Nel titolo del thread non ci stava tutto
Ho acquistato questo libro in seguito alla segnalazione di MarcelloBasie: aveva postato una vignetta su Facebook riguardante gli introversi che mi aveva incuriosito parecchio.
L'autrice del libro ci propone un viaggio in questo mondo particolare, gli introversi, che fanno parte di almeno 1/3 della popolazione. E' un saggio, ma devo dire che non è mai stancante perchè non prolisso e strutturato molto bene.
La vignetta di cui parlavo sopra mi aveva fatto riflettere: e se fossi anche io un'introversa? Sin da quando ero bambina sono sempre stata etichettata come "timida", eppure non mi sono mai sentita tale, perchè alcune caratteristiche della mia personalità sembrano esulare del tutto dalla descrizione di un timido. Ebbene, c'era tutto un mondo di introversione di cui non ero a conoscenza!

L'analisi che più o meno viene fatta nelle pagine del libro è molto chiara, delinea quali sono i punti di forza e quelli di debolezza di un introverso. Prima di tutto la grande distinzione tra un timido (che a volte vorrebbe comportarsi in un certo modo ma è bloccato) e un introverso (che sceglie di non fare certe cose perchè sa che non gli interessano). Poi le caratteristiche (in cui spesso mi sono ritrovata) che delineano queste personalità: disagio nel trovarsi in mezzo a grandi gruppi di sconosciuti, rendimento maggiore nel lavoro autonomo rispetto a quello di gruppo, capacità di ascoltare più che di parlare e così via. Il punto focale del discorso è che l'estroverso si ricarica socializzando (anche superficialmente, magari in mezzo a grandi gruppi di persone), mentre l'introverso si scarica completamente in queste situazioni, e necessita fisicamente e psicologicamente di un momento di solitudine per ricaricarsi.
Per quanto mi riguarda è stata un'analisi molto interessante, che in un certo senso mi ha aiutato a capire alcuni miei atteggiamenti e anche quelli di altre persone (spesso ho pensato a persone che conosco che si comportavano in un certo modo).
C'è anche un bel capitolo in cui si spiega come i mondi introverso/estroverso interagiscono, e come si può migliorare la comunicazione (sia a livello personale che lavorativo).
Un altro interessante spunto è l'analisi del bambino introverso e del tipo di problemi che deve affrontare a livello scolastico (per le scuole improntate sempre di più sul lavoro di "gruppo" rispetto al lavoro sul singolo) e in generale a livello sociale, e come un genitore può approcciarsi a lui (perchè generalmente i bambini introversi vengono etichettati come "poco socievoli" e spinti a fare cose con interessano).
E' molto incentrato sul sistema scolastico e lavorativo americano, sicuramente alcune cose in Europa sono più soft e a mio parere c'è meno competizione di quanta non ce ne sia negli Stati Uniti (anche se sicuramente molte cose stanno cambiando anche qui), ma questo non rende il libro meno interessante.
Lo consiglierei a tutti, può davvero essere d'aiuto nelle relazioni. A volte ci facciamo dei "film" sulle persone che non corrispondono alla realtà, mentre potremmo guardare le persone con occhi diversi
