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SETTIMANA ISLANDESE A MILANO
incontri con gli autori in libreria
Libreria Hoepli
(via Hoepli 5, tel. 0864871)
lunedì 26, ore 18.00
Hrafnhildur Hagalín
autrice di
Io sono il Maestro
presenta
Sergio Maifredi
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mercoledì 28, ore 18.00
Einar Már Gudmundsson
autore di
Orme nel cielo
presenta
Fulvio Ferrari
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giovedì 29, ore 18.00
Thor Vilhjálmsson
autore di
Il muschio grigio arde
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a teatro
da martedì 27 a sabato 31, ore 21.00
Teatro Filodrammatici
(via Filodrammatici 1, tel. 028693659)
Io sono il Maestro
di Harfnhildur Hagalín
con Paolo Graziosi,
Lisa Galantini e Aldo Ottobrino
regia di Sergio Maifredi
Titolo originale: Ég er meistarinn, 1992.
Traduzione dall’islandese di Cristina Argenti e Silvia Cosimini.
Introduzione di Sergio Maifredi.
Appendice: Il teatro in Islanda di Sveinn Einarsson e Árni Ibsen
Aprile 2003 pp. 120 – Euro 8,50 ISBN 88-7091-112-8
Pubblichiamo il testo, che è andato in scena con grande successo in vari teatri del mondo e ha già vinto molti premi, in accordo con il Teatro della Tosse di Genova che lo rappresenterà, interpretato da Paolo Graziosi, Lisa Galantini e Aldo Ottobrino e diretto da Sergio Maifredi nella seguente tournée:
6-10 maggio, GENOVA, Teatro della Tosse
13-18 maggio, NAPOLI, Teatro Nuovo
22-25 maggio, BOLOGNA, Teatri di Vita
27-31 maggio, MILANO, Teatro Filodrammatici
Nella casa di due giovani, una ragazza e il suo fidanzato (musicisti freschi di conservatorio e pronti a lanciarsi verso la carriera che – sperano – li attende) compare, dopo anni di silenzio, il loro Maestro. Tre chitarristi, tre musicisti che suonano lo stesso strumento: come dice il Maestro, il conflitto sarà inevitabile. La partitura rivelerà l’insostenibile tensione verso la Perfezione, il catastrofico desiderio di annientamento di chi si rende conto di essere condannato ad affollare la schiera dei talenti anonimi. Siamo nella casa che forse un tempo era del Maestro e dove ora abitano i due fidanzati: Thor testardo studia e si esercita in attesa di un riconoscimento che pare non arrivare, Hildur ex bambina prodigio ha rinunciato alla gloria della ribalta, sbarca il lunario insegnando ad allievi privi di futuro. Il Maestro sembra arrivato per ricondurre la sua allieva di un tempo verso la sua vocazione concertistica, ma viene anche, come una sorta di Lucifero, a scombinare i loro fragili equilibri sentimentali e artistici. Qualcosa di morboso lega l’allieva al Maestro, qualcosa sembra emergere dal passato. Il Maestro non se ne va, diventa un terzo, ingombrante inquilino della casa. Il Maestro è un affabulatore, un mistificatore: i legami affettivi attorno a lui scivolano, ondeggiano in un racconto che muta e che è diverso per ogni interlocutore. “Chi sei?” gli grida Thor, “Io sono il Maestro” è la risposta. La tensione di una vocazione artistica non ancora appagata e di un amore che non si rassegna a farsi da parte costringono i protagonisti verso un finale irreversibile.
“Una delle caratteristiche principali del teatro islandese (mai rappresentato in Italia) è l’abbondanza di produzioni nuove. I nuovi testi, scritti da drammaturghi islandesi, costituiscono circa il 50% del cartellone dei tre teatri principali. Il teatro è interpretato dagli islandesi come il luogo dove la loro lingua si preserva, una lingua che è una lingua antica, ferma quasi all’anno 900 d.C., quando un gruppo di norvegesi scappò dalla propria terra e raggiunse l’ultima Thule. La lingua di un popolo che, primo in Europa, nel 910 d.c. ebbe un parlamento. Il teatro di professionisti esiste in Islanda dal 1920, dagli anni Sessanta si è cominciata ad avere una certa attenzione verso la drammaturgia nazionale e dagli anni Ottanta questa è sostenuta ed incentivata in ogni stagione teatrale. Reykjavik ha un Teatro Nazionale con 3 sale (550, 200 e 150 posti), una scuola d’arte drammatica triennale, un Teatro d’Opera ed un corpo di ballo, nonché un modernissimo Teatro Municipale con due sale da 600 e 200 posti. Akurery, la seconda città dell’isola, ha un teatro sovvenzionato dallo stato con una capacità di 300 posti. Ho cercato di dare alcuni dati per far capire che, sebbene sia un territorio ancora inesplorato, la drammaturgia islandese ha caratteristiche e ragioni proprie che le danno la dignità di una drammaturgia nazionale particolare e unica. Spero che questa messa in scena possa indicare un filone di ricerca verso una cultura per cui il teatro è ancora una necessità.” (Sergio Maifredi, regista)
Hrafnhildur Hagalín Gudmundsdottír (Reykjavík, 1965), figlia di una importante interprete del teatro islandese, è una delle più interessanti voci del teatro islandese di oggi, caratterizzato dall’abbondanza di produzioni nuove (i nuovi testi scritti da drammaturghi islandesi costituiscono circa il 50% del cartellone dei tre teatri principali). Si diploma al Conservatorio di Reykjavík in chitarra classica nel 1986 e poi studia Letteratura francese alla Sorbona di Parigi. Con la sua prima commedia, Io sono il Maestro, rappresentata al Teatro Municipale di Reykjavík nel 1990, si aggiudica il Premio della Critica Islandese nel 1991 e vince il Premio Scrittori di Teatro Nordici come miglior autrice nel 1992. L’opera è già stata rappresentata in molti paesi, tra i quali Inghilterra, Danimarca, Finlandia, Slovenia, Polonia, Australia e Stati Uniti. La sua seconda commedia, Vacci piano, Elettra, è data al Teatro Nazionale di Reykjavík nel 2000, è nominata per il Premio del Teatro Nordico nel 2001 e pubblicata nell’“Anthology of Modern Women Playwrights” della Oxford University Press. Hrafnhildur Hagalín Gudmundsdottír è attualmente scrittrice stabile al Teatro Municipale e al Teatro Nazionale di Reykjavík.
(MI): Settimana islandese
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