Un racconto su Milano e proposta per bookcrosser scrittori..
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- parolina
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Un racconto su Milano e proposta per bookcrosser scrittori..
Ci sono bookcrosser che scrivono a Milano?! Di sicuro sì!!
Leggete questo raccontino che ho scritto, e se vi è piaciuto leggete il prossimo mio post.
C'è un'idea che è venuta a me e a Johnnyfichte, che molti di voi "milanesi" conoscono...
Grazie x l'attenzione
Wandering
Poi prendere la metropolitana, e riemergere dal sottosuolo a via Montenapoleone. Non ti puoi sbagliare di fermata, dice sulle scale mobili un ragazzino agli amici, è quella che ha solo i cartelloni Armani.
La ragazza che mi precede sul marciapiede è venuta qui per fermarsi al bordo del lusso. Si dice outlet e significa vorrei-ma-non-posso, frustrazione aperta sette giorni su sette. La seguo.
La merce è ammucchiata su aste di metallo, ogni due tre metri un’etichetta col nome di una griffe attaccata con lo scotch. Donne – ape regina sciamano, attorniate da fuchi carichi di sacchetti. Donne-falco avvistano la preda e la catturano sullo scaffale.
In Via Montenapoleone la quiete si nasconde dietro a un portone massiccio. Piu giù, in fondo a una fuga di sale, corridoi, crocefissi e armadi con le reliquie dei santi, qualcuno prega nella chiesa di San Francesco di Paola. Esplosione barocca di legno intarsiato e luce, musica sacra in filodiffusione e un prete che recita il breviario, camminando avanti e indietro lungo l’unica navata. Tele di autore ignoto mi raccontano la storia che non conoscevo, quella del santo pellegrino che nel cinquecento si presentò in sandali a tutti i potenti per ammonire, convincere, pacificare e persino benedire la corona del Delfino di Francia. Scolpita sull’altare, affrescata negli angoli della volta, incisa sullo stipite della sacrestia, la parola “charitas”.
La quiete è lì, a pochi metri dalle vetrine sontuose, nella vetreria ingombra di bicchieri e cristalli decorati a mano. E’ in uno di quei cortili in cui si può entrare soltanto se si ha qualcosa da fare, un nome scritto sulle targhe d’ottone da dire al portiere per rassicurarlo sulle proprie buone intenzioni – o se si ha qualcosa da comprare negli atelier popolati di borse bellissime. La commessa si annoia da sola nel negozio vuoto e si sfoga al telefono: la porta è aperta, filtrano parole di una storia triste. Ascolto fingendo di guardare una pochette. Non entro perché non voglio interromperla. Spero che una volta posato il ricevitore, tacendo, si accorga del silenzio, questa merce preziosa destinata al godimento di pochi.
La casa dove ha vissuto Carlo Cattaneo. Un’ingombrante impalcatura: opening soon. Sorveglianti in divisa davanti alle gioiellerie, sorveglianti in borghese accanto agli ingressi dei negozi. Giapponesine nel paese dei balocchi. Rifletto, ho il portafogli vuoto. Come mi sento? Forse come la protagonista di un romanzo di Kundera, che avrebbe voluto camminare per strada con in mano un mazzetto di viole da guardare e annusare, senza curarsi del resto. E se in ognuna di queste borse che circolano intorno a me fosse invece contenuto un libro?
Sulla via di casa passare in Galleria, e non vederla più malinconica e polverosa. Vederla con gli occhi della Modella, che è una che le piace stare in mezzo e quindi ogni notte passeggia in Vittorio Emanuele, e anche se le calze a rete sono bucate e il pastrano è scolorito, cammina come fosse ancora in passerella. Da giovane faceva la mannecuin, e sfilava davanti ai clienti del gran mondo con indosso i più bei vestiti, e andava a teatro. La bellezza è volata via, e ogni volta è stata una disgrazia diversa a portarla lontano.
Ma, più di tutto, vederla con lo sguardo ironico e saggio della Roberta, che è spuntata dal nulla in Galleria una notte, e l’ha colorata con il rosso laccato delle sue unghie lunghissime. Si è conquistata subito il posto migliore, una sedia per dormire, l’amicizia di una guardia giurata e una signora che le porta panini. E’grazie a lei che so che le facce dei turisti seduti ai tavolini dei bar, quando ricevono il conto, si fanno bianche bianche, e che per fare amicizia con i poliziotti basta chiamarli sempre eccellenza, così si sentono importanti.
E alla fine tornare a piedi piano piano, annusando la primavera e pensando che forse bisognerebbe inventare una lingua nuova per le parole di questa città, per l’italiano mescolato al francese e qualche cosa che sa di Maghreb dei due ragazzi che mi passano accanto, parlando di donne e di palestra. Ho già le chiavi in tasca, quando mi fermo sotto la finestrella del liutaio che rifinisce un archetto alla luce brillante del tramonto, poggiato al davanzale del suo laboratorio minuscolo, proprio all’angolo della piazza dove vivo. “Produzione e riparazione: viole, violini e chitarre”. E’scritto sul vetro. E siamo a Milano, anno domini 2004.
Leggete questo raccontino che ho scritto, e se vi è piaciuto leggete il prossimo mio post.
C'è un'idea che è venuta a me e a Johnnyfichte, che molti di voi "milanesi" conoscono...
Grazie x l'attenzione
Wandering
Poi prendere la metropolitana, e riemergere dal sottosuolo a via Montenapoleone. Non ti puoi sbagliare di fermata, dice sulle scale mobili un ragazzino agli amici, è quella che ha solo i cartelloni Armani.
La ragazza che mi precede sul marciapiede è venuta qui per fermarsi al bordo del lusso. Si dice outlet e significa vorrei-ma-non-posso, frustrazione aperta sette giorni su sette. La seguo.
La merce è ammucchiata su aste di metallo, ogni due tre metri un’etichetta col nome di una griffe attaccata con lo scotch. Donne – ape regina sciamano, attorniate da fuchi carichi di sacchetti. Donne-falco avvistano la preda e la catturano sullo scaffale.
In Via Montenapoleone la quiete si nasconde dietro a un portone massiccio. Piu giù, in fondo a una fuga di sale, corridoi, crocefissi e armadi con le reliquie dei santi, qualcuno prega nella chiesa di San Francesco di Paola. Esplosione barocca di legno intarsiato e luce, musica sacra in filodiffusione e un prete che recita il breviario, camminando avanti e indietro lungo l’unica navata. Tele di autore ignoto mi raccontano la storia che non conoscevo, quella del santo pellegrino che nel cinquecento si presentò in sandali a tutti i potenti per ammonire, convincere, pacificare e persino benedire la corona del Delfino di Francia. Scolpita sull’altare, affrescata negli angoli della volta, incisa sullo stipite della sacrestia, la parola “charitas”.
La quiete è lì, a pochi metri dalle vetrine sontuose, nella vetreria ingombra di bicchieri e cristalli decorati a mano. E’ in uno di quei cortili in cui si può entrare soltanto se si ha qualcosa da fare, un nome scritto sulle targhe d’ottone da dire al portiere per rassicurarlo sulle proprie buone intenzioni – o se si ha qualcosa da comprare negli atelier popolati di borse bellissime. La commessa si annoia da sola nel negozio vuoto e si sfoga al telefono: la porta è aperta, filtrano parole di una storia triste. Ascolto fingendo di guardare una pochette. Non entro perché non voglio interromperla. Spero che una volta posato il ricevitore, tacendo, si accorga del silenzio, questa merce preziosa destinata al godimento di pochi.
La casa dove ha vissuto Carlo Cattaneo. Un’ingombrante impalcatura: opening soon. Sorveglianti in divisa davanti alle gioiellerie, sorveglianti in borghese accanto agli ingressi dei negozi. Giapponesine nel paese dei balocchi. Rifletto, ho il portafogli vuoto. Come mi sento? Forse come la protagonista di un romanzo di Kundera, che avrebbe voluto camminare per strada con in mano un mazzetto di viole da guardare e annusare, senza curarsi del resto. E se in ognuna di queste borse che circolano intorno a me fosse invece contenuto un libro?
Sulla via di casa passare in Galleria, e non vederla più malinconica e polverosa. Vederla con gli occhi della Modella, che è una che le piace stare in mezzo e quindi ogni notte passeggia in Vittorio Emanuele, e anche se le calze a rete sono bucate e il pastrano è scolorito, cammina come fosse ancora in passerella. Da giovane faceva la mannecuin, e sfilava davanti ai clienti del gran mondo con indosso i più bei vestiti, e andava a teatro. La bellezza è volata via, e ogni volta è stata una disgrazia diversa a portarla lontano.
Ma, più di tutto, vederla con lo sguardo ironico e saggio della Roberta, che è spuntata dal nulla in Galleria una notte, e l’ha colorata con il rosso laccato delle sue unghie lunghissime. Si è conquistata subito il posto migliore, una sedia per dormire, l’amicizia di una guardia giurata e una signora che le porta panini. E’grazie a lei che so che le facce dei turisti seduti ai tavolini dei bar, quando ricevono il conto, si fanno bianche bianche, e che per fare amicizia con i poliziotti basta chiamarli sempre eccellenza, così si sentono importanti.
E alla fine tornare a piedi piano piano, annusando la primavera e pensando che forse bisognerebbe inventare una lingua nuova per le parole di questa città, per l’italiano mescolato al francese e qualche cosa che sa di Maghreb dei due ragazzi che mi passano accanto, parlando di donne e di palestra. Ho già le chiavi in tasca, quando mi fermo sotto la finestrella del liutaio che rifinisce un archetto alla luce brillante del tramonto, poggiato al davanzale del suo laboratorio minuscolo, proprio all’angolo della piazza dove vivo. “Produzione e riparazione: viole, violini e chitarre”. E’scritto sul vetro. E siamo a Milano, anno domini 2004.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(Giorgio Gaber)
+++
La speranza ha due splendidi figli: sdegno e coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.
non è neanche il volo di un moscone,
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- parolina
- Corsaro Rosso
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Proposta per bookcrosser scrittori
Allora
L'idea è questa
Milano nella testa della gente è un cliché. E' tutta uguale, è sporca, è smog... è brutta. Invece secondo me milano è un sacco di posti insieme, è piena di gente storie posti idee che vale la pena raccontare.
Però bisogna vederli.
Allora a volte io esco con il solo obiettivo di lasciarmi trasportare dai piedi e osservare. E mi capita di cogliere storie gente persone che magari si associano ad altre esperienze personali, e queste storie si trasformano in racconti o frammenti tipo quello che avete letto.
Sarebbe bello che qualcuno di voi facesse lo stesso, aggiungendo le sue storie persone luoghi e qualsiasi altra cosa riguardi Milano, senza essere il solito cliché. E poi sarebbe bello mettere insieme tutti questi racconti frammenti o quanto altro uscirà fuori, e creare una specie di "libro" che racconti Milano da questi mille altri punti di vista.
Una specie di blog, forse... fatto di racconti e destinato a essere poi "liberato" nella migliore tradizione bookcrosser, sulla rete oppure sulla carta.
Naturalmente la cosa è da discutere per organizzarla bene. Ma intanto, c'è qualcuno che ne ha voglia?
Buon weekend da Parolina
L'idea è questa
Milano nella testa della gente è un cliché. E' tutta uguale, è sporca, è smog... è brutta. Invece secondo me milano è un sacco di posti insieme, è piena di gente storie posti idee che vale la pena raccontare.
Però bisogna vederli.
Allora a volte io esco con il solo obiettivo di lasciarmi trasportare dai piedi e osservare. E mi capita di cogliere storie gente persone che magari si associano ad altre esperienze personali, e queste storie si trasformano in racconti o frammenti tipo quello che avete letto.
Sarebbe bello che qualcuno di voi facesse lo stesso, aggiungendo le sue storie persone luoghi e qualsiasi altra cosa riguardi Milano, senza essere il solito cliché. E poi sarebbe bello mettere insieme tutti questi racconti frammenti o quanto altro uscirà fuori, e creare una specie di "libro" che racconti Milano da questi mille altri punti di vista.
Una specie di blog, forse... fatto di racconti e destinato a essere poi "liberato" nella migliore tradizione bookcrosser, sulla rete oppure sulla carta.
Naturalmente la cosa è da discutere per organizzarla bene. Ma intanto, c'è qualcuno che ne ha voglia?
Buon weekend da Parolina
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- micoool
- Corsaro Nero
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Re: Proposta per bookcrosser scrittori





io la trovo una grande idea!!! quindi mi facciov enire in mente qualcosa da scrivere..

anche io penso che Milano non sia solo uno "schifo", cosa che tutti mi dicono sempre.

Micol
Se leggero ti farai io sarò vento per darti il mio sostegno senza fingere e se distanza ti farai io sarò asfalto impronta sui tuoi passi senza stringere mai (Subsonica)
E sapeva che nessuna terra avrebbe nascosto in lei l'orma del mare (Baricco)
il mio blog: http://micoool.splinder.com
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- Frine
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molto bello, davvero.. però una domandina.. che c'è di male nell'outlet??
Frine-che-due-volte-l'anno-va-a-Serravalle-a-rifarsi-il-guardaroba
(Frine capisce benissimo che questo è il classico caso di "inizio di degenerazione del thread", ma proprio non è riuscita a tenere la bocca cucita.. redarguitela pure, se necessario)

Frine-che-due-volte-l'anno-va-a-Serravalle-a-rifarsi-il-guardaroba
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Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)
















- legs-weaver
- Corsaro Nero
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Bello veramente
Abito a milano da trent'anni ma è incredibile come si possano sempre scoprire cose nuove di questa città

Abito a milano da trent'anni ma è incredibile come si possano sempre scoprire cose nuove di questa città

"Winners are willing to do what losers won't"
"Impara bambino a scuola impara uomo in carcere impara donna in cucina frequenta la scuola, senza tetto procurati sapere tu che hai freddo affamato, impugna il libro è come un'arma. Non temere di fare domande verifica le cose che leggi ciò che non sai di tua scienza in realtà non lo sai." (Bertold Brecht)
http://aru0tal1b3ra.blogspot.it/
"Impara bambino a scuola impara uomo in carcere impara donna in cucina frequenta la scuola, senza tetto procurati sapere tu che hai freddo affamato, impugna il libro è come un'arma. Non temere di fare domande verifica le cose che leggi ciò che non sai di tua scienza in realtà non lo sai." (Bertold Brecht)
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- alexyr
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- Località: milano-sanremo..provate a prendermi....
io solitamente non mantengo un contegno posato quando dicono che milano è brutta..
quindi ovviamente ci. sto. ma datemi il tempo di reimpatriare
quindi ovviamente ci. sto. ma datemi il tempo di reimpatriare
**utcumque de me vulgo mortales lucuuntur**
www.enricogianfranchi.com (my favourite photo)
http://perasperaadastra.iobloggo.com perchè non appestare il web,se puoi?
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- Syrius
- Olandese Volante
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- Iscritto il: mer mar 12, 2003 3:37 am
- Località: Cernusco sul Naviglio
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Re: Proposta per bookcrosser scrittori
Concordo con Micoool, grande idea!
Mi impegnerò anch'io per scrivere un racconto sulla mia e nostra città!
Poi cosa facciamo, apriamo un altro thread coi racconti o li scriviamo in questo?
Ciao e grazie

Mi impegnerò anch'io per scrivere un racconto sulla mia e nostra città!

Poi cosa facciamo, apriamo un altro thread coi racconti o li scriviamo in questo?
Ciao e grazie

Prima di spedire, contattatemi in bookcrossing.com. Grazie
Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.
(Ken Watanabe)
Per amare devi dare ciò che ti costa qualcosa. (Madre Teresa)
Puoi svegliarti anche molto presto all'alba, ma il tuo destino si è svegliato mezz'ora prima di te.
(Detto africano)
Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.
(Ken Watanabe)
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Puoi svegliarti anche molto presto all'alba, ma il tuo destino si è svegliato mezz'ora prima di te.
(Detto africano)
- Amaryllis
- Re del Mare
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...mi accodo all'iniziativa... intanto mi cimento con poche righe di getto... in fondo io mi trovo sempre e costantemente nel tormentato tentativo di recuperare il rapporto con la mia città...
Bello rivedere il Prof. Vecchioni l'altra sera... ora è persino Cavaliere... per me è sempre la celebrità che incontravo tra i corridoi del Beccaria... e mi ha emozionata il suo riferimento ai ragazzi dei primi anni '80... faccio la fila per l'autografo e glielo dico... "Che bei tempi..." mi risponde con serena e sorridente nostalgia... "Sì, davvero... che bei tempi..." confermo io... e poi saluto... "Professore... Cavaliere..." sdrammatizzando con simpatia il titolone...
ecco... se non fosse perchè me lo ricordo... sarei andata a casa convinta che il giorno dopo ci sarebbe stato compito in classe di greco e che Fiat 600 si scrive col numero, non con la parola...
l'happy hour ancora non l'avevano inventato e nessuno si era mai permesso di andare in giro in ciabatte per la città...
anche se le squadre di calcio a quei tempi ce le avevano dei signori con nomi più sfigati, forse milano riscuoteva più rispetto, era più vissuta e meno usata... o forse è solo che in vent'anni ti passa davanti qualche tram... non sono ancora riuscita a capire se 29 e 30 fanno lo stesso percorso di una volta... ma ogni tanto mi capita di aspettare fiduciosa in conciliazione confidando eventualmente nell'1 o nei consigli del tranviere...
la domenica in metropolitana vedevi coppie di anziani che andavano a trovare i parenti con una torta in mano, ora non possiamo fare a meno di pensare ai problemi legati ell'emigrazione, all'integrazione tra i popoli, alla delinquenza, alla tolleranza... manca un po', solo un pizzico però, di poesia... l'ingenuità di credere che le battaglie di allora avrebbero portato risultati migliori... la leggerezza di poterci semplicemente domandare se la santhonorè sia alla panna o al cioccolato...
Bello rivedere il Prof. Vecchioni l'altra sera... ora è persino Cavaliere... per me è sempre la celebrità che incontravo tra i corridoi del Beccaria... e mi ha emozionata il suo riferimento ai ragazzi dei primi anni '80... faccio la fila per l'autografo e glielo dico... "Che bei tempi..." mi risponde con serena e sorridente nostalgia... "Sì, davvero... che bei tempi..." confermo io... e poi saluto... "Professore... Cavaliere..." sdrammatizzando con simpatia il titolone...
ecco... se non fosse perchè me lo ricordo... sarei andata a casa convinta che il giorno dopo ci sarebbe stato compito in classe di greco e che Fiat 600 si scrive col numero, non con la parola...
l'happy hour ancora non l'avevano inventato e nessuno si era mai permesso di andare in giro in ciabatte per la città...
anche se le squadre di calcio a quei tempi ce le avevano dei signori con nomi più sfigati, forse milano riscuoteva più rispetto, era più vissuta e meno usata... o forse è solo che in vent'anni ti passa davanti qualche tram... non sono ancora riuscita a capire se 29 e 30 fanno lo stesso percorso di una volta... ma ogni tanto mi capita di aspettare fiduciosa in conciliazione confidando eventualmente nell'1 o nei consigli del tranviere...
la domenica in metropolitana vedevi coppie di anziani che andavano a trovare i parenti con una torta in mano, ora non possiamo fare a meno di pensare ai problemi legati ell'emigrazione, all'integrazione tra i popoli, alla delinquenza, alla tolleranza... manca un po', solo un pizzico però, di poesia... l'ingenuità di credere che le battaglie di allora avrebbero portato risultati migliori... la leggerezza di poterci semplicemente domandare se la santhonorè sia alla panna o al cioccolato...
“Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perchè raccontano che i draghi esistono, ma anche perchè affermano che si possono sconfiggere.”
G. K. Chesterton
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Racconto interessante: che proposta hai per noi?
AL MOMENTO SONO PARECCHIO ASSENTE DAL FORUM. PER NECESSITA', TIRATE D'ORECCHIE, REMINDER, INSOMMA SE DOVETE CONTATTARMI SCRIVETEMI UN MP O UNA MAIL DA QUI O DA BC.COM.
GRAZIE
A volte, quando entro nel mio ufficio, mi sembra di camminare in mezzo alle rovine di un'antica civiltà. Non è per il disordine che regna sovrano, ma più probabilmente perché mi ricorda le vestigia dell'essere civilizzato che io fui un tempo. (Blacksad)
Membro del Vero Toro Club
Ciao ne (cit.)
GRAZIE
A volte, quando entro nel mio ufficio, mi sembra di camminare in mezzo alle rovine di un'antica civiltà. Non è per il disordine che regna sovrano, ma più probabilmente perché mi ricorda le vestigia dell'essere civilizzato che io fui un tempo. (Blacksad)
Membro del Vero Toro Club
Ciao ne (cit.)
- parolina
- Corsaro Rosso
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Proposta per bookcrosser scrittori - 2
Grazie a tutti voi
L'idea è questa.
A me vengono un sacco di idee e ispirazioni girando per Milano: gente, storie, cose, posti diversi, che vale la pena raccontare.
In genere, esco di casa per una "passeggiata creativa", ovvero un sano cazzeggio a piedi, effettuato con l'unico scopo di osservare. Osservare i posti dove passo, la gente, le cose, annusare, ascoltare. Nel corso di queste attività naturalmente nascono in me associazioni con altre storie, esperienze, posti... e magari poi ne esce un raccontino tipo quello che ho inviato.
Ho pensato.
Perché non unire gli occhi osservanti e i piedi passeggianti dei bookcrosser per scrivere una specie di "racconto collettivo" su Milano? Una cosa fatta da molti frammenti, molti racconti, frutto ognuno di uno sguardo diverso su questa città. Io ho fatto una passeggiata creativa, un altro magari ha conosciuto una persona particolare, un altro ancora ha visto un posto speciale...
Sarebbe bello mettere insieme tutto questo, trasformarlo in un "ciclostilato in proprio" oppure in un documento digitale e liberarlo...
Che dite?
Parolina.
Per Frine: non ho assolutamente niente contro gli outlet, solo che mi fanno tristezza quando vedo gente che ci si aggira con l'aria da disperato e non con l'aria felice di chi sta cercando qualcosa di bello... non so. E' quell'outlet lì in Via Montenapoleone che mi deprime perché sta li, al primo civico della via del super shopping super firmato, come a dire "per te che non ti puoi permettere il resto dei negozi..."
Boh!
L'idea è questa.
A me vengono un sacco di idee e ispirazioni girando per Milano: gente, storie, cose, posti diversi, che vale la pena raccontare.
In genere, esco di casa per una "passeggiata creativa", ovvero un sano cazzeggio a piedi, effettuato con l'unico scopo di osservare. Osservare i posti dove passo, la gente, le cose, annusare, ascoltare. Nel corso di queste attività naturalmente nascono in me associazioni con altre storie, esperienze, posti... e magari poi ne esce un raccontino tipo quello che ho inviato.
Ho pensato.
Perché non unire gli occhi osservanti e i piedi passeggianti dei bookcrosser per scrivere una specie di "racconto collettivo" su Milano? Una cosa fatta da molti frammenti, molti racconti, frutto ognuno di uno sguardo diverso su questa città. Io ho fatto una passeggiata creativa, un altro magari ha conosciuto una persona particolare, un altro ancora ha visto un posto speciale...
Sarebbe bello mettere insieme tutto questo, trasformarlo in un "ciclostilato in proprio" oppure in un documento digitale e liberarlo...
Che dite?
Parolina.
Per Frine: non ho assolutamente niente contro gli outlet, solo che mi fanno tristezza quando vedo gente che ci si aggira con l'aria da disperato e non con l'aria felice di chi sta cercando qualcosa di bello... non so. E' quell'outlet lì in Via Montenapoleone che mi deprime perché sta li, al primo civico della via del super shopping super firmato, come a dire "per te che non ti puoi permettere il resto dei negozi..."
Boh!
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(Giorgio Gaber)
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La speranza ha due splendidi figli: sdegno e coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.
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- liberliber
- amministratrice ziaRottenmeier
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- Iscritto il: mar ott 22, 2002 11:02 am
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ho fuso i topic, spero si capisca lo stesso... 

Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
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NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
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- parolina
- Corsaro Rosso
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come organizzare i futuri racconti su Milano
Ciao!!!
Giustamente mi si chiede come tenere traccia dei racconti su Milano che futuramente verrano prodotti. Che bello che ci siete.
Non c'è un modo per creare una specie di archivio collegato a questa thread che abbiamo già aperto?
Sono molto ignorante su queste cose.
Spero che mi aiuterete
Parolina
Giustamente mi si chiede come tenere traccia dei racconti su Milano che futuramente verrano prodotti. Che bello che ci siete.
Non c'è un modo per creare una specie di archivio collegato a questa thread che abbiamo già aperto?
Sono molto ignorante su queste cose.
Spero che mi aiuterete
Parolina
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- Corsaro Nero
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Re: Un racconto su Milano e proposta per bookcrosser scritto
io ho scritto una cosa un po' personale. Un omaggio alla mia zona, che presto dovrò lasciare.
Era una giornata calda, afosa e Micol camminava per Corso Garibialdi. Certo a Milano non è facile vivere quando arriva il caldo; sembra quasi che l'asfalto ti mangi. Ma lei a questo proprio non ci pensava: guardava i negozi, non proprio pieni, visto che era venerdì pomeriggio, e chi lavorava dentro. Guardava le poche macchine che arrivavano, essendo quella quasi una zona pedonale, e si godeva un gelato al cioccolato con peperoncino e ai frutti di bosco. Quando si amano le cose vengono viste con altri occhi; questo pensiero sfiorò la mente di Micol, mentre gaurdava la sua casa, che presto purtroppo avrebbe dovuto lasciare. Tutto quanto le sarebbe mancato: il fiorista intento a sistemare i vasi, la gente che passeggiava, i bambini in bicicletta che spesso passavano di lì, il cinema in cui era andata tante volte fin da quando era piccolina, il rumore dell'Arena quando c'erano gare o concerti. E anche il parco Sempione, rivalutato ultimamente: c'era chi lo vedeva solo come parco dei drogati, e questa era la sua fama, ma ultimamente essendo recintato e con le telecamere, era piacevole passeggiarci. Si incontravano padroni con bellissimi cani di tutti le razze, bambini che correvano, innamorati che stavano sulla panchina abbracciati. Quello che Micol si ricordava di più era legato alla sua infanzia.. ora vedeva chiaramente la sua mamma e sua sorella più grande che camminvano con lei diretti verso il piccolo parco per i bambini. Ora ricordava tutte le scivolate, le cadute, i giri nell'altalena spinta dalla mamma, ma soprattutto il trenino con la galleria e con i sette nani come sfondo. Quanti giri! Quante corse! non si stancava mai di andarci e salutava sua mamma come se stesse per partire per un lungo viaggio.. e poi le macchinine! Quante volte aveva litigato per salire nella macchina della Polizia o nella piccola motocicletta e aveva sperato che il gettone non finisse mai. Tutto questo pensava Micol e si ricordava anche di quando andava come baby sitter con i due bambini: Allora vedeva le cose da un altro punto di vista: osservava i bambini giocare e divertirsi anche solo raccogliendo le foglie.
Quasi si risvegliò da questi pensieri quando arrivò nella stradina che da Corso Garibaldi portava alla zona di Brera. Il gelato era quasi finito e Micol sorseggiava una bottiglietta d'acqua. Per fortuna il gran caldo stava diminuendo; lei voleva fare una passeggiata a Brera quartiere che in fondo frequentava poco, preso d'assalto al sabato sera per via dei pub. Eppure le piaceva venire qualche volta in primavera a fare una passeggiata, magari verso il tramonto quando c'erano tutte le bancarelle e si potevano vedere maghe che leggevano i tarocchi, artisti che facevano i ritratti. L'odore artistico e nostalgico di incenso veniva fuori in quel pezzo di Milano; non avrebbe più potuto passeggiare così spesso lì e passare vicino ai negozi che le piacevano tanto; le veniva un po' di magone a pensarci, ma era certa che ci sarebbe tornata qualche volta, in fondo non andava tanto lontano.
Erano ormai le 19:30 e Micol decise di tornare a casa; entrò prima in qualche negozio di vestiti a dare un'occhiata, le piaceva girare per negozi. Passò davanti alla yogurteria e le venne di nuovo fame, ma era tardi e quasi ora di cena, e poi il venerdì sera a casa sua si mangiava tanto.
Distaccò gli occhi e il cuore da Brera, percorse via Statuto e arrivò in Largo La Foppa. Alzò gli occhi e vide la sua finestra accesa e pensò che la stavano aspettando; aveva fatto un piccolo viaggio nella sua città, un viaggio interiore dentro se stessa più che altro.
Micol
Era una giornata calda, afosa e Micol camminava per Corso Garibialdi. Certo a Milano non è facile vivere quando arriva il caldo; sembra quasi che l'asfalto ti mangi. Ma lei a questo proprio non ci pensava: guardava i negozi, non proprio pieni, visto che era venerdì pomeriggio, e chi lavorava dentro. Guardava le poche macchine che arrivavano, essendo quella quasi una zona pedonale, e si godeva un gelato al cioccolato con peperoncino e ai frutti di bosco. Quando si amano le cose vengono viste con altri occhi; questo pensiero sfiorò la mente di Micol, mentre gaurdava la sua casa, che presto purtroppo avrebbe dovuto lasciare. Tutto quanto le sarebbe mancato: il fiorista intento a sistemare i vasi, la gente che passeggiava, i bambini in bicicletta che spesso passavano di lì, il cinema in cui era andata tante volte fin da quando era piccolina, il rumore dell'Arena quando c'erano gare o concerti. E anche il parco Sempione, rivalutato ultimamente: c'era chi lo vedeva solo come parco dei drogati, e questa era la sua fama, ma ultimamente essendo recintato e con le telecamere, era piacevole passeggiarci. Si incontravano padroni con bellissimi cani di tutti le razze, bambini che correvano, innamorati che stavano sulla panchina abbracciati. Quello che Micol si ricordava di più era legato alla sua infanzia.. ora vedeva chiaramente la sua mamma e sua sorella più grande che camminvano con lei diretti verso il piccolo parco per i bambini. Ora ricordava tutte le scivolate, le cadute, i giri nell'altalena spinta dalla mamma, ma soprattutto il trenino con la galleria e con i sette nani come sfondo. Quanti giri! Quante corse! non si stancava mai di andarci e salutava sua mamma come se stesse per partire per un lungo viaggio.. e poi le macchinine! Quante volte aveva litigato per salire nella macchina della Polizia o nella piccola motocicletta e aveva sperato che il gettone non finisse mai. Tutto questo pensava Micol e si ricordava anche di quando andava come baby sitter con i due bambini: Allora vedeva le cose da un altro punto di vista: osservava i bambini giocare e divertirsi anche solo raccogliendo le foglie.
Quasi si risvegliò da questi pensieri quando arrivò nella stradina che da Corso Garibaldi portava alla zona di Brera. Il gelato era quasi finito e Micol sorseggiava una bottiglietta d'acqua. Per fortuna il gran caldo stava diminuendo; lei voleva fare una passeggiata a Brera quartiere che in fondo frequentava poco, preso d'assalto al sabato sera per via dei pub. Eppure le piaceva venire qualche volta in primavera a fare una passeggiata, magari verso il tramonto quando c'erano tutte le bancarelle e si potevano vedere maghe che leggevano i tarocchi, artisti che facevano i ritratti. L'odore artistico e nostalgico di incenso veniva fuori in quel pezzo di Milano; non avrebbe più potuto passeggiare così spesso lì e passare vicino ai negozi che le piacevano tanto; le veniva un po' di magone a pensarci, ma era certa che ci sarebbe tornata qualche volta, in fondo non andava tanto lontano.
Erano ormai le 19:30 e Micol decise di tornare a casa; entrò prima in qualche negozio di vestiti a dare un'occhiata, le piaceva girare per negozi. Passò davanti alla yogurteria e le venne di nuovo fame, ma era tardi e quasi ora di cena, e poi il venerdì sera a casa sua si mangiava tanto.
Distaccò gli occhi e il cuore da Brera, percorse via Statuto e arrivò in Largo La Foppa. Alzò gli occhi e vide la sua finestra accesa e pensò che la stavano aspettando; aveva fatto un piccolo viaggio nella sua città, un viaggio interiore dentro se stessa più che altro.
Micol
Se leggero ti farai io sarò vento per darti il mio sostegno senza fingere e se distanza ti farai io sarò asfalto impronta sui tuoi passi senza stringere mai (Subsonica)
E sapeva che nessuna terra avrebbe nascosto in lei l'orma del mare (Baricco)
il mio blog: http://micoool.splinder.com
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- Amaryllis
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sto leggendo in questi giorni Catrame, di Giuseppe Genna (ring)
si svolge a Milano, scenario non casuale ma intensamente sentito e vissuto
end partial OT
p.s.
grazie, vanya
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“Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perchè raccontano che i draghi esistono, ma anche perchè affermano che si possono sconfiggere.”
G. K. Chesterton
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- parolina
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scusate l'assenza!!!
Graazie mille micol, e grazie a tutti. Il tuo testo è molto bello
Scusate l'assenza, sono stata malata e quindi disconnessa alla rete (si si, uso l'ufficio per altri scopi!).
Ho pensato che se siete d'accordo - Micool sei d'accordo? - posso salvare i racconti che man mano verranno scritti in un messaggio unico, e postarlo qui sul forum ogni volta che ne viene aggiunto un nuovo pezzo. In questo modo, si potrà avere sott'occhio e leggere - se si vuole!! - il raccontone a mille mani che spero si creerà. Aspetto, aspetto. Io sto scrivendo un'altra cosa.
Altro libro su Milano: Linea Rossa, di Feruccio Parazzoli.
Bello!!! E decisamente in - metropolitano.
Ciao
Parolina
Scusate l'assenza, sono stata malata e quindi disconnessa alla rete (si si, uso l'ufficio per altri scopi!).
Ho pensato che se siete d'accordo - Micool sei d'accordo? - posso salvare i racconti che man mano verranno scritti in un messaggio unico, e postarlo qui sul forum ogni volta che ne viene aggiunto un nuovo pezzo. In questo modo, si potrà avere sott'occhio e leggere - se si vuole!! - il raccontone a mille mani che spero si creerà. Aspetto, aspetto. Io sto scrivendo un'altra cosa.
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La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(Giorgio Gaber)
+++
La speranza ha due splendidi figli: sdegno e coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.
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- micoool
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Re: scusate l'assenza!!!
si si! d'accordo!
Micol

Micol
Se leggero ti farai io sarò vento per darti il mio sostegno senza fingere e se distanza ti farai io sarò asfalto impronta sui tuoi passi senza stringere mai (Subsonica)
E sapeva che nessuna terra avrebbe nascosto in lei l'orma del mare (Baricco)
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E sapeva che nessuna terra avrebbe nascosto in lei l'orma del mare (Baricco)
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eccoci...
allora sono stato per lavoro una settimana a milano... periodo di san valentino e mi sono successe un po di cose divertnti... ora vedo un po di buttarle nero su bianco e inviarle...
Molto belli tutti i racconti. sono le cose che mi irmettono al mondo...
A presto
allora sono stato per lavoro una settimana a milano... periodo di san valentino e mi sono successe un po di cose divertnti... ora vedo un po di buttarle nero su bianco e inviarle...
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A presto
Gli uomini colti sono superiori agli incolti nella stessa misura in cui i vivi sono superiori ai morti "ARISTOTELE"
-
- Olandese Volante
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- Iscritto il: mer mag 14, 2003 12:20 pm
- Località: 's-Gravenhage - Scheveningen
Forse sarebbe meglio fissare un certo numero di protagonisti, se si vuole ottenere una storia unica... oppure fare in modo che tutte le passeggiate siano attribuite allo stesso personaggio... Per ora userò come soggetto "Vanni"... magari poi si edita il polpettone...
"Vanni ama la sua bicicletta come un arto. Ognuno ama i propri arti... Hai mai visto gente staccarsi una mano per strada e buttarla nel pattume ? No. Come la gente ama le proprie mani, Vanni ama la sua bicicletta. Una bici cittadina, grigio metallizzato con portapacchi, luce davanti e dietro, alimentata da una dinamo smaltata di nero applicata alla ruota posteriore. Pedali neri, come le manopole del manubrio. Il sedile un vicino lo aveva squarciato "a sfregio" una volta che la bici stava parcheggiata dentro il portone di casa. Lui lo ha ricoperto con un coprisella nero venato di giallo. Vanni va in bici in palestra, o in centro... o da casa all'ufficio. Non vuole comprare l'automobile. Gli parrebbe di derubare la sua Topbike del Carrefour di una esclusiva sentimentale, di compromettersi... di rinunciare a qualcosa... Anche per andare a lavoro si fa una bella pedalata di un quarto d'ora. Il tragitto inizia col Parco Nord di San Giuliano. Vanni ne conserva immagini di tutte le stagioni: erba verde all'inglese, alberi con foglie rosse, gialle, i sempreverdi scuri a foglia larga di cui si chiede sempre il nome. Questi i colori autunnali. Nei giorni della merla è tutto bianco di neve. Adesso è estate, ed in tutto ci sono almeno 7 tonalità di verde differenti. Nel parco sono disposte almeno cinquanta piante ad alto fusto. Non ce ne sono più di 3 o quattro di ogni specie, e di questo Vanni vorrebbe poter ringraziare ogni giorno. Lo tormenta sentire che ignora i nomi delle piante che gli riempiono così gli occhi ogni mattino. E' un dispiacere pensare che chi ha disegnato e realizzato il parco non riceverà mai i mille spontanei "grazie!" che ogni mattino Vanni emana dagli occhi sorridenti. La pedalata verso il centro, invece, è un martirio! La pista cliclabile della via emilia, al confine tra Milano e San Donato finisce nel nulla. C'è uno svincolo complicato senza neanche marciapiede, poi Vanni imbocca, contromano, via Rogoredo. In stazione a Rogoredo si scende per uno scivolo che Vanni adora prendere a tutta birra. La sfida è godersi la discesa, saltando sui tre bruschi cambi di pendenza, e farsi carezzare dal vento apparente fino all'ultimo istante utile. Poi tocca frenare e derapare, perchè lo scivolo curva a 180 gradi... Nel sottopassaggio Vanni rischia sempre di mettere sotto qualcuno, entrando all'improvviso, e ogni volta che spinge pazientemente la bici alla risalita di via Cassinis... se fa caldo lascia andare due goccie di sudore sentendosi un fante della prima guerra mondiale che suda sui monti spingendo un cannone... se ci sono bagagli... è matematico che cada qualche pacchetto... lo zainetto dell'Adidas è abilissimo a sfilarsi di soppiatto dal portapacchi e tuffarsi a terra a tradimento, quando Vanni è più vulnerabile e sotto carico... Quello stesso scivolo al ritorno è un brivido piacevolissimo, ripido com'è... Si fa tutto in frenata, e il freno posteriore viene rilasciato proprio gli ultimi due metri... e la bici sfugge via come fosse una moto potente a cui il centauro ha aperto il gas per gioco... la pista ciclabile dopo Corvetto diventa una plausibile traccia di civiltà collocata nello spartitraffico centrale... ma poco prima di piazzale Lodi questa viene tranciata... sono gli automobilisti che parcheggiano a spina di pesce... Vanni non li può sopportare. Le auto hanno un metro di marciapiede sprecato dietro il portabagagli, i cofani invece si baciano, strozzando la pista a un niente abusivo tra i paraurti ottusi. A costo di incastrarsi, lui si tuffa sempre al centro. E' più forte di lui. Se non c'è posto per le gambe... alza i piedi in avanti, tuffa la schiena indietro... e se occorre posa i tacchi sui cofani ... si sente un ribelle, e a volte prova la tentazione di camminarci sopra... ogni volta fantastica di avere a disposizione una telecamera per potere raccontare il punto di vista della sua bici... per potere descrivere la prospettiva bassa del ciclista... sogna di mostrare il suo filmato ai personaggi in vista, in tv, agli assessori pomposi... e sogna una moltitudine di ciclisti esasperati che lo ascoltano come i Siracusani Dionisio... chiude gli occhi, assapora la sensazione del trionfo mentre si materializza l'immagine del Sindaco Albertini che gli stringe la mano all'inaugurazione della nuova pista ciclabile... STOMP! ha preso in pieno un Ducato davanti alla portiera sinistra... la ruota della bici si è infilata nel parafanghi del veicolo... "PORCAPUTT... MAVAFF..." Tira un calcio alla portiera bianca, e sente una parolaccia urlata dal bar di fronte... E' il proprietario del Ducato, fermatosi per scaricare merce in un negozio alimentare, che prende un caffè prima di ripartire... Vanni rimonta in bici e riparte... il suo sogno si è interrotto un attimo. Scala di marcia e riprende il tragitto. Un tragitto che dura mesi e si ripete sempre uguale. Solo il Ducato è diverso ogni volta. E la bici ha sempre un piccolo acciacco extra ad ogni passaggio. Vanni ha trent'anni. La sua bici uno. Milano cambia ogni giorno, e nessuno può dirlo... che domani mattina non compariranno due strisce gialle per terra...
...a delimitare il percorso e a tenere lontani i paraurti... a separare le onde... come il bastone di Mosè nel Mar Rosso... per dare la salvezza a Vanni e al suo popolo immaginario di ciclisti osannanti...
"Vanni ama la sua bicicletta come un arto. Ognuno ama i propri arti... Hai mai visto gente staccarsi una mano per strada e buttarla nel pattume ? No. Come la gente ama le proprie mani, Vanni ama la sua bicicletta. Una bici cittadina, grigio metallizzato con portapacchi, luce davanti e dietro, alimentata da una dinamo smaltata di nero applicata alla ruota posteriore. Pedali neri, come le manopole del manubrio. Il sedile un vicino lo aveva squarciato "a sfregio" una volta che la bici stava parcheggiata dentro il portone di casa. Lui lo ha ricoperto con un coprisella nero venato di giallo. Vanni va in bici in palestra, o in centro... o da casa all'ufficio. Non vuole comprare l'automobile. Gli parrebbe di derubare la sua Topbike del Carrefour di una esclusiva sentimentale, di compromettersi... di rinunciare a qualcosa... Anche per andare a lavoro si fa una bella pedalata di un quarto d'ora. Il tragitto inizia col Parco Nord di San Giuliano. Vanni ne conserva immagini di tutte le stagioni: erba verde all'inglese, alberi con foglie rosse, gialle, i sempreverdi scuri a foglia larga di cui si chiede sempre il nome. Questi i colori autunnali. Nei giorni della merla è tutto bianco di neve. Adesso è estate, ed in tutto ci sono almeno 7 tonalità di verde differenti. Nel parco sono disposte almeno cinquanta piante ad alto fusto. Non ce ne sono più di 3 o quattro di ogni specie, e di questo Vanni vorrebbe poter ringraziare ogni giorno. Lo tormenta sentire che ignora i nomi delle piante che gli riempiono così gli occhi ogni mattino. E' un dispiacere pensare che chi ha disegnato e realizzato il parco non riceverà mai i mille spontanei "grazie!" che ogni mattino Vanni emana dagli occhi sorridenti. La pedalata verso il centro, invece, è un martirio! La pista cliclabile della via emilia, al confine tra Milano e San Donato finisce nel nulla. C'è uno svincolo complicato senza neanche marciapiede, poi Vanni imbocca, contromano, via Rogoredo. In stazione a Rogoredo si scende per uno scivolo che Vanni adora prendere a tutta birra. La sfida è godersi la discesa, saltando sui tre bruschi cambi di pendenza, e farsi carezzare dal vento apparente fino all'ultimo istante utile. Poi tocca frenare e derapare, perchè lo scivolo curva a 180 gradi... Nel sottopassaggio Vanni rischia sempre di mettere sotto qualcuno, entrando all'improvviso, e ogni volta che spinge pazientemente la bici alla risalita di via Cassinis... se fa caldo lascia andare due goccie di sudore sentendosi un fante della prima guerra mondiale che suda sui monti spingendo un cannone... se ci sono bagagli... è matematico che cada qualche pacchetto... lo zainetto dell'Adidas è abilissimo a sfilarsi di soppiatto dal portapacchi e tuffarsi a terra a tradimento, quando Vanni è più vulnerabile e sotto carico... Quello stesso scivolo al ritorno è un brivido piacevolissimo, ripido com'è... Si fa tutto in frenata, e il freno posteriore viene rilasciato proprio gli ultimi due metri... e la bici sfugge via come fosse una moto potente a cui il centauro ha aperto il gas per gioco... la pista ciclabile dopo Corvetto diventa una plausibile traccia di civiltà collocata nello spartitraffico centrale... ma poco prima di piazzale Lodi questa viene tranciata... sono gli automobilisti che parcheggiano a spina di pesce... Vanni non li può sopportare. Le auto hanno un metro di marciapiede sprecato dietro il portabagagli, i cofani invece si baciano, strozzando la pista a un niente abusivo tra i paraurti ottusi. A costo di incastrarsi, lui si tuffa sempre al centro. E' più forte di lui. Se non c'è posto per le gambe... alza i piedi in avanti, tuffa la schiena indietro... e se occorre posa i tacchi sui cofani ... si sente un ribelle, e a volte prova la tentazione di camminarci sopra... ogni volta fantastica di avere a disposizione una telecamera per potere raccontare il punto di vista della sua bici... per potere descrivere la prospettiva bassa del ciclista... sogna di mostrare il suo filmato ai personaggi in vista, in tv, agli assessori pomposi... e sogna una moltitudine di ciclisti esasperati che lo ascoltano come i Siracusani Dionisio... chiude gli occhi, assapora la sensazione del trionfo mentre si materializza l'immagine del Sindaco Albertini che gli stringe la mano all'inaugurazione della nuova pista ciclabile... STOMP! ha preso in pieno un Ducato davanti alla portiera sinistra... la ruota della bici si è infilata nel parafanghi del veicolo... "PORCAPUTT... MAVAFF..." Tira un calcio alla portiera bianca, e sente una parolaccia urlata dal bar di fronte... E' il proprietario del Ducato, fermatosi per scaricare merce in un negozio alimentare, che prende un caffè prima di ripartire... Vanni rimonta in bici e riparte... il suo sogno si è interrotto un attimo. Scala di marcia e riprende il tragitto. Un tragitto che dura mesi e si ripete sempre uguale. Solo il Ducato è diverso ogni volta. E la bici ha sempre un piccolo acciacco extra ad ogni passaggio. Vanni ha trent'anni. La sua bici uno. Milano cambia ogni giorno, e nessuno può dirlo... che domani mattina non compariranno due strisce gialle per terra...
...a delimitare il percorso e a tenere lontani i paraurti... a separare le onde... come il bastone di Mosè nel Mar Rosso... per dare la salvezza a Vanni e al suo popolo immaginario di ciclisti osannanti...
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12
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