Massacro in Ossezia

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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Still
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Messaggio da Still »

Tv e Bambini, io ci sono dentro e mi capita spesso di rimanere spiazzata non sono stata educata alla censura così quello che mi preoccupa di più è l'assenza naturale di un filtro critico perchè i bimbi non lo hanno ed a me la lavagna divisa in due Buoni o Cattivi mi ha sempre spaventato molto.
La realtà che arriva attraverso i media è più o meno così: da una parte i buoni (senza ombra di dubbio, totalmente buoni)
e dall'altra parte i cattivi (senza ombra di dubbio, totalmente cattivi ).
Solo con l'informazione, le letture le ricerche alternative (... che si sviluppano con la crescita) si possono carpire le sfumature nel mezzo
tutto questo perchè la morte è atroce sempre e comunque per tutte le popolazioni
"T'amo senza sapere come, nè quando nè da dove" (P.Neruda)
Love&Peace
"forse mia cara maestra non ha capito..è amore mio infinito.." Bugo&Viola
johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Babette e Merz CLAP CLAP

Ho sentito nel cuore il rumore che fa una freccia che colpisce secca secca il centro perfetto del bersaglio.

Toc!

Non voglio dimenticare che questi atti terroristici sono di fatto degli autogol da parte di chi li compie e andrebbe indagata a fondo l'esistenza di relazioni con i VERI BENEFICIARI di queste operazioni e dei bombardamenti mediatici che ne seguono: i nomi sono quelli sporchissimi di gente adusa da sempre al conflitto di interessi e all'abuso

Putin
Bush
Berlusconi

Vedete nomi tipo "Madre Maria Teresa di Calcutta" nella lista ? NO DI SICURO.

Un ennesimo dubbio: ma se questo Esercito Islamico che ha amazzato Baldoni ha tanto a cuore l'Iraq, PERCHE' NON MENZIONA NEANCHE UNA VOLTA LA POSSIBILITA' CHE L'IRAQ COME STATO SOVRANO ADERISCA AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEI CRIMINI DI GUERRA ?

http://electroniciraq.net/news/1571.shtml

La mia risposta umile umile: IMHO a Bush non va, e questi terroristi sono contro Bush solo per scopi mediatici... E' la tecnica drammaturgica e Shakespeariana del "foil": il personaggio accostato al protagonista, i cui difetti plateali e grotteschi servono SOLO AD ESALTARE LE VIRTU' DEL PROTAGONISTA.

Bush, Berlusconi, Putin e Sharon... non saranno mica protagonisti shakespeariani a cui servono 4 foil per imbellettare le loro truci facce davanti al pubblico ? Devo rischiare la salute mentale di un bambino sulla strada che conduce SOLO alla loro "glorificazione terrena" di Grandi Statisti e Salvatori della Patria ?

IMHO, no.

Non merita.

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

PS
I miei genitori durante la guerra di mafia degli anni 90 a Gela mi hanno molto aiutato a ragionare, a digerire... e non ero neanche un bambino.

Ma la sofferenza quando è troppa è troppa.

E nonostante il loro magnifico aiuto che dura tuttoggi, vedere troppo mi ha solo (e per un lungo periodo) INCORAGGIATO A MEDITARE CONCRETAMENTE IL SUICIDIO. Sono serio. Qualsiasi autore letterario o filosofo che si esprimesse a favore del suicidio mi destava immediatamente simpatia. Non vedevo altro. E i miei genitori sono persone magnifiche, religiose, impegnate nel volontariato, sensibili, amorevoli... Figurarsi un bambino che i genitori non li ha o non così fantastici... quanto è esposto esattamente ?

:silenced:

Leggete la biografia di Carmelo Bene, se volete vedere riflesso nel fondo del lago l'animo di chi si considera "abortito, e non nato" e che vede la maternità come "un 'presunto' dono, non richiesto e non desiderato perchè non desiderabile"... Come è cresciuto Bene ? Tra genitori sensibili, ma esposto alle bombe e agli shock della seconda guerra mondiale.

Adoro l'anima ferita di Carmelo Bene, e sono certo che i recenti fatti produrranno un fiume di anime siffatte... speriamo nessuno di queste passi da "distruggere il teatro" a "distruggere il prossimo"...

:silenced:

:think:

"Sinite parvulos venire ad me"
Yoshua, un mio coetaneo ebreo di 2000 anni fa
:cry:
:eh?:
:suspect:

:mrgreen:
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il male spinga il violento alla rovina.
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Meletta
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Messaggio da Meletta »

Io sono uno che non ha mai finito una scuola in vita sua
Uno che ha sempre pagato per le malefatte altrui
ma ora vengo a te, Beslan,
per imparare davanti alle rovine della scuola tua.

Beslan, lo so, sono un cattivo padre io,
ma davvero dovrò assistere
alla fine di tutti i cinque figli miei
sopravvivendo nella vecchiaia per castigo?

Lo so, non sono in una città straniera
mentre cerco il mio cuore tra i fiotti del dolore
inciso goffamente col coltello
in quell'ultimo banco bruciato della scuola.

Che cosa sarai mai in Russia tu, o poeta?
Paragonato al tritolo, sei un moscerino.
E non abbiamo oggi scusa alcuna
se sulla terra tutto questo accade.

Come ad un tratto lì a Belsan tutto si fonde ancora:
l'inafferrabilità, il caos, l'orrore
l'imperizia di saper salvare senza fare vittime
e al tempo stesso tutte quelle storie di coraggio.

E il passato, guardandoci, trema
e il futuro, promessa innocente,
tra i cespugli si sottrae al presente
che gli spara alla schiena.

Ma la mezza luna abbraccia la croce.
Tra i banchi bruciati e tra i cespugli
come fratelli vagano Maometto e Cristo
raccogliendo dei bambini i pezzi.

Oh Dio dai tanti nomi, abbracciaci tutti!
Che davvero dovremo seppellire senza gloria
accanto ai bambini di ogni credo
noi stessi nel cimitero di Beslan?

Quando andavano i convogli in Kazakhstan,
stracolmi di ceceni ammassati l'un sull'altro,
il terrore futuro si stava generando là,
nel liquido amniotico di quei nascituri.

Laggiù, in quella prima culla sempre più cattivi,
si stringevano loro, felici di nascondersi così,
eppur sentivano attraverso il grembo della madre

il calcio dei fucili sulle teste.

E certo non pregavano Mosca
che li confinava nella steppa, dove tutto è piatto e spoglio,
come se per incanto sulla terra
Satana avesse cancellato i monti antichi.

Ma la lama ricurva della luna, lì
tra le fessure nei tetti delle case di terra
ricordava loro il segreto dell'Islam
tra gli slogan sovietici dell'inganno

E l'arroganza plebea di Eltsin,
e la fanfaronata di Graciov su quella "guerra-lampo"
li spinsero poi verso i primi attentati,,
e allora alla guerra non ci fu più scampo...

Le kamikaze cecene portano esplosioni sul petto,
alla vita, e al posto della collana al collo.
E come sempre, tanti più morti si lasciano alle spalle
tanto più basso è il prezzo della vita.

Com'è cambiato il volto del firmamento,
la tenebra a Beslan esplode solo per i tank,
e ha sussultato al pensiero della fine
in quella scuola e il quel campo di basket laggiù
la mina innescata da Stalin.

Ma a niente serve la vendetta.
Salvaci, Dio dai molti nomi, dalla vendetta.
Finché ci sono ancora bimbi vivi,
non ci dimentichiamo la parola "insieme".

Nessuno di noi è eroe da solo,
ma dinnanzi alla nuda verità tutti noi siamo nudi.
Io sto insieme ai bambini bruciati.
Sono anch'io uno di loro... Uno della scuola di Beslan.

Evghenij Evtushenko
E la strada magari sarà sempre la stessa. Ma sarà tutto un altro viaggio.


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johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Grazie, Evghenij, Meletta.

:cry:

:?

:wink:

:D

:P

Grazie :yes!:
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tostoini
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Messaggio da tostoini »

Lo so che è una domanda un pò idiota e grondante ingenuità però mi viene da chiedere...possibile che non ci sia niente da fare, che un'opinione pubblica mondiale che la guerra non la vuole, che non concorda sui metodi utilizzati nella cosiddetta lotta al terrorismo internazionale non conti davvero nulla? Che continueranno a morire bambini, e adulti, perchè una piccola vita importa quanto una grande, per qualcosa che non hanno voluto?
Non riesco a credere che tutta questa gente non conti davvero nulla..
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°
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akela
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Messaggio da akela »

testuggine ha scritto:possibile che non ci sia niente da fare, che un'opinione pubblica mondiale che la guerra non la vuole, che non concorda sui metodi utilizzati nella cosiddetta lotta al terrorismo internazionale non conti davvero nulla?
La storia direbbe "Ci stiamo lavorando". :)
Nel corso dei millenni, si sono succedute terribili azioni umane, uomini al servizio del potere radere al suolo intere nazioni di donne e bambini. Le Beslan erano migliaia.
Da qualche secolo a questa parte, io vedo del movimento: il popolo prende coscienza di sè stesso: la "società civile" citata dal nobile-borghese Alexis De Tocqueville; il proletariato citato dal comunista Marx; la "società democratica" di cui il nobile-illuminato Montesquieu parla... La gente conta sempre di più, anche grazie allo sviluppo dei mezzi d'informazione. I potenti devono sempre più fare i conti con le esigenze di libertà, giustizia e pace delle masse.
Certo, manca ancora molto ad un popolo realmente sovrano, un popolo che ha la forza di evitare ogni possibile Beslan, ma siamo in cammino. :yes!:
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invisigot
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Messaggio da invisigot »

risvolti inquietanti del massacro in Ossezia...


Da una articolo di Thérese Obrecht, Le Temps.

Anna Politkovskaja (nella foto) è una giornalista russa del settimanale Novaja Gazeta che dal 1999 segue il conflitto ceceno con un coraggio senza pari. Da lungo tempo è considerata nemica personale del presidente Vladimir Putin.
Malgrado le minacce di morte ricevute in passato, Politkovskaja ha continuato a seguire il conflitto ceceno. La scorsa settimana le è stato impedito di raggiungere Beslan. Il 1 settembre, Anna Politkovskaja ha fatto di tutto per negoziare la liberazione degli ostaggi. Si è rivolta anche ad Achmed Zakaev, il rappresentante a Londra del presidente Aslan Maschadov.
La sera, la giornalista ha deciso di raggiungere Beslan dall’aeroporto Vnukovo, a Mosca. Per tre volte i voli sui quali doveva imbarcarsi sono stati annullati. Alla fine è riuscita a salire su un volo della compagnia Karat diretto a Rostov sul Don. A bordo non ha mangiato nulla, ma ha bevuto una tazza di tè servita da un’assistente di volo. Dieci minuti dopo ha perso conoscenza. Al suo arrivo a Rostov è stata ricoverata d’urgenza e i medici l’hanno salvata in extremis. È uscita dal coma ventiquattr’ore dopo.
Diagnosi: avvelenamento.
L’esito delle analisi del laboratorio medico di Rostov non sono ancora note, ma i primi risultati degli esami che le sono stati fatti all’aeroporto sono stati distrutti per ragioni ancora non chiarite.
Solo dopo l’epilogo sanguinoso del sequestro di Beslan, e grazie all’intervento di alcuni banchieri russi, Anna Politkovskaja ha potuto essere trasferita a Mosca su un volo privato.
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Pa
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Messaggio da Pa »

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[b]Mosca, 7 settembre 2004: La convocazione   [/b]

di   Gustavo Flobert

10 Sep 2004 
 La tragedia di Beslan, fra i molti aspetti orrendi, ha avuto anche un lato che rasenta l’assurdo letterario. La grande manifestazione popolare del 7 settembre a Mosca ha avuto l’adesione spontanea di centinaia di migliaia di persone. Ma il Mossovet, il Comune di Mosca, è rimasto ai tempi di allora. Alla burocrazia. Agli ukaze. E ha mandato agli abitanti della capitale l’invito di convocazione per la grande manifestazione di protesta. Una convocazione scritta su carta che, riprodotta, pubblichiamo integralmente e in esclusiva all'interno dell'articolo.

Come se si trattasse della vecchia parata del Primo Maggio, con la convocazione dei Consigli di Fabbrica e dei Consigli di Quartiere, con l’ordine del Partito diramato ai Capicasa e ai Commissari Politici. 

Ecco dunque il foglio con cui, da via Kurgan 8, il responsabile dell’amministrazione Sciarafetdinov invita le persone e le organizzazioni a partecipare al grande "anti-terroristiceski meeting", che si svolgerà dalle 15 del 7 settembre nel quartiere centralissimo di Kitai Gorod, a un passo dal Cremlino. 

Perché questo foglio per una manifestazione che ha raccolto l’adesione spontanea della popolazione? Semplice. Perché c’era il timore sovietico che, senza convocazione ufficiale, la popolazione non si sarebbe mossa spontaneamente. E Mosca avrebbe fatto una brutta figura. 

Invece, la brutta figura l’ha fatta l’amministrazione. Di convocazioni, nella Russia di oggi, non c’è bisogno. Di fronte a tragedie come quella di Beslan, l’anima russa" — quel sentimento profondo e umano che è nascosto nelle corde di tutto il Paese — sa venire fuori da sola. 

Gustavo Flobert
g.flobert@reporterassociati.org

 
Il nostro compito e' guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere piu' semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.
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Merzh00
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Messaggio da Merzh00 »

Al caso della Politkovskaja aggiungo quello di Shakirov....
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Putin avvia la stretta sui media
Licenziato il direttore delle Izvestija per le critiche rivolte su Beslan. Arrestato il capo della tv Al Arabiya a Mosca. Il presidente chiede unità nazionale, spaventato dalle proteste in Ossezia
ASTRIT DAKLI
Erano in corso i funerali di massa delle vittime di Beslan, ieri mattina, quando il direttore delle Izvestija, Raf Shakirov, è stato licenziato senza preavviso dalla società editrice del giornale (un tempo organo del Soviet supremo dell'Urss). Il suo unico commento, in una breve intervista radiofonica, è stato: «L'editore non era soddisfatto del modo in cui abbiamo seguito gli avvenimenti di Beslan». Muti i colleghi. Quanti altri seguiranno la sua sorte nei prossimi giorni? C'è da essere molto, molto preoccupati per la sorte di quel che resta della libertà di espressione. Il presidente russo ha annunciato sabato - freddo e impietrito davanti alla bandiera in un solenne quanto raro discorso alla nazione - che d'ora in avanti la lotta ai terroristi diventerà molto più dura, perché «non abbiamo saputo difendere il nostro popolo... siamo stati deboli, e i deboli perdono». Un'affermazione inedita, sulle labbra di Putin: un'autocritica pesante, per chi ha costruito il proprio potere all'insegna dell'intransigenza e della forza, ma chiaramente finalizzata a un rilancio in grande stile - proprio come George W. Bush e i suoi hanno fatto dopo l'11 settembre 2001. E in effetti forse davvero oggi si può parlare della tragedia di Beslan come di un «11/9 russo», per le conseguenze che avrà più ancora che per le sue dimensioni.

Putin ha affermato ovviamente che tutti i nuovi provvedimenti che verranno presi, tutta la «nuova impostazione» della lotta al terrorismo, avverranno «nel rispetto della costituzione»: ma già il precisarlo suona minaccioso; e i suoi ripetuti riferimenti alla assoluta necessità di «consolidare l'unità nazionale», di «restare insieme per sconfiggere il nemico» lasciano intendere tra le righe che ben poco spazio verrà lasciato al dissenso e alla critica.

Il colpo alle Izvestija a poco più di ventiquattr'ore di distanza non è un segnale tranquillizzante, anche a non voler prendere troppo sul serio (ma ce ne sarebbe motivo) il presunto tentativo di avvelenamento di Anna Politkovskaja e l'arresto di Andrej Babitsky, due giornalisti noti per la loro severa critica della politica russa in Cecenia. O, a completare il quadro, l'arresto di due reporter georgiani alla periferia di Beslan e quello, appena messo piede a Mosca, del responsabile dell'ufficio locale della tv Al Arabiya. Amr Abdel Hamid, egiziano di nazionalità russa, era appena tornato dall'Ossezia. Dalle autorità nessun dettaglio sui motivi del fermo.

Shakirov non era certo un giornalista qualunque, sacrificabile con disinvoltura, ma uno dei nomi più «pesanti» dell'arcipelago dei media nazionali russi, già ai vertici del secondo canale tv Rtr, poi direttore di Kommersant, quindi fondatore di Gazeta (quando Kommersant finì nelle mani del tycoon Boris Berezovsky). Se è stato licenziato in tronco è perché i padroni del suo giornale devono essere veramente preoccupati. Per se stessi.

Le Izvestija hanno in qualche modo «guidato la carica» dei media nella critica a Vladimir Putin e in genere alle autorità e ai servizi di sicurezza, fin dal primo giorno della crisi degli ostaggi: hanno sottolineato impietosamente le falle aperte nella prevenzione del terrorismo, l'incapacità del potere di affrontarne le cause, l'inettitudine nel fronteggiarne gli effetti. Anche se la maggior parte delle tv ha finito per mantenere una linea molto prudente (ma qualche frecciata è passata lo stesso, come qualche immagine un po' troppo rivelatrice), diversi giornali hanno avuto coraggio di porre domande assai scomode circa il comportamento del regime e l'ennesima disastrosa prova dei suoi apparati di difesa e sicurezza.

Quanto basta per allarmare moltissimo il leader del Cremlino - o quantomeno la cerchia ristretta dei suoi collaboratori, che per la prima volta hanno potuto vedere a Beslan e nella capitale osseta Vladikavkaz un'aperta, aspra protesta di massa, con la folla infuriata e minacciosa pronta a sovrastare con le sue grida i discorsi dei leader di solito accolti con indifferenza. Quella rabbia va incanalata e gestita, deve pensare Putin, prima che contagi tutto il paese e investa in modo dirompente anche il vertice: e per far questo occorre «unità nazionale». Se i media rompono questa unità e cominciano a seminare dubbi e risentimenti, potrebbe essere il disastro.

Alcuni dubbi e critiche saranno ovviamente fatti propri dal Cremlino: una catastrofe così grave dei servizi di sicurezza non può restare senza una catena di ripercussioni nei gradi medio alti. Rimozioni e «riforme» arriveranno presto, ma difficilmente serviranno a calmare gli animi.

Non è solo questione di potere: Putin ha anche ragione quando paventa «attacchi che spingerebbero milioni di cittadini in una serie di sanguinosi conflitti» e quando ammonisce (come ha fatto sabato mattina a Beslan) che «chiunque cerchi di compiere vendette o ritorsioni sarà trattato come un complice dei terroristi». In effetti il rischio che l'Ossezia, dopo il dolore spaventoso, diventi la base per incontrollabili vendette contro i civili ceceni e soprattutto ingusci è molto alto. In Ossezia, nella zona di Prigorodny (periferia di Vladikavkaz), vivono decine di migliaia di ingusci, già protagonisti nel `92 di una breve e sanguinosa (600 morti) guerra civile con gli osseti; le due repubbliche sono confinanti e le rispettive capitali distanti pochi chilometri; il capo del commando terrorista - a quanto pare, anche se conferme vere non ce ne sono - era un inguscio, Magomed Yevloyev, da anni arruolato nella guerriglia cecena. Non ci vuol grande fantasia per immaginare scenari di futuri massacri.

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il manifesto - 07 Settembre 2004
johnnyfichte
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Sabato 23 ottobre alle ore 11.10 sul canale satellitare RaiNews24 va in onda "Macrosfera", la trasmissione di politica internazionale realizzata in collaborazione con Limes. Si discuterà della situazione in Cecenia e nel Caucaso dopo la tragedia di Beslan; ospite in studio Mauro De Bonis.
Sul sito di Macrosfera http://www.rainews24.it/ran24/magazine/ ... efault.htmè possibile consultare alcuni materiali. Macrosfera è in onda ogni sabato alle 11.10 e viene replicata il sabato alle 16.10 e alle 23.10, la domenica alle 03.10 e alle 13.10, il lunedì alle 01.10. RaiNews24 è visibile gratuitamente su tutte le piattaforme satellitari e in chiaro su RaiTre dalle 01:00 alle 08:15 circa.
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