w la ricerca
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Ieri sera laTv italiana, per la prima volta, ha portato alla ribalta dell'opinione pubblica una realtà davvero agghiacciante: la nostra società ha rinunciato definitivamente alla ricerca!
l'approvazione del ddl moratti non è che l'ennesimo colpo di scimitarra inferto a chi ha tentato e tenta tutt'ora di dare il suo contributo alla conoscenza.
Guardando quelle immagini, di studenti ridotti a lavorare in sgabuzzini, di macchinari fermi da mesi per mancanza di fondi, di ragazzi costretti ad emigrare, di colleghi che espatriati vengono apprezzati ed acclamati dalla comunità scentifica internazionale ma che in Italia vengono licenziati, alle collusioni con la politica, ai concorsi truccati, un profondo dolore mi ha pervaso, un senso di assoluta frustrazione e di odio ... verso chi preferisce Costantino e tutte le abberazioni di maria de filippi, verso chi ci preferisce ignoranti e pecoroni, verso noi stessi che lasciamo che le coseprecipitino senzafare nulla.
All'ultima manifestazione svoltasi a roma contro il ddl moratti non solo erano assenti i cittadini, ma anche gli studenti, gran parte dei professori, e persino i ricercatori! ....poveri noi
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" siediti al sole, abdica e sii il Re di te stesso" (F. Pessoa)
"solo due cose sono infinite:l'universo e la stupidità umana, e sul primo non sono sicuro"
(A. Einstein)
"il razzismo è un'idiozia, lo dimostra la genetica" (L. Cavalli-Sforza)
ci sedemmo dalla parte del torto, tutti gli altri posti erano occupati.
Bertold Brecht

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- lizzyblack
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Sì, hai ragione, poveri noi. Ti quoto, e da parecchio.. la mezza idea di andarmene via, si fa sempre più 3/4, e prima o poi diventerà intera.. mi piacerebbe potermene andare senza dire che il mio paese non mi ha deluso, ma chissà se farò in tempo...
Liz
"If a cat could talk, he wouldn't..."
"Sono posseduto da una passione inesauribile che finora non ho potuto né voluto frenare. Non riesco a saziarmi di libri."
"Wit beyond measure is man's greatest treasure."
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Coraggio, il meglio è passato. (Ennio Flaiano)

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- Iorek Byrnison
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Per quanto mi riguarda l'idea è già intera.
Per molti motivi vorrei davvero non essere costretto; di per sè è una bella cosa, ma se anche non lo fosse sarei obbligato, e questo non è bello, ed è molto preoccupante.
Per molti motivi vorrei davvero non essere costretto; di per sè è una bella cosa, ma se anche non lo fosse sarei obbligato, e questo non è bello, ed è molto preoccupante.
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Nel forum ci sguazzo come un bisonte insaponato sui binari del metrò.
Per un punto Martin perse la cappa. Prima si chiamava Martink (IB)
Tom Cruise dice le bugie (DP)

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- Iorek Byrnison
- Olandese Volante
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Il vero dramma è la Sindrome da Assistente. Un classico, si tratta dell'assistente del professore che spesso è molto più stronzo (scusate il francesismo, ma non ci sono sinonimi adeguati) del titolare di cattedra.
In questo modo si entra subito nel sistema, e le cose non cambiano mai.
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- serenaC11
- Corsaro Rosso
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- Località: S. Daniele del Friuli, ora Zürich (Svizzera)
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Vi riporto un pezzetto della rubrica Italians sul Corriere, di qualche giorno fa (il link all'articolo completo è sotto)
Il mal di fegato penso che non ce lo toglie nessuno, ce l'hai sia che rimani sia che te ne vai. Il mese prossimo sarà un anno dalla mia laurea: non mi ci è voluto neanche tanto a capire che io non voglio più tornare.
Scusate, quando si parla di questi temi sono sempre un po' acidella.
http://www.corriere.it/solferino/severg ... -16/01.spmÈ bello che studiosi e scienziati vadano all'estero (è bello per tutti, a dire il vero). Ma devo andarci sereni: per conoscere, imparare, migliorare; e, magari, tornare. Invece molti ci vanno amareggiati, e in testa hanno un biglietto di solo andata. Una vera politica per il ritorno non è stata fatta. Il successo all'estero è una cosa che nelle università e nelle aziende italiane bisogna farsi perdonare.
Sono cervelli in fuga col mal di fegato: l'anatomia non consente questi prodigi, ma l'Italia sì.
Il mal di fegato penso che non ce lo toglie nessuno, ce l'hai sia che rimani sia che te ne vai. Il mese prossimo sarà un anno dalla mia laurea: non mi ci è voluto neanche tanto a capire che io non voglio più tornare.
Scusate, quando si parla di questi temi sono sempre un po' acidella.

"Sorrido. Non esiste un piano che possa prevedere tutto. Altri solleveranno il capo, altri diserteranno. Il tempo non cesserà di elargire sconfitte e vittorie a chi proseguirà la lotta."
Luther Blissett, "Q"
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- lizzyblack
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Anche io sono sempre un po' acidella, Sere. D'altra parte, Iorek ha centrato in pieno il problema... insomma, anche se qualcuno di noi decide di partire per "altri" motivi, sotto sotto si sa che, restando qui, non ci darebbero nessuna possibilità.. 

Liz
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- TierrayLibertad
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E poi c'è anche chi di fatto non può partire perché le cose che fa sono strettamente legate ad un contesto nazionale. Insomma, se la chimica o la biologia sono uguali in tutto il mondo, il diritto no.
Vabbè, lasciamo stare...
La cosa che però mi sconvolge è il fatto di credere che se prima lo stato della ricerca e dell'università in Italia fosse frutto di una scelta politica miope, oggi è invece frutto di una scelta cosciente che mira alla distruzione del sapere. Del sapere pubblico e diffuso perché, piaccia o meno, la cultura non fa comodo al manovratore e più il manovratore è inetto più vede la cultura come un pericolo per il suo potere.
Ciao
TyL
Vabbè, lasciamo stare...
La cosa che però mi sconvolge è il fatto di credere che se prima lo stato della ricerca e dell'università in Italia fosse frutto di una scelta politica miope, oggi è invece frutto di una scelta cosciente che mira alla distruzione del sapere. Del sapere pubblico e diffuso perché, piaccia o meno, la cultura non fa comodo al manovratore e più il manovratore è inetto più vede la cultura come un pericolo per il suo potere.
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TyL
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario

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La cosa che però mi sconvolge è il fatto di credere che se prima lo stato della ricerca e dell'università in Italia fosse frutto di una scelta politica miope, oggi è invece frutto di una scelta cosciente che mira alla distruzione del sapere. Del sapere pubblico e diffuso perché, piaccia o meno, la cultura non fa comodo al manovratore e più il manovratore è inetto più vede la cultura come un pericolo per il suo potere.

hai centrato in pieno il problema! è per questo che prima mi scagliavo contro i vari costantino...è molto più semplice gestire e manovrare chi ha il cervello ridotto ad un ammasso di poltiglia piuttosto che uno spirito reso libero dalle sue capacità cognitive.
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E' con sempre maggior frequenza che ripenso a quella frase, e a quel film. Ed è sempre più forte la sensazione di essere il complice di chi coscientemente distrugge questo Paese (e TyL dimostra una volta di più il suo acume, col suo post) per poter manovrare sempre più facilmente un popolo che vuole lobotomizzare e rendere ignorante e tette-e-culo-dipendente (o l'analoga versione femminile).Diego Abatantuono, in 'Mediterraneo' di Salvatores ha scritto:... almeno non potranno dire che sono stato loro complice
Perchè complice? Perchè mia figlia entra quest'anno in terza elementare, e mi sono informato sul programma di Storia (sì, io la scrivo ancora con la 'S' maiuscola), mi si è accapponata la pelle, ma mi sento assolutamente impotente davanti a questo disegno distruttore. Sento dentro di me la voce che grida 'fai qualcosa, dì qualcosa, scendi in piazza'... ma poi è sopita da quella che mi dice che tanto è inutile, cambiare ormai non si può, resta solo la fuga...
E poi sento chi propone castrazioni chimiche, chi dice che la giustiozia deve essere 'quella del popolo' (=linciaggio), chi dice che siamo un popolo ricco e felice perchè ci scambiamo milioni di sms, e mi vergogno non poco di essere ancora qui... specie quando penso che ci sono tormato apposta, dopo più di 10 anni passati all'estero.
Ma mi sto stancando di sentirmi complice...
- lizzyblack
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Io sono d'accordo in quasi tutto con te.. ma non sul fatto che mi sento complice... io, a volte, mi sento invece messa da parte. Mi sento come una a cui non si dà un'alternativa.. mi sento presa in giro quando, all'estero, sento che la mia laurea presa in Italia ha un valore immenso, mentre qui fra un po' ci sputano sopra.. è davvero così assurdo!!
E poi leggo quello che dice TyL e penso che appunto, mia cugina se n'è andata con una laurea in giurisprudenza, è si è dovuta fare 3 anni di uni in più, all'estero, perchè il diritto non è uguale, ovviamente. Però poi mi ha detto "vedi, qui sono una praticante, ma mi pagano." Mentre qui..? Che tristezza...

E poi leggo quello che dice TyL e penso che appunto, mia cugina se n'è andata con una laurea in giurisprudenza, è si è dovuta fare 3 anni di uni in più, all'estero, perchè il diritto non è uguale, ovviamente. Però poi mi ha detto "vedi, qui sono una praticante, ma mi pagano." Mentre qui..? Che tristezza...
Liz
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- silviazza
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Evvai, ho finalmente trovato una questione in cui sono d'accordo con TyL 
Dicevo per sdrammatizzare... ieri i miei si sono messi a vedere quel programma e mio padre mi guardava come a dire "povera piccola rincoglionita"... io alla ricerca in Italia ormai non ci credo più, mi piace quello che faccio ciononostante un giorno sì ed uno anche penso di non finire il dottorato ma poi credo che alla fin fine lo finirò perché non voglio che sia una delle tante cose che ho lasciato a metà, ma credo che alla fine se non troverò qualcosa di decente mi sa che sarà meglio trovare un lavoro alternativo, così, tanto per avere per lo meno i contributi per la maternità... andare all'estero può essere una possibilità, ma quando hai una persona accanto non puoi decidere per due, non lo escludo a priori ma è una scelta un po' più impegnativa...
(ed in questi giorni, riguardo lo stipendio, mi ritrovo in una situazione che mi provoca i conati quindi sono stata anche positiva in questo post!)

Dicevo per sdrammatizzare... ieri i miei si sono messi a vedere quel programma e mio padre mi guardava come a dire "povera piccola rincoglionita"... io alla ricerca in Italia ormai non ci credo più, mi piace quello che faccio ciononostante un giorno sì ed uno anche penso di non finire il dottorato ma poi credo che alla fin fine lo finirò perché non voglio che sia una delle tante cose che ho lasciato a metà, ma credo che alla fine se non troverò qualcosa di decente mi sa che sarà meglio trovare un lavoro alternativo, così, tanto per avere per lo meno i contributi per la maternità... andare all'estero può essere una possibilità, ma quando hai una persona accanto non puoi decidere per due, non lo escludo a priori ma è una scelta un po' più impegnativa...
(ed in questi giorni, riguardo lo stipendio, mi ritrovo in una situazione che mi provoca i conati quindi sono stata anche positiva in questo post!)


Hai ragione tu, non potevi dare definizione migliore.Mi sento come una a cui non si dà un'alternativa.. mi sento presa in giro
Comunque, non è tanto il sentirsi complici, quanto l'essere 'messi in mezzo' da chi ti vuole coinvolgere in quello che fa, per poi non essere additato come colpevole. Il che peraltro non è una novità, è da quando i ricchi sovrani europei andavano a saccheggiare la Palestina all'urlo di 'dio lo vuole' che si tende a far credere che si agisce solo perchè la vox populi lo richiede.
E' questo che volevo dire... sono stufo di sentir dire che 'gli italiani vogliono un sistema scolastico più moderno, efficiente e snello'. No, Io non lo voglio, e non voglio che mi siano messe in bocca parole non mie.
Il che, naturalmente, è wishful thinking... ma in fondo, spes ultima dea...
- Marcello Basie
- moderatore
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Non assolverei come semplice "miopia" la politica, in tema di istruzione e di ricerca, dei governi di "prima". Come dimostra, ai miei occhi, il limite dell'obbligo scolastico tenuto lungamente fermo a 14 anni, credo che un retro-pensiero conservatore abbia sempre guidato la politica dell'istruzione in Italia: meno le persone si acculturano e piu' facilmente viene mantenuto lo status quo.se prima lo stato della ricerca e dell'università in Italia fosse frutto di una scelta politica miope, oggi è invece frutto di una scelta cosciente che mira alla distruzione del sapere.
Su questo retro-pensiero conservatore si e' poi innestato ultimamente una mentalita' piccolo-aziendalistica (le grandi aziende in Italia sono praticamente scomparse) secondo cui, banalmente, la ricerca e' improduttiva e quindi va tagliata.
E' anche abbastanza triste osservare che i ricercatori che espatriano privano l'Italia, oltre di capacita' scientifiche, anche di teste pensanti tout court, assenza che contribuisce alla continuazione dello stato attuale delle cose.
Stai sveglio, non abbandonarti ai sogni. Quando scegli non devi sognare, sei tu il responsabile. (Vittorio Foa)
- silviazza
- Olandese Volante
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Quello che trovo più triste, al di là della ricerca, del mio campo e tutto, è il fatto che vogliano spegnere il cervello ai ragazzini: ad esempio la figlia di una mia collega a volte prende buoni voti (alle elementari), poi la madre le chiede le stesse cose ed evidentemente non le sa bene, o non le sa per niente. Ed allora perché prende buono?
Da un lato il sistema è sbagliato, dall'altro ci sono i genitori che denunciano la scuola perché non è possibile che il loro figlio tanto bravo sia stato bocciato (nonostante ora per essere bocciati si debba proprio essere nulli e non stimo molto i genitori che non se ne accorgono neanche) ed allora non c'è nessuno stimolo a rifar diventare la scuola una cosa seria (perché se bocci perdi iscrizioni e quindi soldi...)
Da un lato il sistema è sbagliato, dall'altro ci sono i genitori che denunciano la scuola perché non è possibile che il loro figlio tanto bravo sia stato bocciato (nonostante ora per essere bocciati si debba proprio essere nulli e non stimo molto i genitori che non se ne accorgono neanche) ed allora non c'è nessuno stimolo a rifar diventare la scuola una cosa seria (perché se bocci perdi iscrizioni e quindi soldi...)


- Iorek Byrnison
- Olandese Volante
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Concordo con Marcello sulla trasversalità politica del desiderio di ignoranza. Certo che la Moratti si impegna davvero (e io sto provando sulla mia pelle l'effetto del di lei decreto).
E comunque il discorso della ricerca è (se possibile) anche più ampio del generico impoverimento culturale a cui si assiste. Coinvolge attivamente anche l'economia, dato che MOLTISSIMI centri di ricerca italiani, di assoluta eccellenza, sono stati chiusi perchè la multinazionale calava sul suolo italico, comprava e chiudeva la ricerca. Se non ci sono soldi, la prima cosa che salta non è certo il management o le public relations, ma la R&D.
E comunque il discorso della ricerca è (se possibile) anche più ampio del generico impoverimento culturale a cui si assiste. Coinvolge attivamente anche l'economia, dato che MOLTISSIMI centri di ricerca italiani, di assoluta eccellenza, sono stati chiusi perchè la multinazionale calava sul suolo italico, comprava e chiudeva la ricerca. Se non ci sono soldi, la prima cosa che salta non è certo il management o le public relations, ma la R&D.
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che il sapere pubblico e diffuso non sia ben visto nel nostro paese non è cosa di adesso....nei diversi periodi storici ci sono stati vari tentativi di contrastare questo ma negli ultimi anni più che un cambiamento nei vertici che sono sempre orientati verso un elite culturale polito/economica si sta delineando ( e neppure all'orizzonte...ma diciamo davanti al nostro viso) un appiattimento della risposta....ovvero....nessuno reagisce più, ....forse perchè non è più tempo di lotte, forse perchè persino questo concetto è ormai vetusto...ma...se guardiamo solo un po' in là nel thread qui a fianco ci accorgiamo che la gente ha perso persino la voglia di votare, quindi di lottare, per i propri diritti....figuriamoci per quelli degli altri....figuriamoci poi per dei diritti futuri...come quelli che la ricerca potrebbe garantireTyL ha scritto:La cosa che però mi sconvolge è il fatto di credere che se prima lo stato della ricerca e dell'università in Italia fosse frutto di una scelta politica miope, oggi è invece frutto di una scelta cosciente che mira alla distruzione del sapere. Del sapere pubblico e diffuso perché, piaccia o meno, la cultura non fa comodo al manovratore e più il manovratore è inetto più vede la cultura come un pericolo per il suo potere.

sono quello che leggo

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- TierrayLibertad
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Non concordo in pieno con quel che diceva Marcello. Secondo me prima (nel periodo della DC per intenderci) c'era sì la volontà di mantenere grosse fasce di popolazione in una certa condizione perché così erano un bacino di voti, ma al tempo stesso - almeno a partire dagli anni '60 (ma forse anche da prima) era chiaro che il paese nel suo complesso aveva bisogno di medici, ingegneri, ecc. Magari la ricerca veniva trascurata ma non la formazione o almeno non nella stessa misura.
Oggi, almeno questa è la mia impressione, l'ostilità è forte ed evidente. Sia perché si preferiscono persone lobotomizzate - la DC aveva un suo bacino di voti nel clientelismo frutto della povertà prima ancora che dell'ignoranza - sia perché l'università è diventato un fenomeno quantitativamente ben più rilevante.
Poi, qui parliamo di ricerca (e quindi anche di università) ma il problema inizia ben prima. Ho qualche amico e qualche amica che insegnano alle superiori e mi dicono cose che fanno inorridire. Ho sentito alla radio i risultati di una ricerca sugli studenti che stanno preparando l'esame di maturità: il 25% ha studiato meno di un'ora al giorno e solo uno su 20 più di 5 ore al giorno. E' normale che se i ritmi sono questi all'università ci si arrivi in condizioni molto diverse da come ci si arrivava qualche anno fa.
Ciao
TyL
Oggi, almeno questa è la mia impressione, l'ostilità è forte ed evidente. Sia perché si preferiscono persone lobotomizzate - la DC aveva un suo bacino di voti nel clientelismo frutto della povertà prima ancora che dell'ignoranza - sia perché l'università è diventato un fenomeno quantitativamente ben più rilevante.
Poi, qui parliamo di ricerca (e quindi anche di università) ma il problema inizia ben prima. Ho qualche amico e qualche amica che insegnano alle superiori e mi dicono cose che fanno inorridire. Ho sentito alla radio i risultati di una ricerca sugli studenti che stanno preparando l'esame di maturità: il 25% ha studiato meno di un'ora al giorno e solo uno su 20 più di 5 ore al giorno. E' normale che se i ritmi sono questi all'università ci si arrivi in condizioni molto diverse da come ci si arrivava qualche anno fa.
Ciao
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Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
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