Cassetti, trenette, scaffali e libri...va tutto bene...
Diciamo che la prima regola è che non ci sono regole, eccetto quella di non ostinarsi a voler cancellare quello che si è vissuto perché ci ha sfilacciato...guai!
Sarà il mio terribile

senso del possesso, ma per me dimenticare significa perdere in qualche modo una parte di me. Allora tengo stretto ogni grammo di ciò che ho vissuto, di ciò che sono stata bene o male , ma lo tengo con me e per me..sono sicura che ciò che ora può stare da qualche parte a farmi male, e mi basta una canzone, un profumo, un fiore, un libro, un foglio bianco...tutto insomma può scatenare il ricordo e rinnovare l'amaro a volte...eppure, dicevo, da qualche parte in qualche maniera prima o poi mi renderà il servigio che non è riuscito a rendermi nel momento in cui la storia era attuale.
Insomma einstenianamente affermo che nulla si distrugge, bensì tutto, ma proprio tutto, si trasforma. Farà male, farà incazzare, farà...ma è proprio così, dunque perché rinunciarvi, perchè soffocare, perché perdere parti di me...è roba mia e mi farà compagnia presto o tardi, nella maniera giusta.
Bene e dopo aver secreto questo nettare di saggezza (

me le suono e me le canto) oggi mi aspetta una di quelle giornate sì da dimenticare...

''A feeling is a moment recollected in tranquillity,, J. Joyce
" Indubbiamente ciascun essere ha, nell'universo dei libri, un'opera che lo trasforma in lettore, posto che il destino favorisca il loro incontro,, A. Nothomb