Questo libro mi ha preso alla sprovvista perché Vitali mi aveva abituata a racconti sul microcosmo di Bellano con tanti personaggi divertenti e uno stile ironico e disincantato.
Questo racconto con un'atmosfera rarefatta e inquietante, con un'ambientazione volutamente anonima, uno quna trama a metà tra la realtà e l'incubo, in cui si passa da dall'una all'altro senza una spiegazione o un ritmo che passa dare almeno un po' disenso alla vicenda. La vita è un sogno, in questo caso è la vita sognata o il sogno che interrompe la vita?
E' un racconto e manca una profondità nell'angoscia ma è scritto bene in modo scorrevole e si legge d'un fiato cercando una fine che dia un senso, che in certo qual modo circoscriva l'angoscia che suscita la trama del libro.... ma l'angoscia resta e non svelo altro che ho già detto troppo.
Non è il mio genere, a me non piacciono i libri inquietanti, ma dando un giudizio indipendente dai miei gusti direi che si merita almeno un 7,5.
(Mi dispiace Fosca
