Per farlo userò la più grande rete di comunicazione della storia antica, il Mediterraneo. E vi accederò dal Po. Mi è del tutto indifferente se le risposte mi giungeranno nel 2016 dallo Stretto dei Dardanelli o tra un mese da Milano Marittima... tutti i mezzi sono utili per costruire la Grande Comunità Umana. Grazie per l’attenzione.”

Questo è un messaggio lasciato su una chat – che io ho letto su “Direct news”, all’interno di una rubrica del revival dei messaggi in bottiglia lasciati in mare-.
Ho letto anche che l’origine di questo modo di comunicazione è documentata dal 300 a.C. con Teofrasto; nel Cinquecento è stata una grande e diffusa moda.
All’indirizzo www.timespub.tc/Astrolabe/Fall2001/message.htm si trova il primo museo dei messaggi ritrovati – non ho visto il sito però-. Negli Stati Uniti hanno creato anche un servizio a pagamento per affidare i messaggi alle onde.

Vengo all’idea: sareste interessati a organizzarci per “Dire le parole che vorremmo”, metterle in bottiglia, lasciarle in mare?
Io, vivendo a Napoli, poteri “rilasciare” le bottiglie di chi fosse lontano dal mare o volesse questo luogo “magico” come porto di partenza delle proprie parole.

Facciamo intanto una raccolta di idee, proposte, riflessioni, suggerimenti?