Piero e' un architetto.
Sul serio, e' cosi' che si guadagna da vivere.
I piu' vecchi di noi forse ricorderanno quando, agli inizi degli anni '70, nacquero i primi gruppi che ripresero il filone della musica tradizionale italiana, primi tra tutti la "Nuova Compagnia di Canto Popolare". Qui da noi si formo' il "Canzoniere del Lazio", e Piero ne era la voce.
Io l'ho conosciuto molto piu' tardi, un paio di anni fa, e mi e' capitato di sentirlo cantare piu' volte "dal vivo" sia cose tradizionali sia cose sue - e li' si trasforma, tirando fuori una voce al di la' di ogni apparenza.
Il suo nuovo disco, "Come li viandanti", e' uscito non piu' di un mese fa, edito da "Il Manifesto". Non e' che fossi propensissimo all'acquisto, pero' poi mi e' capitato di guardare chi ci suona. Buffo aver conosciuto una persona, averci suonato insieme da gente alle seconde armi e scoprire che il tale fa un disco dove suonano:
Danilo Rea
Michele Ascolese
Enzo Pietropaoli
Antonello Salis
Nando Citarella
Elio Rivagli
Paolo Fresu
Ambrogio Sparagna
Roberto Gatto
I dubbi sono svaniti immadiatamente

Ma devo dire che, personalmente, a tanta grazia non e' corrisposto il risultato stellare che mi sarei aspettato.
Chi ha ascoltato il concerto che Piero ha tenuto a "La Palma" lunedi' scorso, pero', mi ha assicurato che dal vivo (con Michele Ascolese alla chitarra, Marcello Sirignano al violino e Maurizio Meo al basso, come suonera' stasera da via Asiago) e' tutt'altra cosa.
Vedremo.