Mondadori (1984)
pg. 202
ISBN: 8804093676
Trama
In questa storia di un incesto non c'è nulla di immorale: nemmeno nel racconto del primo peccato, che è fatto con una spontaneità, una forza sintetica, una purezza da poeta. Il motivo del libro è la rappresentazione della coscienza dei due amanti, e soprattutto di Elias, in cui si agitano continuamente confusi la tentazione, il terrore del peccato, il desiderio del bene, l'abbandono al male. La sua forza è nella misura con cui questi sentimenti sono fusi, nella verità con cui essi informano le vicende semplici del racconto, nella lucida e dolorosa coscienza con cui la scrittrice segue questa battaglia morale. Forse è questo il libro di più alta e insieme più solida moralità che sia stato scritto in Italia dopo I Promessi sposi.
Riporto il commento che ho scritto (a caldo, appena chiuso il libro) su anobii:
Ho letto numerose recensioni positive che mi hanno spinto a leggere questo libro delle Deledda, della quale finora avevo letto poco, ma quel poco non mi aveva deluso.
E invece la delusione è arrivata qui, con “Elias Portolu”, decantato (cito dalla quarta di copertina) come “il libro di più alta e insieme di più solida moralità che sia stato scritto in Italia dopo I Promessi sposi”.
Io di alto e morale non c’ho trovato nulla:
In alcuni momenti nella mia testa l’immagine di Elias si è affiancata a quella di Gertrude, la monaca di Monza, che disse un “sì” di troppo e si ritrovò per sempre ingabbiata in una vita che non le apparteneva e che altri avevano scelto per lei. Ma in Elias manca anche il coraggio per parlare, per pronunciare quelle poche parole che garantirebbero a lui,Here be spoilersho visto solo un codardo che si nasconde dietro il rispetto per la famiglia per non assumersi la responsabilità dei suoi sentimenti e delle sue azioni, che se ne frega della serenità sua e della donna per la quale si strugge, che preferisce tacere e soffrire invece che allungare semplicemente la mano e cogliere la felicità che è proprio lì a due passi.
una vita normale e serena: è un vigliacco, un debole..e anche un odioso egoista! La presenza del fratello prima, l’onore della sua famiglia poi.. tutte scuse!! E alla fine chi paga è la povera Maddalena, innamorata e speranzosa, abbandonata e lasciata solaHere be spoilersa Maddalena e al loro bambino
Mi è venuta su una tale rabbia mentre leggevo, che avrei voluto avere Elias davanti per gridargli in faccia tutta la sua meschinità (nel senso proprio del termine, tutta la sua piccolezza) e per strappargli di dosso tutte le scuse ridicole con le quali si è nascosto dalla vita, la vita vera.. quella vita che non è agire per far contenti gli altri o per non essere malgiudicati, ma inseguire la felicità, difendere i propri sentimenti, lottare per l’amore di quell’unica persona che riesce a dare un senso ad ogni respiro.Here be spoilersnon una ma ben tre volte (prima delle nozze, dopo la morte del marito e dopo quella del figlio).