
http://www.adbusters.org/metas/eco/bnd/#
Oltre, naturalmente, ad invitarvi ad aderire, proporrei un'azione bookcrossing in quella giornata. Che ne dite?
Moderatori: liberliber, -gioRgio-, vanya
Si, senza dubbio.keoma ha scritto:e poi... hanno un senso 'ste giornate?
non sarebbe meglio evitare "sempre" di comprare certi prodotti?
Il trend-setter più posh del bookcrossing risponde:devo sentire il mio trend setter, lordpolo, per sapere se il siopping compulsivo può accettare un affronto simile
Shandy ha scritto:Il messaggio che si vuole mandare è che è l'ora di uscire dalla logica della società dei consumi, che è l'ora di rivedere un bel po' di valori su cui questa società è fondata.
E per spiegare meglio... http://www.promiseland.it/view.php?id=1368Il Buy nothing day è la giornata mondiale del non acquisto. Iniziativa gioiosa e creativa, nata diversi anni or sono in Nord America, che ha lo scopo di provocare e far pensare rispetto al sistema consumista nel quale viviamo.
Il Buy nothing day, esportato dagli Stati Uniti in molti Paesi del mondo grazie ad associazioni di attivisti locali, si celebra non a caso a fine novembre, alla vigilia del thanks-giving day, la "giornata del ringraziamento" che negli Usa corrisponde -dal punto di vista consumistico- al nostro Natale.
Quello che si propone, molto semplicemente, è una moratoria di 24 ore sugli acquisti. Per un giorno non comprate nulla. Un gesto importante per sfuggire all'imperativo del consumismo e riappropriarsi di una fetta di tempo passata a fare shopping.
Che cos'è la giornata del non acquisto
Una giornata dedicata a tutto tranne che alle compere, per rendere concreto il dissenso verso il consumismo e la pressione che esercita su tutti gli aspetti della nostra vita. 24 ore per buttare fuori dal nostro stile di vita l'immagine della famiglia felice al sapore del "Mulino bianco", le raccolte punti che soddisfano l'immaginario più che i bisogni delle casalinghe, i piccoli mostri dei cartoni animati che ipnotizzano le fantasie dei piccoli e svuotano i portafogli degli adulti. La giornata del non acquisto è un invito alla sobrietà e a ripensare alla solidarietà e alla gratuità quali componenti attive di un'economia sostenibile.
Perché la giornata del non acquisto
Una piccola idea con grandi implicazioni. Vorremmo che ognuno trovasse le sue ragioni per concedersi una giornata di austerità dal consumismo. Il Buy nothing day commemora le vittime delle politiche orientate alla massimizzazione dei consumi: dalle popolazioni del Sud del mondo deboli di fronte alla globalizzazione dei mercati, all'ambiente deturpato da rifiuti e inquinamento, alla colonizzazione dell'immaginario a opera di pubblicitari che propongono modelli di vita irrealizzabili per la maggior parte della popolazione del mondo. La giornata del non acquisto è un invito a "demarkettizzare" la nostra vita.
E consiglio la lettura di Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, di Francesco Gesualdi, Collana: Nuova Serie Feltrinelli, Pagine: 168, Prezzo: Euro 9La virtù della sobrietà
Praticare la decrescita nelle proprie scelte di vita, riducendo la quantità di merci, e vivere felici
(...)
Occorre ribadire in tutte le sedi i rapporti di causa-effetto tra la crescita del p.i.l. e l'esaurimento di risorse vitali, l'incremento esponenziale delle varie forme di inquinamento, la progressiva devastazione degli ambienti naturali e storicamente antropizzati, la disoccupazione, le guerre, il degrado sociale. Ma l'analisi e la denuncia non bastano. Occorre contestualmente effettuare nella propria vita scelte che comportano decrementi, anche infinitesimali, del p.i.l. Innanzitutto perché se si è convinti che la decrescita sia un elemento indispensabile per una vita più felice sarebbe sciocco non cominciare a praticarla subito nella propria. In secondo luogo perché se le riflessioni sulla necessità della decrescita si sviluppano da una pratica concreta e sperimentata non sono soltanto speculazioni teoriche e diventano più credibili. Infine perché i vantaggi derivanti dalla loro pratica non si limitano all'ambito individuale, alla costruzione di una nicchia in cui rifugiarsi da un mondo che va in direzione opposta e difendersi dalle sofferenze che genera, ma acquistano il valore di una proposta politica. Nella ossessiva ripetitività e passività dei comportamenti consumisti massificati acquistano visibilità e luminosità, manifestano i loro vantaggi e, di conseguenza, possono suscitare ripensamenti: "Se lo stanno facendo alcuni, per quale motivo non posso farlo anche io?"
Come si può praticare la decrescita nelle proprie scelte di vita?
Il Centro nuovo modello di sviluppoIl mondo siede su due bombe: la crisi ambientale e quella sociale. Mentre le risorse si fanno sempre più scarse, alcuni segnali relativi al cambiamento del clima indicano che gli equilibri naturali si stanno alterando in maniera irrimediabile. Nel contempo sappiamo che la maggior parte della popolazione terrestre non riesce a soddisfare neanche i bisogni fondamentali: il cibo, l’acqua potabile, il vestiario, l’alloggio, l’istruzione di base. Ci troviamo di fronte a un dilemma angosciante: più crescita economica per uscire dalla povertà o meno crescita economica per salvare il pianeta? C’è un modo per coniugare equità e sostenibilità. La soluzione sta nel fatto che i popoli ricchi si convertano alla sobrietà, ossia accettino uno stile di vita, personale e collettivo, più parsimonioso, più pulito, più lento, più inserito nei cicli naturali, in modo da lasciare ai poveri le risorse e gli spazi ambientali di cui hanno bisogno. Varie esperienze individuali e di gruppo dimostrano che la sobrietà è non solo possibile ma anche liberatoria. Ma la sobrietà preoccupa per i suoi risvolti sociali. In primo luogo l’occupazione. Se consumiamo di meno, come creeremo nuovi posti di lavoro? Se produciamo di meno, guadagnando quindi di meno, chi fornirà allo stato i soldi necessari a garantire istruzione, sanità, viabilità, trasporti pubblici? In conclusione, è possibile vivere bene con meno? È possibile coniugare sobrietà con piena occupazione e garanzia dei bisogni fondamentali per tutti? È possibile passare dall’economia della crescita all’economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura? Questo libro dimostra che è possibile purché si mettano in atto quattro rivoluzioni che riguardano stili di vita, produzione e tecnologia, lavoro ed economia pubblica.
Mi sa che siamo cretine in due, allora...Keo ha scritto:sarò cretina... ma io le avevo prese più per ribellione prezzi/aumenti/ricatti commerciali...
se il messaggio è quello di rivedere dei valori trovo molto più utile il "non comprare cose inutili", la "giornata della ricerca", "1euro alla casa famiglia"... iniziative di questo genere, insomma
che a parere mio dovrebbero essere promosse sempre, non una volta tanto
per chi non crede nei valori che hai citato una giornata non basta... e forse manco mille!
e chi ci crede non ha certo bisogno di una giornata di non acquisto per ricordarselo...
Siamo talmente radicati nelle nostre idee e modi di fare che una singola giornata all'anno mi sembra più una specie di "moda" che un evento significativo dal punto di vista pratico...portare al centro dell'attenzione un tema che poi va lavorato tutti i giorni
Basterebbe frequentare i gruppi di attivisti promotori di questa e di altre iniziative per saperlo...Mi chiedo: quanti partecipanti a queste iniziative si ricordano di non sprecare/comprare roba inutile a distanza di una settimana dalla giornata apposita?