Io proprio non riesco a vederci niente di male, in questo...silviazza ha scritto:appunto per la priorità delle materie umanistiche in tutte le scuole
w la ricerca
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Io sì invece, perché le materie umanistiche non possono mancare, non devono essere trattate con superficialità, ma una persona deve avere il diritto di scegliere una scuola in cui si dia priorità alle materie scientifiche se il suo interesse è quello... io mi sento un ibrido, infatti le mie conoscenze umanistiche non sono granché (soprattutto grazie ad uno scarsissimo insegnante di storia e filosofia), ma il liceo scientifico non mi ha dato granché neanche in termini scientifici, nonostante io abbia scelto una sperimentazione che aumentava le ore di matematica e fisica (anche se credo che le ore di italiano+latino fossero comunque di più).
Per non parlare della mia prof di scienze che era convinta che di quelle cose non capissi niente
Per non parlare della mia prof di scienze che era convinta che di quelle cose non capissi niente



- Marcello Basie
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Nel mio liceo, latino era una materia considerata fondamentale al pari se non piu' di matematica, e questo era confermato ai miei occhi dal numero di esami di riparazione nelle due materie; la mia ipotesi e' che piu' una materia e' considerata "secondaria" e piu' i programmi e le valutazioni si ammorbidiscono (un altro paragone, sempre nel mio liceo, era tra latino e inglese: le insufficienze nella seconda materia erano una piccola percentuale di quelle in latino) ma potrebbe anche essere un'ipotesi falsa
Nel programma di Iacona si presentava continuamente il paragone con gli Stati Uniti. La' la ricerca scientifica, come si capiva chiaramente, e' ai massimi livelli (e non solo grazie ai ricercatori importati). Tuttavia i loro sistemi universitario e scolastico in generale sono molto imperfetti, considerati con gli occhi italiani. Le materie umanistiche poi sono decisamente trascurate rispetto all'Italia. Non c'e' quindi evidenza di correlazione tra qualita' di ricerca e livello di istruzione generale. Ci potrebbe essere invece tra "considerazione" sociale della scienza e livello di ricerca: nei paesi dove la scienza e' considerata importante, e' piu' facile creare un sistema che generi ricerca ad alto livello.

Nel programma di Iacona si presentava continuamente il paragone con gli Stati Uniti. La' la ricerca scientifica, come si capiva chiaramente, e' ai massimi livelli (e non solo grazie ai ricercatori importati). Tuttavia i loro sistemi universitario e scolastico in generale sono molto imperfetti, considerati con gli occhi italiani. Le materie umanistiche poi sono decisamente trascurate rispetto all'Italia. Non c'e' quindi evidenza di correlazione tra qualita' di ricerca e livello di istruzione generale. Ci potrebbe essere invece tra "considerazione" sociale della scienza e livello di ricerca: nei paesi dove la scienza e' considerata importante, e' piu' facile creare un sistema che generi ricerca ad alto livello.
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Assolutamente vero . La R&D è solo una questione politico-economica.Non c'e' quindi evidenza di correlazione tra qualita' di ricerca e livello di istruzione generale.
Stati come la Cina fanno molta ricerca , pur partendo da basi nettamente diverse dalle nostre .
E poi oserei dire che è una questione di mentalità delle popolazioni .
Sto volutamente sul vago sennò mi metterei a parlare di antropologia , il che risulterebbe forse eccessivo e tediante .
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ma allora è tutto chiaro, le danno voti alti perchè si deve ambientaresilviazza ha scritto:Beh, considerando che la bambina vive in Italia da meno di due anni ed ha parlato spagnolo fino ai 5 anni ed inglese fino agli 8

La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini (Saramago)
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allora dici che la str.. ehm la mia simpatica prof di scienze era pure molto avanti? Wowl-u ha scritto:la prima volta che mi sono accorta veramente della differenza è stata quando all'uni ho scoperto che io conoscevo già gli orbitali e gli altri provenienti dal liceo scientifico come me no

beh, ha appena finito la quarta ma ha fatto anche la terza qui, due anni per ambientarsi mi sembrano tantoLavale ha scritto:ma allora è tutto chiaro, le danno voti alti perchè si deve ambientare

Comunque è evidente che in Italia c'è un problema di mentalità più che di mezzi (i mezzi non ci sono perché non interessa a nessuno)


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...ma ... è appunto il problema ...senza fare un trattato ma...

Comunque , mettendo solo quattro fagioli per insaporire la minestra , intendevo una roba del genere : generalmente la predisposizione per la tecnica è molto più spiccata in un tedesco o in un cinese , a differenza di un latino o di un abitante del subsahara .
Le condizioni ambientali si direbbe .
Altresì è però più facile che nasca un genio presso popolazioni meno portate al tecnicismo , perchè meno sistematiche e quindi più votate alla creatività pura .
Poi ci sarebbe il discorso sull'interscambio culturale ormai globalizzato .
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Non so quanto costino le riveste di area scientifica. Quelle di area umanistica costano abbastanza. Una rivista formato libro di 150-200 pagine va tranquillamente sui 25 euro a numero. Per le riviste straniere (soprattutto in lingua inglese) ci sono delle ottime banche date che per qualche decina di migliaia di euro l'anno danno accesso a centinaia di riviste (on line chiaramente). Una normale monografia va sui 30-40 euro, un manuale di solito dai 40 in su. I libri stranieri mediamente costano molto di più (soprattutto quelli inglesi e americani). Nel complesso credo costino meno di quelle di area scientifica perché non ci sono foto (e quindi oltre a un minore costo di stampa, sono anche stampate su carta meno pregiata). Mi riferivo comunque al fatto che non abbiamo bisogno di materiali che costano centinaia di euro al grammo o di costosi strumenti. Ci accontentiamo di un pc (e ce lo dobbiamo anche far durare parecchi anniserenaC11 ha scritto:Dici poco, Tierra! Non so se valga anche per le riviste specializzate di area umanistica, ma quelle di area scientifica sono costosissime e imprescindibili, se non te le puoi permettere fai ricerca di retroguardia.

Ciao
TyL
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el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario

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Sulla situazione della ricerca, che vivo sulla mia pelle come diversi di voi, aggiungo solo un piccolo contributo: va detto che alla fuga dei "cervelli" all'estero si deve aggiungere la "ministerializzazione" di quelli che restano in patria - chi e' "arrivato" (leggi: in qualche modo ha ottenuto un posto di ruolo), se volesse ancora far ricerca, dovrebbe passare la maggior parte del proprio tempo nella promozione del proprio lavoro per reperire fondi (banale esempio personale: nell'ultimo mese ho passato piu' della meta' delle mie giornate a scrivere proposte per programmi di ricerca, pur sapendo che le possibilita' di successo sono molto scarse). Ad un certo punto uno si rompe e pensa:"Il mio stipendio ce l'ho, chi me lo fa fare?" e tira i remi in barca, svolgendo la ricerca consentita dai fondi istituzionali (cioe' nessuna ricerca) e contribuendo cosi' all'isterilimento generale.
-gioRgio-
"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." (proverbio cinese)
"ma non e' detto che tu sarai in condizioni migliori" (gRg)
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Spero che qualcosa si sia perso nel corso della sintesi. A me pare (e la storia della ricerca lo conferma: il gruppo di via Panisperna, Canizzaro, per non parlare proprio dei numerosi "cervelli" attuali che si distinguono all'estero ma hanno radici e qualcosa di piu' in patria) che certi aspetti endemici del nostro carattere siano molto adatti allo sviluppo del pensiero scientifico. Forse non dell'applicazione tecnologica, su questo posso concordare.2teepot ha scritto:Comunque , mettendo solo quattro fagioli per insaporire la minestra , intendevo una roba del genere : generalmente la predisposizione per la tecnica è molto più spiccata in un tedesco o in un cinese , a differenza di un latino o di un abitante del subsahara .
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-gioRgio- ha scritto:A me pare (e la storia della ricerca lo conferma: il gruppo di via Panisperna, Canizzaro, per non parlare proprio dei numerosi "cervelli" attuali che si distinguono all'estero ma hanno radici e qualcosa di piu' in patria) che certi aspetti endemici del nostro carattere siano molto adatti allo sviluppo del pensiero scientifico. Forse non dell'applicazione tecnologica, su questo posso concordare.
Il pensiero scientifico secondo me fa parte della creatività , dell'intelligenza cognitiva - quell' " only connect " che è la traduzione esatta di "intelligenza" nel mondo anglosassone ; quindi chi possiede un'adeguata "mente fantastica" che scopre inaspettati risvolti delle idee , scientifiche in questo caso , è anche predisposto per la scoperta , scientifica . Chi possiede una mente analitica e metodica e non conosce più di tanto l'estro dei voli pindarici che la teoria scientifica abbisogna ( si possono fare analogie con la filosofia e la metafisica ...) allora è più predisposto a convergere la conoscenza nella pratica quotidiana , quindi ne fa un'uso concreto . Tecnico appunto .
E' per questo che troviamo spessissimo geni e inventori di origine mediorentale o latina . Ma spesso sono dei teorici , è l'humus in cui vivono che li rende tecnologi .
Un esempio classico è Einstein : un semita tedesco diventato poi americano ma con spiccato senso cosmopolita .
Se gli avessero dato del tecnologo sicuramente si sarebbe offeso .
Poi quando vide cosa la tecnocrazia fece colle applicazioni delle scoperte scientifiche ...

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2teepot ha scritto:generalmente la predisposizione per la tecnica è molto più spiccata in un tedesco o in un cinese , a differenza di un latino o di un abitante del subsahara . [cut] Altresì è però più facile che nasca un genio presso popolazioni meno portate al tecnicismo , perchè meno sistematiche e quindi più votate alla creatività pura .
scusate, spero di aver capito male, ma state VERAMENTE dicendo che alcune predisposizioni dipendano dalla razza/Paese di provenienza???-gioRgio- ha scritto:certi aspetti endemici del nostro carattere siano molto adatti allo sviluppo del pensiero scientifico. Forse non dell'applicazione tecnologica, su questo posso concordare.
Posso capire se dite che è raro trovare ricercatori di origine eritrea piuttosto che norvegese... ma perché penso che i primi abbiano altro cui pensare, mica perché siano meno predisposti dei secondi, che semplicemente hanno l'opportunità!
Io sinceramente non penso ci siano popolazioni più o meno portate a una cosa piuttosto che a un'altra.
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
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Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
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- Marcello Basie
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Credo che si intenda che in alcuni paesi la cultura e' piu' favorevole all'attivita' tecnica che in altri paesi. La cultura di un paese e' modificabile (anche se in modo molto lento); penso per esempio al Rinascimento e anche al '600, quando l'Italia era forse il paese della scienza e della tecnica mentre ovviamente non lo si puo' dire ora.
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magari una popolazione in senso strettamente geografico no ma abitudi usi comportamenti caratteristici di una popolazione magari
(sono passati troppi anni per poter sfoggiare Etologia e/o Ecologia applicata)
Pa
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Il nostro compito e' guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere piu' semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.
Posta cosi' la domanda, mi avvalgo della facolta' di non rispondere...Liber ha scritto:scusate, spero di aver capito male, ma state VERAMENTE dicendo che alcune predisposizioni dipendano dalla razza/Paese di provenienza???

-gioRgio-
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il vecchio adagio "italiani popolo di navigatori" avrà pur un fondamento, no???Liber ha scritto:scusate, spero di aver capito male, ma state VERAMENTE dicendo che alcune predisposizioni dipendano dalla razza/Paese di provenienza???

comunque, penso che il concetto sia quello espresso da Marcello e Pa
Ti amo, ogni anno di più. Non so fin dove potrò arrivare, ma spero che il mio cuore resista (R. Vecchioni)
Tutti vogliono il nostro bene. Non facciamocelo portar via (cit.)

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