Occhio alle traduzioni

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Lisa
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Occhio alle traduzioni

Messaggio da Lisa »

Ciao, bentornati (a quelli di voi che sono tornati ovviamente!).
Ho un dubbio post-Ferragosto e vorrei sentire il vostro parere. Lo espongo in due parole:
Sono paranoica io, oppure anche a voi capita di piantare il libro a metà quando vi imbattete in una pessima traduzione?
Okay, okay, i libri andrebbero letti in lingua, ma non sempre si trovano e poi è più costoso procurarsi le edizioni originali. E così ci si deve affidare per lo più alle edizioni italiane rischiando le cattive traduzioni.
Per me le traduzioni arraffazzonate, scolastiche, sono un incubo soprattutto se l'autore è uno dei miei preferiti.
In questi giorni di festa mi ero seppellita sotto diversi libri fra cui LA DONNA DA MANGIARE (Ediz. Corbaccio) della Atwood, un'autrice che adoro. Beh, ci credereste? Proprio questo romanzo mi ha rovinato il Ferragosto.
Non so cosa sia successo in casa editrice e perché abbiano immesso sul mercato un lavoro non revisionato, imparaticcio, ma per me è stata una sciagura. La traduzione sembra fatta a più mani perché alcune pagine scorrono e sono piacevoli mentre altre (la maggior parte, ahimè) sono piene di errori di sintassi e grammatica, scelte assurde di vocaboli, mancanza totale di senso del ritmo, nessuna fluidità, battute completamente rovinate.
Amo la Atwood ma non credo che riuscirò a finire il romanzo e comunque mi segnerò il nome del traduttore e non comprerò mai più libri che siano passati per le sue mani.
Voi, quando vi imbattete in qualcosa del genere che fate? Proseguite comunque nella lettura o vi arrendete?
E mi piacerebbe anche avere una lista di pessime traduzioni capitate fra le vostre mani.
Ciao da Lisa
:wave: :wave: :wave:
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serenaC11
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Messaggio da serenaC11 »

Mah, anche a me danno un po' fastidio le traduzioni fatte male, ma non al punto di abbandonare un libro che mi sta piacendo: di solito si capisce quando i problemi stanno nella traduzione e non nel testo originale. Mi viene in mente una traduzione di Cacucci di un libro di Gamboa (forse "Perdere è una questione di metodo") in cui la scelta di alcune parole e/o costruzioni era chiaramente più vicina allo spagnolo che all'italiano.
Poi ci sono le traduzioni "vecchie", datate, che a un certo punto diventano illeggibili: di recente mi è capitato in mano "La campana di vetro" di sylvia Plath, libro molto bello la cui traduzione meriterebbe una decisa rinfrescata...

Queste le prime cose che mi vengono in mente. Per fortuna sto eliminando il problema alla radice: data la difficoltà di trovare libri in italiano mi sto convertendo progressivamente alle versioni originali. Dico progressivamente perchè in effetti ho una buona scorta di tbr :whistle:

PS: ma quanto spopolato è il forum, in questi giorni??
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Messaggio da lizzyblack »

Diciamo che non sono mai stata così sfortunata da trovare libri tradotti davvero malamente.. in effetti, faccio molta attenzione alla traduzione, e tendo a leggere i libri in lingua originale (specialmente in inglese.. l'avvento di internet e l'acquisto telematico hanno dato una svolta alla mia biblioteca :lol: ), ma a volte anche io noto qualche "stonatura". Però, generalmente, come Serena, le ho notate in libri datati.. ma mai così tante da farmi abbandonare la lettura... :think:
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occhio alle traduzioni

Messaggio da Lisa »

Ciao Serena, Ciao Lizzy,
i vostri messaggi così pacati sono una risposta alla mia domanda iniziale e cioè mi dicono che sono io paranoica con le traduzioni. Comunque, la Atwood che alla fine ho lasciato a metà (Corbaccio) è davvero illeggibile. Sono arrabbiata con la casa editrice per aver permesso a qualcuno di massacrare così un romanzo in cui il linguaggio è in una certa misura preponderante rispetto all'azione.
Cara Serena, cara Lizzy, se lo volete il libro è vostro. Tentate di leggerlo e poi fatemi sapere.
Mandatemi un MP per farmi sapere dove volete che ve lo mandi.
baci da Lisa
:wave: :wave: :wave:
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Messaggio da lizzyblack »

Lisa ha scritto:sono io paranoica con le traduzioni
Ma no Lisa, paranoica lo sono anche io, su questo non c'è dubbio :lol: Quando qualcuno mi dice: "Sai che sto leggendo HP?" io subito chideo "In inglese?", e a risposta negativa, rimango un po' delusa.. non perchè sia obbligatorio leggerlo in inglese, ma perchè, da paranoica, nonostante la traduzione italiana sia fatta bene, ritengo che la versione inglese ti dia "qualcosa in più". Attualmente sto leggendo "Felicità" di Will Ferguson, la cui traduzione è molto curata. Ma, purtroppo, il libro ha molti doppi sensi che giocano sul significato delle parole in inglese, quindi abbastanza folto di note a margine per le spiegazioni... ecco dove sta la mia paranoia: cerco di leggere solo libri in inglese perchè mi danno noia anche le spiegazioni di parole "non traducibili" :P
Se poi, come nel tuo caso, si tratta proprio di errori grammaticali e di sintassi, c'è da strapparsi i capelli!! :eyes:
Una cosa però, al tuo posto, la farei.. manderei un'email alla casa editrice.. in fondo il giudizio di un lettore conta parecchio! Anzi, direi che è fondamentale...
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Messaggio da lupurk »

a me è capitato anni fa di leggere "il conte di Montecristo" preso in biblioteca e di rimanerne estasiata, tanto da acquistarne una copia...beh, l'ho trovata molto più lenta, descrittiva...forse più fedele all'originale, ma perdeva molto in ritmo e godibilità...ho ripreso la copia in biblioteca e ho provato a confrontarle, visto che anche la mole sembrava diversa, e ho scoperto che mancavano proprio interi capitoli. tempo fa ne ho trovata un'altra versione ancora e anche lì ci sono capitoli che non corrispondono, alcuni mancano da una parte e altri dall'altra...insomma, a questo punto voglio prendere la versione originale e cercare di ricostruire un po' questo libro...magari me ne esce anche una bella idea per la tesi!! :wink:
e cmq quando è possibile sono sempre meglio le versioni originali, perchè per quanto bravo possa essere un traduttore, è difficile rendere in una lingua giochi di parole e modi di dire propri di un'altra lingua...e con tutto questo io sto studiando traduzione :P
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Miss Piggott
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Messaggio da Miss Piggott »

Appena lo ritrovo nella libreria controllo per vedere se la mia edizione de La donna da mangiare è ripresa dalla traduzione del Corbaccio... Stamattina mi sono svegliata all'alba per tornare a Roma e dopo 10 ore di auto sono ditrutta, per cui non mi sovviene la casa editrice in questo momento... :oops: però è la stessa che ha pubblicato qualche libro della Nothomb in economica... Diamine, come si chiama?

Cmq, bentornata, Lisa. E contami come fan accanita della Atwood. La adoro. :mrgreen:
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Lisa
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Traduzioni

Messaggio da Lisa »

Ciao, Miss Piggot
è un piacere risentirti. Se ti fa piacere, in qualche modo posso farti avere la mia sciagurata copia. Mandami un mp.
baci da Lisa
:wave: :wave:
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Miss Piggott
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Messaggio da Miss Piggott »

Trovata! :D
Allora, io ne ho una copia della Guanda, traduttore Mario Manzari. Ma dice anche: Revisione di Amleto Lorenzini e di Francesca Valente sulla base di conversazioni avute con l'autrice.
Io l'ho letto l'anno scorso, in parte in aeroporto in parte in vacanza, quindi la mia soglia di attenzione non era elevatissima, però avevo notato qualche cosa che non andava... Il libro mi è sembrato non "scorrere" sempre allo stesso modo. Solo che allora non avevo letto molto della Atwood, e questo è il suo primo romanzo, quindi avevo attribuito alla mia poca dimestichezza con l'autrice e alla sua relativa "acerbità" come romazniera all'epoca della stesura di questo libro (so che il termine è improprio, lei è sempre e cmq una grande) questa mia impressione...

Cmq, a parte questo io la Atwood la sto leggendo tutta in originale, ed è davvero una goduria... Tra l'altro le copertine dei suoi libri in originale sono strepitose, verrebbe voglia di comprare tutta la collezione solo per poterseli riguardare ogni tanto. Purtroppo tantosono belli quanto sono cari, quindi le copie che mi sono passate per le mani sono tutte copie BC, che ho rimesso subito in circolazione dopo la lettura... :(
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Messaggio da Lisa »

Lupurk ha scritto:


anche la mole sembrava diversa, e ho scoperto che mancavano proprio interi capitoli...

Snellire un libro troppo corposo è un'operazione normale per gli editori, si chama editing. Purtroppo lo fanno anche sui testi originali a volte e quindi, di editing in editing capita che, soprattutto con i classici, non si riesca più a risalire a quello che realmente ha scritto l'autore. L'editing però non ha niente a che vedere con le traduzioni che devono essere fedeli. E fedeli non significa letterali. Il traduttore, che è sempre stato un alter ego dell'autore, con una grossa responsabilità e una grande dignità, deve saperci fare davvero. Deve possedere sensibilità per il linguaggio e riuscire a interpretare l'autore nel pensiero, non traducendo parola per parola, cosa che non si fa più nemmeno a scuola.
Ho avuto la fortuna di conoscere il grande Ervino Pocar, traduttore ufficiale di Herman Hesse e molti grandi della letteratura tedesca del 900. Ti assicuro che saper tradurre un testo letterario è un lavoro da specialisti molto colti, soprattutto se non si tratta di un romanzetto harmony, ma di Margaret Atwood, una che con la lingua e l'ironia ci va a nozze.
Una volta le case editrici avevano legioni di revisori che controllavano e ricontrollavano il lavoro dei traduttori. Adesso suppongo che per risparmiare ne facciano a meno, altrimenti la traduzione che ho avuto fra le mani io non sarebbe passata.
Aggiungo che nelle prime pagine del libro che ho piantato a metà una noticina spiega che il traduttore ha preso accordi con la stessa Atwood. E questo suona come un espediente escogitato da un editor che deve essersi accorto di quello che stava pubblicando ma non aveva più tempo per rimediare.
Ciao da Lisa
:wave: :wave: :wave:
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docTrigor
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Messaggio da docTrigor »

Dunque, cattive traduzioni non mi sono mai capitate, e spesso e volentieri preferisco il libro tradotto a quello in lingua originale... certo, ci sono cose che tradotte perdono (alcune molto) e quindi sarebbe bene la lettura in originale (soprattutto se si tratta di testi umoristici o con molti giochi di parole).
AL MOMENTO SONO PARECCHIO ASSENTE DAL FORUM. PER NECESSITA', TIRATE D'ORECCHIE, REMINDER, INSOMMA SE DOVETE CONTATTARMI SCRIVETEMI UN MP O UNA MAIL DA QUI O DA BC.COM.
GRAZIE

A volte, quando entro nel mio ufficio, mi sembra di camminare in mezzo alle rovine di un'antica civiltà. Non è per il disordine che regna sovrano, ma più probabilmente perché mi ricorda le vestigia dell'essere civilizzato che io fui un tempo. (Blacksad)
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Messaggio da akela »

Mi è successo una volta, leggendo un'edizione dei Libri della Giungla di Kipling. Qualche settimana prima avevo letto l'originale in inglese.
Con gli autori e i testi che amiamo visceralmente finiamo per essere davvero esigenti e rompiscatole. :)
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agnul
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Messaggio da agnul »

Traduzioni disastrose? Non mi pare di averne incontrate, ma un paio di esempi spassosi si'. Leggendo "Congo" di Michael Chrichton (edizione SuperPocket) mi sono imbattuto in schegge di memoria ("chip") e fattorie ("factories"). Rimandati a settembre :P
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Messaggio da lupurk »

sul lavoro del traduttore sto iniziando a conoscere qualcosa grazie a vari esami universitari e so quanto tradurre un romanzo sia diverso dal tradurre un manuale d'istruzioni e quanta fatica e conoscenza possa richiedere...sul mondo dell'editoria invece purtroppo so ancora ben poco e devo ammettere che non avevo idea di questa "stupenda" operazione...certo è che trovarsi con 2 traduzioni diverse dello stesso libro e non riuscire a staccarsi da una e addormentarsi con l'altra sembra un po' strano,no?
ciao! :wink:
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Messaggio da viagna »

Sul lavoro - e la vita - dei traduttori, consiglio la (ri)lettura di "La vita agra" del gigantesco Luciano Bianciardi.
...Fu egualmente ferma e materna, quando mi convocò per dirmi che il mio saggio di traduzione non era stato troppo soddisfacente.
"Benedetto figliolo, ma perché non ha seguito i miei consigli? Le avevo detto, no?, fedeltà al testo. E guardi qua. Dove siamo, dunque?"
Sfogliava le mie cartelle tutte corrette a lapis.
"Sì, quel punto dove il capitano invita i suoi uomini all'assalto della trincea nemica. Le sue parole... Sì, ecco. Lei mi traduce: Sotto ragazzi, eccetera. Ora guardi il testo inglese. Dice..."
Adesso sfogliava il libro, e trovò la crocetta al margine.
"Il testo dice: Come on boys. Capisce? Lei mi ha invertito il significato. Come on boys vuol dire venite su ragazzi, e così bisogna tradurre. Lei mi mette l'opposto, cioè non su, ma sotto. E ancora, più avanti, dove descrive l'alzabandiera a bordo. Lei ha tradotto, mi pare, i marinai si scoprirono, sì, si scoprirono, ha tradotto lei, mentre il testo inglese diceva: The crew raised their hats. Vede l'inglese come è preciso? La ciurma alzò i loro cappelli. Alzò, capisce, come a salutare la bandiera sul pennone."
E con la mano fece anche lei il gesto di chi alza un cappello. Mi provai a dire qualcosa, ma lei m'interruppe.
"Lo so, il risultato è lo stesso, quando uno alza il suo cappello, si scopre, ma allora bisognerebbe precisare che scoperto rimane il suo capo. Dire, non so, che i marinai scoprirono i loro capi, oppure le loro teste, ma così risulterebbe un po'... come dire?... un po' faticoso."
Sorrise.
"Io lo dico sempre ai traduttori: non cercate di inventare, state sempre dietro al testo, che oltre tutto è più facile. La ciurma alzò i loro cappelli, dunque. Lei poi, vede, tende a saltare, a omettere parolette, che invece vanno lasciate, perché hanno la loro importanza. Più avanti, per esempio, lei mi traduce: Gli strinsi la mano. Ebbene, l'inglese è più preciso, e dice infatti: He shook his hand, cioè egli strinse, ma più precisamente scosse, la sua mano, o se vuole, meglio ancora, egli scosse la mano di lui."
Continuava a sfogliare le mie cartelle.
[...]
"Locuzioni dialettali. Lei ha questo difetto, le locuzioni dialettali, come tutti i toscani, del resto. Per esempio lei traduce: Bottega di falegname. Bottega è un toscanismo, no?"
Veramente non mi pare," risposi, trovando non so come il coraggio. "Leopardi parla appunto del legnaiuol che veglia nella chiusa bottega... E Leopardi non era toscano."
"Be' be',Leopardi era Leopardi, Lui poteva anche permettersi qualche locuzione dialettale."
Mi sorrise ancora.
"Vede, ho corretto con un più italiano laboratorio di falegname eccetera.
[...]
Io ormai tacevo, e forse ero anche rosso di vergogna, sperando solo che la vedova avesse vuotato il sacco e mi permettesse di andare via.
"Un'ultima cosa, a volte lei appiattisce certi bei modi di dire inglesi. Per esempio qui. Lei dice che i mezzi da sbarco erano le mille miglia lontani dalle coste laziali. Questo suo le mille miglia è assai meno efficace che nel testo inglese, dove si parla di a hell of a distance, cioè di un inferno di distanza. Sente come è bello? I mezzi da sbarco erano a un inferno di distanza eccetera. È molto più robusto, questo inferno di distanza, non le pare?"
Capii che mi voleva congedare e mi alzai. "La traduzione?" farfugliai sulla porta.
"Be', ha visto, no? Vuole un consiglio? Si faccia prima le ossa con qualche editore minore, poi ritorni fra qualche mese, un anno. E si ricordi i miei consigli."
Quella notte non chiusi occhio, e forse anche piansi.
Ma veramente nessuno ha mai parlato di LB in questo forum??
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Messaggio da lizzyblack »

Qualcuno sì, qui e qui.
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Messaggio da viagna »

Grazie mille, Lizzyblack! :D
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Messaggio da lizzyblack »

Prego!
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Messaggio da Alliandre »

Ah, traduttori traditori... appena posso leggo in originale.
Detto da una traduttrice... (NON letteraria, per carità, ci vuole una sensibilità tutta particolare!) :shock:

Mi è capitata recentemente la traduzione di Seabiscuit, che non sarà un capolavoro letterario, ma che vada in stampa un testo pieno di refusi no, quello non lo accetto. Stessa casa editrice, altro testo, questa volta un manuale di equitazione: stessa tonnellata di refusi.
Mapporcacicca... di loro non acquisto più niente, preferisco gli originali (ottimi testi e manuali, massacrati in italiano da traduttori poco capaci e revisioni inesistenti o fatte da personale non professionista).

I traduttori in genere sono pagati poco (Lupurk, ma chi te lo fa fare??? Fai l'interprete che sei ancora in tempo, te lo dice una che c'è dentro in pieno), i revisori sono pagati ancor meno, e sono ormai merce rarissima. E trovarne di capaci nel loro mestiere è ancor più difficile. Lo so da un amico che lavora alla Stampa (oltre che da vari colleghi che lavorano per l'editoria). Quando le case editrici assumevano traduttori e revisori era diverso, adesso è tutta una gara a tagliare i costi, e così facendo tagliano anche i costi di traduzione, e di conseguenza la qualità... è un po' diverso far tradurre un romanzo a Nanda Pivano o ad una neolaureata, che per quanto brava sia ha tanto da imparare... bella differenza di costo, certo, ma se poi non c'è nemmeno alle spalle un buon revisore in grado di insegnare il mestiere...
Facile anche che si lavori con tempi tanto stretti da costringere ad affidare un romanzo a due traduttori, e poi però se manca il revisore ad uniformare il linguaggio son dolori...

Per mia esperienza le agenzie lavorano con grande precisione, sia nella traduzione che nella revisione; ma mai visto testi letterari in agenzia, il massimo del 'letterario' che abbia visto erano i testi pubblicitari... comunque tutta un'altra cosa.

Gli errori di traduzione ormai saltano all'occhio, se uno sa bene l'inglese si accorge se un modo di dire è ricalcato sulla lingua straniera o se c'è un errore madornale... come le schegge di Agnul. Io scriverei una letteraccia alla casa editrice, comunque.

La vita agra è da anni nel mio elenco di libri da leggere; sinceramente, prima di iniziare questo lavoro lo evitavo per non deprimermi, ora lo evito perchè certe cose all'inizio le ho vissute in prima persona e mi deprimerei ancor di più :|
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(n.b. ho cambiato avatar, se mi ricordate solo vagamente è perché prima avevo un CAVALLO ;-) )
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Messaggio da Mickey81 »

beh per quello che posso dire nel mio piccolo direi che se c'è la possibilità è sempre meglio leggersi prima la versione originale,perchè a volte trovo delle cose orribili
la mia è un pò una deformazione professionale però,mi sa che Alliandre ne sa qualcosa! :wink:
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