mi intrometto di fretta nella discussione, che si annuncia ricca di pepe e spunti.... (spunti, no sputi)....
(di fretta perchè devo trovare la mia vecchia camicia a fiori per una festa awaiana a bordo piscina sulle prealpi varesine: sono uomo di mondo

)

forse i due schieramenti che si sono creati di slancio e sullo slancio della fenomeno flashmob dimenticano (o tengono in secondo piano) qualla che per me è invece la cosa fondamentale: la "libertà"; la libertà di fare, e quella di non fare (e di criticare od approvare, evidentemente).
salvo la discussione sconfinata sui "limiti" alla suddetta libertà, non vedo perchè criticare (ma anche esaltare eccessivamente) un "fenomeno" o "gesto" o "idea" che, a parte la forte componente ludica e fors'anche protestataria ed antagonista, è essenzialmente un gesto di "libertà".
quindi è anche "libertà" il fregarsene o il criticarlo.
forse il punto stà nella visibilità e nella "visibilizzazione" del flashmob.
le solite cose: l'uso della rete come strumento di comunicazione globale ed indistinta; la caccia alla "notizia curiosa" dei giornali (e tele...); l'idea che aggregazione voglia significare aggregazione di idee e progetto (a tutti i costi...); umana tendenza a domandarsi "ma cosa c'è dietro?" (vedi BC!!!!); ecc. ....
non credo sia completamente così. è un gioco; il risultato dell'incontro di un'idea (una "idea applicata", diciamo) con dei "mezzi di diffusione" facili ed alla portata di tutti e con "l'esprit du kazzege" che tutti noi ben conosciamo.
non ci vedo dunque nulla di "sprecato" ne di stravolto.
ma, di mio, pure non ci vedo nulla di veramente interessante o con sviluppi in prospettiva.....anche se in passato un gruppo di incazzosi cittadini gallici pare si sia ritrovato proprio grazie ad un passaparola flashmobbico di fronte ad una famosa casa circondariale della capitale.....ma questa è un altra storia
p.s. io continuerò, comunque, imperterrito mei miei mob solitari.....
