo, bisogna considerare gli accadimenti, collegarli, scoprire i nessi, anche quelli meno visibili”…

Umberto Eco Baudolino

Con un inizio di questo genere, non aspetto che il momento di poter leggere!

[ilmagodilussino]

".....
Whenever I find myself growing grim about the mouth; whenever it is a damp, drizzly November in my soul; whenever I find myself involuntarily pausing before coffin warehouses, and bringing up the rear of every funeral I meet; and especially whenever my hypos get such an upper hand of me, that it requires a strong moral principle to prevent me from deliberately stepping into the street, and methodically knocking people's hats off -- then, I account it high time to get to sea as soon as I can. This is my substitute for pistol and ball. With a philosophical flourish Cato throws himself upon his sword; I quietly take to the ship.
....."

da Moby Dick di Herman Melville

[FrauBlucher]

"Il problema è che non solo perdo le cose, ma molto spesso credo di averle perse e invece non è vero. E quindi è sempre un doppio colpo: tragedia e poi lieto fine. Un po' spiazzante. Ma non è che il lieto fine ci salvi dalla tragedia: la tragedia c'è comunque stata, cioè noi, fino a che non ritroviamo l'oggetto perso, viviamo la tragedia di averlo perso. Possono passare pochi minuti, ma anche giorni, anni.
Anni?
E' come se a Edipo alla fine dicessero che la sua vera madre non era Giocasta. Ne sarebbe felice? Forse, ma intanto lui s'è accecato e lei s'è impiccata."

Paola Mastrocola, "Palline di pane"

[daffy76]

Nel cogliere il frutto della memoria
si corre il rischio di sciuparne il fiore. (Conrad)

[piccola ribelle]

Prima di cena Harris, George e io eravamo rissosi, irascibili e bisbetici; dopo cena rimanemmo seduti sorridendoci a vicenda e sorridendo pure al cane. Ci volevamo bene, volevamo bene a tutti. Harris, spostandosi, pestò i calli a George. Se questo fosse accaduto prima di cena, George avrebbe espresso auguri e desideri riguardo al destino di Harris in questo mondo e nel prossimo, tali da far rabbrividire un uomo serio.
Stando le cose in quel modo, disse:” Ehi, occhio, amico; bada.”
E Harris, invece di limitarsi a osservare col suo tono più villano che era difficile non pestare un qualche pezzo dei piedi di George se si aveva bisogno di muoversi entro il raggio di dieci iarde da dove lui se ne stava seduto, osservando che George non avrebbe mai dovuto andare in una barca di dimensioni normali con piedi di quella lunghezza, e invece di raccomandargli di appenderli fuoribordo come avrebbe fatto prima di cena, ora disse: “Oh, mi dispiace, vecchio mio; spero di non averti fatto male.”
E George disse - Niente affatto – che era colpa sua; e Harris disse che no, era tutta sua.
Era carino ascoltarli.

TRE UOMINI IN BARCA JEROME K. JEROME

[orsomarso]

"Stan e Ollie sono morti sfidandosi,
hanno sorriso con un gesto accigliato
e hanno rifiutato di essere afflitti.
Io voglio dire adesso a Stan
ciò che lui mi ha sempre detto
quando ci lasciavamo: <<Dio ti benedica>>."

Dick van Dyke nel suo omaggio funebre a Stan Laurel
Cimitero di Forest Lawn, febbraio 1965

-Presa dalla prefazione di un capitolo del libro di Osvaldo Soriano: Triste, solitario y final

[FrauBlucher]

"Lo guardo con grande rassegnazione. Quand'è così, non ho parole. Le parole servono all'umanità quando ne vale la pena. Le parole hanno un alto valore: sono il segno che noi abbiamo qualcosa in più rispetto agli animali. Per questo non dobbiamo sprecarle."
Paola Mastrocola, "Palline di pane"

(bello, perché mi fa tanto Nanni Moretti.. "le parole sono importanti!")

[piccola ribelle]

E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.

Jean de la Bruyere

[orsomarso]

La gente cominciò a muoversi come un formicaio in agitazione. Wayne si alzò e affrontò Marlowe.

- Non so chi è lei, ma dedicherò il resto della mia vita a cercarla.
- Non si disturbi, - disse il detective e infilò una mano in tasca. - Prenda il mio biglietto da visita.
-Lo colpisca, Marlowe, - Disse Soriano e fece un gesto col pugno.
-No. Adesso bisogna uscire di qui, - guardò Wayne.
-Arrivederci vaquero!

Osvaldo Soriano - Triste, solitario y final

[distico]

Il pesce non pensa, perchè il pesce sa.

Branchie - ammaniti

[piccola ribelle]

Una bugia cos'è?
Non altro, in fondo, che verità in maschera.

Byron, Don Giovanni

[orsomarso]

La luce pallida e fissa dell' altra candela sembrava una macchia gialla, vista attraverso la porta della stanza da letto. Soriano entrò nella stanza e vide il suo compagno seduto con la faccia tra le manio. La candela era a a terra, come se qualcuno l' avesse abbandonata. L'argentino sollevò la sua luce e sentì che il silenzio del suo amico era un carico molto pesante per quella casa buia, che la tragedia lo aveva abbracciato, alla fine e per sempre, da quel corpo piccolo, delicato, adesso rigido, che il detecive aveva lascaito cadere sulle proprie gambe. La testa del gatto pendeva sulle ginocchia di Mrlowe e gli occhi erano aperti, anche se non avevano più colore. La coda era come il contrappeso di un orologio a pendolo, sfascaito.

OSVALDO SORIANO - Triste, solitario y final

[orsomarso]

La luce scivolava attraverso le persiane. I due uomini si erano addormentati: Soriano sul divano e Marlowe in una vecchia poltrona, che aveva due macchie di caffè su un bracciolo. La luce divenne più brillante quando il sole cominciò a battere sulle finestre. Il detective si svegliò due volte, scosso da incubi. Quando si riaddormentava, il filo delle storie si ariannodava nel punto esatto in cui era stato interrotto dal risveglio, come se fosse il capitolo successivo di un romanzo da due soldi.

Osvaldo Soriano - Triste, Solitario y final

[piccola ribelle]

Mi sembra sempre di stare facendo più di quanto non debba. Non ho nulla contro il lavoro, intendiamoci; il lavoro mi piace, mi affascina. Posso restare a guardarlo per ore. E mi piace tenermelo accanto: l’idea di separarmene quasi mi spezza il cuore.
Il lavoro per me non è mai troppo; accumularne è diventata per me quasi una passione; il mio studio ormai è così pieno di lavoro, che difficilmente si potrebbe trovare un angolo dove mettercene ancora. Presto dovrò aprire una nuova ala.
E lo tratto anche con cura, il mio lavoro. Una parte del lavoro che ho da me si trova in mio possesso da anni e anni, e sopra non ha nemmeno una ditata. Sono estremamente orgoglioso del mio lavoro; di tanto in tanto lo tiro fuori e lo spolvero. Nessuno tiene il proprio lavoro in uno stato di conservazione migliore di come faccio io.
Ma per quanto ne sia avido, mi piace essere giusto. Non ne chiedo più di quanto non me ne spetti.
Tuttavia mi accade di ottenerne senza chiederlo – così, almeno, mi sembra – e questo mi preoccupa.
George dice che non pensa che me ne debba angustiare. Secondo lui è la mia natura scrupolosa a indurmi a credere di averne più del necessario, mentre, al contrario, non ne ho nemmeno la metà di quello che dovrei. Ma scommetto che lo dice soltanto per confortarmi.

Tre uomini in barca Jerome K. Jerome

[Anivas Haller]

Scusate una new entry... mi pare a pagina 7 c'era un messaggio di Xenia del 3 settembre che parlava di libri come fuga... ma poi nn hai + detto l'autore! Magari lo conoscete tutti... lo dite anche a me? Per le mie citazioni rimando a quando ho l'agenda sotto mano

[piccola ribelle]

Gli uomini si vergognano, non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono. Però ad ottenere che gl’ingiuriatori si vergognino, non v’è altra via, che di rendere loro il cambio.

Giacomo Leopardi

[orsomarso]

"Ciao", salutò lui chiudendo la porta alle sue spalle.
Si trattenne per un momento a guardare Polly Chalmers allontanarsi mentre tornava a infilarsi i guanti su quelle mani così deformi da contrastare vistosamente con tutto il resto di lei, aggraziato e assettato con tanto gusto, se prorpio non si poteva parlare di fascino ammaliatore. Il sorriso di Gaunt si accentuò. Quando le sue labbra si separarono, esponendo i denti irregolari, il sorriso divenne rapace.
"Andrai bene", mormorò nel negozio deserto. "Andrai benissimo." Le sue labbra si arriciarono ancora di più, mostrando ora gengive così scure da apparire livide, come ecchimosi fresche, e cominciò a ridere.

Stephen King - Cose preziose

[johnnyfichte]

"Why do people travel to admire the glaciers, why do they chase the kilometers
down the throat of the distance covered, why this expenditure of energy? Step up
closer, ladies and gentlemen, you too, my child, to see the last mythic remains: a
director! I promise all the titillation and sensation in the world."

Martin Kessel "Herr Brecher's fiasco"

trad. "Perchè la gente viaggia per ammirare i ghiacciai, perchè inseguono i kilometri nella gola della distanza coperta, perchè questo spreco di energia ? Avvicinatevi, signore e signori, anche tu ragazzo mio, a vedere l'ultima mitica rovina: un capo!"