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END OF PROJECT REPORT
Prot. no. BCER031018.b
SUBJECT
- Madornale, il 33!
MEETING CLASS(^)
- Micro Meet-Up
START DATE
- 200310181430CET
END DATE
- 200310190100CET
PROJECT MANAGER
- Ciacio
DISTANCE
- 0.50 km from Bologna
WEATHER REPORT
- I've seen things...
PRESENTI
- Angela
- Ciacio
- Pa
- Tanelorn
ASSENTI
- Gwineth
- Kiarina
- Maredistelle
CIBARIE
- Cibarie? Bookcrossing, non foodcrossing! Al massimo footcrossing!!!
Bevande
- Mono origine 100% arabica + 5gr di Domori Break
- Jamaican Blue Mountain Gran Cru 100% arabica
REPORT
Madornale, il 33!
Sotto la pioggia lieve ed infida, il cielo grigio di meta' autunno di primo pomeriggio, una piccola vettura sfreccia in mezzo al traffico della via Emilia. "Accelera! Accelera! maledizione! Ci stanno quasi per raggiungere!" mi urla Angela nell'orecchio voltandosi di scatto indietro per controllare i nostri inseguitori e poi di nuovo avanti per scrutare il traffico, troppo intenso, proprio in quel momento.
I tergicristalli rumoreggiano e la pioggia sembra piu' intensa, il tachimetro segna 80 ma una Punto Sole grigio metallizzato mi costringe ad una brusca frenata; la sirena e' piu' vicina, la sento, mi spinge ad affondare sull'acceleratore, mi butto sull'altra corsia. Dei fari, vicinissimi. Occhi spalancati. Fari abbaglianti! In terza, confido nelle doti di ripresa della mia Micra 16 valvole (che servano a qualcosa, una volta tanto!) mi butto sulla destra ma l'altra macchina non riesce ad evitare la collisione e mi colpisce, inevitabilmente. Per la terza volta in dieci anni e la seconda in un mese, mi salta lo specchietto sinistro. Il pomello, con una serie di rimbalzi, salta e come un proiettile mi colpisce sulla coscia destra. Niente dolore. Troppo concentrato per sentirlo. Sento la macchina vibrare, sussultare, mentre l'altra mi sfrega tutta la fiancata sx (tanto e' già da rifare e il perito non l'ha ancora periziata).
Rumori stridenti e scintille. Riesco a rimettermi in carreggiata; uno sguardo allo specchietto e vedo l'auto che mi ha colpito che non riesce a tenere il controllo, sbanda, colpisce il retro una macchina dietro di noi e si infila di traverso nel fosso. Ma la pattuglia riesce a superare l'ostacolo indenne o quasi e continua imperterrita. E io imperterrito premo l'acceleratore e continuo nella mia folle corsa.
Passo il ponte di CastelSanPietro, l'ampia curva, 80-85...90-100, il semaforo e' verde per fortuna! Il semaforo grande e' arancione in lontananza. Non demordo. Rosso! Cinque macchine davanti a me. Non posso fare altro che continuare. Sorpasso a sinistra. Le auto provenienti da destra e da sinistra si stanno già muovendo non posso fermarmi, cerco di evitare quella a sinistra ma colpisco quella a destra che carambola e si ferma in mezzo all'incrocio. La pioggia, piu' intensa, attenua il rumore del terribile e infernale schianto.
L'urto mi fa perdere il controllo e l'asfalto bagnato e' letale: aquaplaning mi fa andare dritto contro la macchina in attesa del verde di fronte a me. Per un brevissimo istante incrocio lo sguardo della signora cotonata che e' impietrita.
Non riesco a vedere dietro di me, lo specchietto si e' spostato. guardo in avanti, la strada e' libera, il sole splende, l'asfalto asciugato in un attimo, l'aria e' fresca e me ne accorgo bene ora che il parabrezza e' squarciato. Accelero perchè ora mi sento libero e non piu' inseguito ma vedo un puntino in lontananza sul lato della strada. Diventa sempre piu' grande. Lo osservo meglio: e' un daino ritto su due zampe, e' vestito da palombaro ma senza scafandro e ha una paletta segnaletica in mano con la quale mi fa cenno di fermarmi.
Mi fermo.
Qui.
Sono le 14:30 quando io ed Angela partiamo da casa; il cielo e' grigio e piove, fortunatamente non forte ma abbastanza da farmi riflettere sull'impossibilita' di prendere rischi e di raggiungere velocità moderatamente elevate. L'appuntamento con Pa' e Tanelorn e' stato fissato per le 15:00 in stazione ma solo una time-machine (macchina del tempo) o un teletrasporto o comunque tecnologie di cui non sono personalmente ancora in possesso ci potrebbero far sperare di arrivare in orario. Disquisire sulle cause che hanno portato a questa situazione esula dagli intenti di questo scritto ed e' di interesse minimale. Leggi: chi se ne importa?
La decisione da prendere era in quel momento: stradelli guelfi o via Emilia? Con una sorta di misticismo, casualità e freddo calcolo entrambi ci siamo buttati sulla seconda che ho detto. E visto che il traffico faceva sperare in assolutamente in nulla di buono, a Castel San Pietro Terme decido di entrare in autostrada che trovo un po' trafficata ma in ottime condizioni poichè, nonostante la pioggia incessante, qualcuno di Autostrade S.p.A. ha una volta tanto fatto i lavori per bene dal momento che l'asfalto permeava tutto quanto rendendo il manto adeguato per la velocità dei 130-140 che in genere la mia Micr(ob)a e' in grado di tenere normalmente in condizioni di asciutto.
Uscendo a Bologna-Interporto, non so proprio come, riusciamo ad arrivare parcheggiando dietro al piazzale Est giusto attorno alle 14:20, addirittura prima di Bergonzoni, prima meta' del nostro pellegrinare di oggi in quel di Bologna.
Ci incontriamo vicino alla pensilina dove il 33 deve passare a minuti. Presentazioni, baci, abbracci, convenevoli, sconvenevoli; passa un 33 ma e' un ignobile falso, solo una pessima imitazione all'interno del quale non vi era alcun personaggio famoso della cultura o dello spettacolo!
Lo snobbiamo aspramente e attendiamo il successivo che passa attorno alle 14:40(?). Ma prima di ciò un tipo ci smolla una copia del "Resto del Giorgino" che Tane saggiamente utilizza come copri-capo sotto la pioggia (un foglio di giornale e' pur sempre meglio di niente) di cui perdiamo le tracce poco dopo. E dire che avremmo potuto fare anche noi un po' di volantinaggio...
Arriva l'autobus vuoto o quasi ma si riempie subito o quasi. Con quasi tutti tranne noi e pochi altri.
Si diffonde una voce incontrollata che sosterrebbe che ci sarà un secondo giro di giostra per chi e' rimasto a terra in questo momento. Non potendo fare altri menti, decidiamo di credere alle voci.
E, pensando di fare una buona azione, andiamo alla ricerca della fermata precedente questa (perchè la successiva non ci sarebbe stata comoda). Ci imbattiamo nel mercatino semi movente di Piazza Galeria che ci fa subito disperdere ma quando ci ricomponiamo siamo tutti daccordo per fermarci al bar per qualche minuto. Anche perchè i minuti non aspettano e gli autobus neanche.
Riusciamo a trovare la fermata precedente che, nella nostra testa e nella nostra fantasia, ci avrebbe permesso di salire prima degli altri e di avere il posto assicurato.
Peccato però che non abbiamo preso in considerazione il fatto che quell'autobus era già strapieno da circa mezz'ora e che era molto improbabile che si svuotasse nel frattempo.
Infatti quando l'autista ci vede che ci sbracciamo per placcarlo, forse con un diabolico sorriso sulle labbra, facendo un curioso movimento destra-sinistra-destra con il dito indice (non il medio, l'indice!) accenna appena a rallentare, ma solo perchè il semaforo era rosso.
Capito l'aforisma (o antiforisma) ci dirigiamo verso la fermata successiva, si', proprio quella da dove siamo partiti, in stazione centrale. Angela e Tanelorn rimangono indietro mentre io e Pa' siamo davanti; ma nella mia corsa perdo anche quest'ultimo (si dice a causa di semafori rossi o cose del genere).
E, correndo in quel modo sotto la pioggia, proprio mentre attraverso l'enorme incrocio del ponte ho una specie di flash, un deja vu, un flash-back.
Una serie di neuroni, stranamente attivi di sabato pomeriggio, combinati in uno strano modo, mi hanno portato indietro al 1999 e a 10.000km di distanza quando, attraversavo sotto la stessa pioggia, con la stessa energia, lo stesso passo veloce, lo stesso sguardo verso le cose e il mondo esterno, mi trovavo nel quartiere di Shinjuku a Tokyo.
Autocito da uno scritto del tempo:
"Ricordo l'incredibile sensazione che ho provato correndo in maglietta e antivento legato alla cinta sotto la pioggia lungo il ponte vicino all'uscita est di Shinjuku guardando con occhi stupiti i grattacieli che mi attorniavano e con tutte quelle scritte che per me sono ancora totalmente aliene. Ho sentito, in quel momento di eccitazione, la pelle d'oca corrermi lungo le braccia e non era sicuramente per il freddo."
- Claudio Ciani - Diario del Giappone - marzo 1999
Arrivo alla fermata giusto al momento dell'apertura delle porte e aspetto l'arrivo degli altri tre moschettieri. Che paiono essere dispersi. Ma poi, con passo calmo, li vedo uscire dalla nebbiolina della pioggia come cavalieri da una foresta.
Saliamo e stiamo abbastanza larghi da poterci permettere addirittura il lusso di poter stare seduti. Nella mezzoretta che segue siamo stati alquanto in silenzio per poter ascoltare il personaggio famoso Bergonzoni Alessandro, noto logorroico dei colli bolognesi che, alternando e altalenandosi tra letture deliranti (suoi scritti dei tempi in cui) e improvvisazioni fatte sul momento o pianificate con largo anticipo, ci ha intrattenuto (e trattenuto) all'interno dell'autobus che ha aperto le porte solo una volta per tutti i viali. Cio' che e' stato detto in questo periodo di intimità con ilpersonaggiofamoso e' stato meschinamente registrato dal reporter sotto scritto anche se non ha avuto ancora la possibilità di vedere la qualità del prodotto finale.
Arrivato in stazione l'autista si blocca repentinamente e fa scendere tutti ma proprio tutti, compreso il Bergonzono-personaggiofamoso.
Rimaniamo un po' alla fermata dell'autobus e, visto che ho la macchina fotografica, non resisto all'impulso del tutto puerile (infantile e' una definizione troppo infantile) di fare una foto con esso.
L'occasione mi viene data quando un ragazzo che non ha la macchina fotografica ha l'ardore di chiedere se gli posso fare una foto che poi gli spediro' a casa quando l'avro' sviluppata.
Purtroppo con il rammarico di non essere stato sufficientemente deficiente nell'espressione nella foto che abbiamo fatto, alla fine decidiamo di muoverci verso altri libri. Dopotutto siamo adALTAvoce, anche sono già le cinque del pomeriggio.
Ci incamminiamo per via Indipendenza e la percorriamo tutta quanta per il lungo. Alla fine propongo di fare un salto nell'unico posto nell'Universo conosiuto e sconosiuto dove io bevo il caffè.
E, dopo l'infusione del caffè etiope Sidamo della volta scorsa, dapprima tentato da un caffè alla turca, alla fine assieme a Pa' prendo un caffè arabico di cui non ricordo origine ne' provenienza associato ad un Break Domori. Angela si e' buttata su un Gran Cru Jamaican Blue Mountain (il caffè piu' selezionato, piu' pregiato, piu' costoso e piu' raro che esista) mentre Tanelorn, il solito salutista, rinuncia anche al caffè.
E in effetti adALTAvoce e' stata tutta qua. Sia perchè il tempo climatico non ci dava quella carica per spaccare il mondo necessaria quando si deve girare un po' per tutto il centro storico, sia perchè il tempo a nostra disposizione non e' stato così tanto fin dal principio (avevamo in programma di tornare a Imola per incontrarci con MasterWiz - Roberto) rosicato ulteriormente dall'inconveniente dell'autobus pieno che ha fatto si' che solo il Bergonzoni ci ha portato via quasi una ora e una mezza.
Abbiamo quindi accompagnato Tanelorn fino a casa dopodiché alla macchina, abbiamo accompagnato Pa' fino a Forli' che a sua volta ci ha accompagnato, una volta caricato MaterWiz, fino a Bertinoro dove abbiamo potuto degustare le delizie tipiche della romagna in un bistrot del loco.
Riaccompagnato Pa' alla stazione, seguendo la sempiterna via AEmilia nel cuore della notte sempre piu' fredda ci siamo diretti verso quel di Imola.
Claudio "Ciacio" Ciani
(^)
00 - 02 Solo Meet-Up
03 - 05 Micro Meet-Up
06 - 10 Mini Meet-Up
11 - 19 Meet-Up
20 - 34 Midi Meet-Up
35 - 50 Maxi Meet-Up
51 - 99 Mega Meet-Up
100+ CosmicRaveParty Meet-Up HunzHunzHunz!
---END OF REPORT---
Adesso sono le 03:59 e ho appena finito di scrivere questo report iniziato dopo il termine di "Lola corre" trasmesso su RAI2 stanotte fino alle 01:20 e ascoltando Blackie 31-36 che ho appena masterizzato. Sono un po' stanchino. Domani mi aspetta una lunga giornata e mi devo preparare per andare a conoscere ed esplorare una regione che non ho mai visitato in vita mia, ai confini con la Slovenia.
Ma se e' vero che non si vive di solo MeetUp, e' vero che si vive anche senza? Mah!
Buona notte!
Ciacio-in-coma