Responsabilità sociale d'impresa

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Babette
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Responsabilità sociale d'impresa

Messaggio da Babette »

Il 29 e 30 aprile a Firenze c'è il II convegno internazionale sulla responsabilità d'impresa (noto anche come Fabrica Ethica).

A parte il Convegno (se qualcuno pensa di venire si faccia vivo) c'è il sito
"La responsabilità sociale delle imprese è un concetto (..) per il perseguimento di uno sviluppo fondato sulla non discriminazione, la valorizzazione delle persone e delle “diversità”,
Sul sito si trovano un sacco di materiali utili e anche l'elenco delle imprese (pochissime per ora) certificate SA8000, il marchio che dovrebbe garantire una certa attenzione e sensibilità all'etica della produzione. Personalmente sono un po' diffidente nei confronti dei marchi, che possono essere vissuti solo in senso formale, come una vera e propria strategia di mercato di tipo aggressivo (e anti-etico!), ma credo sia anche importante come consumatori di beni e utenti di servizi prendere confidenza e familiarizzare con criteri di giudizio che tengano conto anche di questi aspetti.
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Pa
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Messaggio da Pa »

mumble mumble
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Babette
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Messaggio da Babette »

Pa...benedetto ragazzo...esprimiti :P
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Pa
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Messaggio da Pa »

cogito....
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Messaggio da 2teepot »

Ma la responsabilità sociale dell'impresa non dovrebbe venire dalla coscienza dell'imprenditore più che dalla consapevolezza del consumatore ?
In effetti il marchio di fabbrica dovrebbe anche garantire la fiducia tra consumatore e impresa .
Difficile porre un marchio solo sulla fiducia...
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Babette
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Messaggio da Babette »

Diciamo che più il consumature orienta le sue preferenze verso i prodotti che rispettano criteri di responsalità sociale e ambientale più velocemente prolifereranno imprenditori sensibili :P

Il mercato risponde alla logica della domanda: il trucco è trasformare in domanda i propri ideali attraverso il gioco della concorrenza: smettendo di comprare ciò che fa a pugni con la nostra etica e iniziando a comprare ciò che non lo fa.

Il difficile sta nell'acquisire le informazioni per valutare se un'impresa è o meno "etica". Come sapere ad esempio di fronte allo scaffale dei prodotti se i diritti dei lavoratori che lavorano in quell'impresa in termini ad. esempio di sicurezza vengono rispettati? Il marchio dovrebbe servire proprio a questo: non si tratta di valutare l'imprenditore in quanto persona. Intendo dire che al consumature non deve interessare se il sig. X è buono o cattivo; deve interessare che il processo produttivo, in tutte le sue fasi, non sia origine di soprusi e discriminazioni. Gli strumenti di controllo non sono certo nelle mani del singolo consumatore ma lo possono essere sicuramente in quelle degli organismi certificatori che "valutano" l'azienda al momento del rilascio del marchio e poi periodicamente per vedere che tutto sia invariato.

Fidarsi degli enti certificatori? Beh che dire...da qualche parte dovremo pure iniziare :roll: La mia perplessità sui marchi non nasce tanto su un discorso di fiducia nelle persone ma proprio nei meccanismi di certificazione. La ditta dove lavoro è certificata sulla qualità ISO 9001 e per ora vedo un mucchio di scartoffie prodotte in vista delle verifiche e pochi cambiamenti sostanziali :silenced:
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2teepot
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Messaggio da 2teepot »

Tu intendi dire che l'Etica dovrebbe condizionare l'Economia .
Difficile in un ambiente di economia capitalistica dove è il profitto che regna sovrano. Le stesse ONLUS debbono risultare in pareggio per stare sul mercato.
Bab ha scritto:il trucco è trasformare in domanda i propri ideali attraverso il gioco della concorrenza
Come , condizionando il mercato con le proprie scelte ? Ma se la regola numero due è "give the people what they want " vuoi vedere che le aziende non si adattano e diventano tutte "rispettose dell'etica equa e solidale" ?

Infatti poi
tu ha scritto:Il difficile sta nell'acquisire le informazioni per valutare se un'impresa è + o meno "etica".
Già valutare un'impresa economicamente è assai arduo , figuriamoci sotto l'aspetto etico-sociale .
Con questo non intendo dire che non si possono cambiare le cose e lasciare tutto com'è. Infatti sono convinto che con il passare degli anni la coscienza collettiva migliorerà e di conseguenza la produzione dei beni si adeguerà , migliorando, e diventando più sensibile alla nuove richieste . Perchè , come dici tu , c'è il meccanismo della domanda e dell'offerta.
La mia opinione però è quella che bisogna trovare una nuova economia che gestisca il mercato diversamente da come ora si svolge nella società capitalistica . Ora tu mi dici che il meccanismo per una economia etica deve fare leva su leggi consolidate del capitalismo , come quella domanda-offerta .
E' possibile , mi chiedo , tralasciando le vecchie teorie socialdemocratiche che ormai sono state sterilizzate dei contenuti dalla globalizzazione del mercato ,... é possibile pensare ad una nuova economia che sia antagonista a quella odierna e che non faccia conto di come ora è organizzata ?

Secondo me c'è spazio per pensarla , anche perchè il Capitalismo ha ormai perso la forza propulsiva dell'industrializzazione . Lo si vede anche da questa crisi economica mondiale che non si risolverà certamente alla prossima ripresina mondiale .
C'è bisogno di creare un motore nuovo per cambiare le cose . E secondo me , con una similitudine ardita , questo motore da benzina bisogna farlo andare ad acqua o aria . E questa nuova filosofia , questo nuovo modo di creare , non deve riutilizzare i meccanismi capitalistici ma crearne di propri , in accordo con le future esigenze etico-sociali .

Non ti spiego cosa immagino perchè per stasera sono già stato abbastanza pesante . Ma permetti che uno che ha sempre vissuto tra le varie ISO e le ha sempre combattute per i gravi danni che fanno all'econmia reale , era il minimo che potevo fare per sfogarmi un pochino . :oops:
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Babette
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Messaggio da Babette »

2T ha scritto:E' possibile , mi chiedo (..) é possibile pensare ad una nuova economia che sia antagonista a quella odierna e che non faccia conto di come ora è organizzata ? Secondo me c'è spazio per pensarla
Sono perfettamente d'accordo e penso che oltre che possibile sia anche e soprattutto necessario.
Penso anche però, e a questo si riferiva il mio discorso, che si debba trovare un modo per limitare il più possibile i danni nel sistema attuale, a partire da subito. Anche con misure che rappresentano una mediazione, se vuoi una svalutazione della prospettiva finale.

Anche perchè a cambiare oltre al "sistema" deve essere il nostro dentro. A ben guardare spesso a non essere etico non è tanto il prodotto quanto il bisogno che noi stessi abbiamo di quel prodotto. Lottare e ricomporre secondo una nuova scala etica i propri desideri/bisogni è abbastanza arduo, anche se alla fine paga. Io ho tentato un paio di piccoli "esperimenti" con me stessa, e mi preparo al terzo (che mi spaventa non poco :silenced: ). Quello slogan "un altro mondo è possibile" che sintetizza il desiderio di un'altra economia, di un'altra gestione del tempo, di un'altro turismo ecc... beh non l'ho mai sentito così vero come nel momento in cui mi rendevo conto che riuscivo a "domarmi".

In tutto questo credo che l'aver scelto una marca di pelati piuttosto che un'altra non abbia inciso molto sui destini del mondo ma sicuramente ha inciso sul mio modo di essere...non fosse altro che per arrivare a capire che scegliere tra il meno peggio non mi basta più.

E, tra parentesi, non sei stato affatto pesante...anzi hai scritto cose molto belle. Grazie :heartkiss:
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Sapphire78
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Messaggio da Sapphire78 »

In tutto questo credo che l'aver scelto una marca di pelati piuttosto che un'altra non abbia inciso molto sui destini del mondo ma sicuramente ha inciso sul mio modo di essere...non fosse altro che per arrivare a capire che scegliere tra il meno peggio non mi basta più.

:notworthy:

Credo che sia lo stesso per tutti, non mettere più piede in un fast food o comprare cacao caffè e banane sulla rete altromercato in fondo non scalfisce affatto le economie dei grandi cartelli e delle multinazionali, però intanto è una soddisfazione personale, eppoi sa mai, uno alla volta...
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Reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi (Culodritto, Guccini)

“Sono sempre stato un sognatore ironico, infedele alle promesse
segrete.” (Pessoa)
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