![Rolling Eyes :roll:](./images/smilies/icon_rolleyes.gif)
Io ho trovato interessante il tema del "linguaggio dei fiori" che pare risalire all'epoca vittoriana, se non addirittura prima, secondo il quale a ciascun fiore viene attribuito un significato. In alcune parti del libro ci sono personaggi che "comunicano" (o tentano di comunicare) semplicemente scambiandosi dei fiori.
Interessante anche la parte in cui la protagonista compila un suo dizionario dei fiori, corredandolo di fotografie scattate da lei stessa (e qui, data la mia passione per la fotografia, devo dire che ho letto con molto interesse). Ovviamente poi da tutto ciò la protagonista ne trae un'attività lavorativa che però assomiglia a qualcosa di già visto. Avete presente la protagonista di Chocolat, che indovinava i gusti dei clienti senza che questi aprissero bocca? Bene, in questo libro succede più o meno la stessa cosa con i fiori...
Poi ci troverete tutti i luoghi comuni relativi al tema dell'abbandono, degli orfani, degli affidamenti, delle case di accoglienza, ecc. ecc. Tutti i luoghi comuni sulle difficoltà di ricostruirsi una vita partendo da zero. Tutto molto scontato, ad ogni pagina era molto facile immaginare cosa sarebbe successo nella pagina successiva, tutto come da copione!
Non è scritto male, come lettura estiva "da ombrellone" va benissimo, ma di certo non è un capolavoro!