Ahmad Kadyrov, l'ultima intervista

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

Moderatori: liberliber, -gioRgio-, vanya

Rispondi
Avatar utente
Pa
Re del Mare
Messaggi: 1715
Iscritto il: mer gen 08, 2003 9:37 am
Località: Forlì
Contatta:

Ahmad Kadyrov, l'ultima intervista

Messaggio da Pa »

Codice: Seleziona tutto

di  Marco Mostallino
09 May 2004 
 Da partigiano a collaborazionista: è la carriera, agli occhi della resistenza cecena, di Akhmad Kadyrov, il presidente filorusso della repubblica ex sovietica ucciso oggi in un attentato insieme a un'altra trentina di persone. Il cambio di casacca di Kadyrov è raccontato nell'ultima intervista rilasciata dal presidente alla Pravda nel luglio del 2003, che pubblichiamo in esclusiva.

"Sono cresciuto in una famiglia molto religiosa - racconta l'ex guerrigliero - e potevo facilmente leggere il Corano (che i musulmani leggono solo in arabo, ndr) già all'età di cinque anni. Come pensate che potessi restare calmo quando certa gente, come Shamil Basayev, Arlan Maskhadov o Movlady Udugov, cercava di insegnare a me cosa è l'Islam?". 

Una dichiarazione di fede profonda, quasi integralista, dunque, come presupposto per giustificare una scelta in base alla quale il traditore, di fronte ai ceceni, non sarebbe Kadyrov ma i suoi ex amici rimasti dalla parte degli insorti. "Certo - prosegue il presidente filorusso - stavo da quella parte e sono fiero di essere stato capace di seguire la via giusta. Esistono - spiega alla Pravda - precise ragioni in base alle quali io dichiarai la Jihad contro la Russia nel 1995 e poi cambia la mia posizione. Quello era il tempo in cui la popolazione era fissata con l'idea della liberazione. La gente pensava che persone come Dudayev o Yandarbiyev volessero la libertà e uno Stato islamico per la Cecenia". 

Poi però, secondo Kadyrov, la situazione mutò. "Esiste - spiega il presidente alla Pravda - una regola della Sharia: se il nemico cerca di eliminarti, tu devi opporre una forte resistenza. Ma da noi il nemico non venne di propria iniziativa: fummo noi a portarlo in casa nostra. Noi andammo in Dagestan, compimmo un massacro e poi tornammo indietro". 

"Questo significa che la Russia è il nemico che venne ai nostri confini e chiese la consegna dei banditi, ovvero di Basayev, Khattab e tutti coloro che erano stati in Dagestan. Ma invece di consegnare i banditi, Aslan Maskhadov li nominò comandanti. Fu lui ad accettare la guerra - è la conclusione politica di Kadyrov - ed è stato allora che io mi sono sollevato contro di loro". 

Marco Mostallino 
m.mostallino@reporterassociati.org 

 
Fonte: Vedi la mia firma....
Il nostro compito e' guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere piu' semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.
Rispondi