Nebbia e cenere - Eraldo Baldini

Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri.
ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!

Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

Rispondi
Avatar utente
zoe
Olandese Volante
Messaggi: 3644
Iscritto il: ven feb 27, 2004 8:31 pm
Località: nel mio mondo
Contatta:

Nebbia e cenere - Eraldo Baldini

Messaggio da zoe »

Immagine




"Adesso tutto è solo cenere".
Un ossessione amorosa. Un paesino. Un quarantenne che guida lo scuolabus. Quattro ragazzini legati a questo uomo. Un uomo solo. Un uomo innamorato di Serena. Serena, una ragazza più giovane. Una pittrice.
Una storia d'amore, iniziata "cosi", iniziata senza la passione di lei. una lei confusa, annoiata dal paese e con il desiderio di diventare una artista.
Lui, Bruno, non riesce a non amarla. Non riesce a non pensarla. Non riesce a non diemnticarla e ogni giorno è un progetto per portarla di nuovo a se.

Baldini costruisce il libro alternado le voci interne. Bruno il protagonista, si racconta. Ci parla delle sue emozioni, dei suoi sogni, delle sue speranze, del suo dolore. é un uomo dolce, un uomo legato alla sua infanzia, all'esser stato bambino con vicino una sorella "particolare". Il suo legame all'infanzia, il non esser, forse, riuscito a allonatanarsene, lo porta a esser molto sensinsibile nei rigurdi dei "suoi" bambini. Quei bambini che ogni mattina lui porta a scuola. Quattro bambini in particolare, quattro bambini soli, che solo da lui si sentono capiti. é speciale per loro.
Questi bambini sono le altre voci, sono voci raccontate spesso però da baldini. In terza persona.
Una scrittura semplice, immediata. Che ti cattura e ti porta dentro di se, dentro le ossessioni dentro la solitudine per mano. I pensieri di lui, le sue emozioni, la sua ossessione, il suo dolore per la perdita di lei ti entrano dentro. Sempre di più fino alle ultime pagine quando....
Immagine
Immagine


My Wish List


Tutti ricreiamo il mondo come lo vediamo, lo guardiamo. -A.S. Byatt -

Quando penso a tutti i libri che mi resta da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. - Jules Renard -
Avatar utente
zoe
Olandese Volante
Messaggi: 3644
Iscritto il: ven feb 27, 2004 8:31 pm
Località: nel mio mondo
Contatta:

Re: Nebbia e cenere - Eraldo Baldini

Messaggio da zoe »

Una mia amica mi ha chiesto di postare per voi le sue riflessioni su "questo" Baldini:
Yuri Leoncini ha scritto:Abituati già alla trepidazione dell’attesa, leggendo Eraldo Baldini. Nei suoi romanzi e nei suoi racconti mai si respira un’atmosfera, semmai una sensazione derivante da una delle sue facce. E l’attesa ci tiene col fiato corto, e l’immagine del ragno vivo o morto, o come lo troveremo, si incolla nel pensiero anche quando il libro è chiuso. O l’immagine spettrale dei crocifissi a mollo dentro la palude per giorni torna a tormentarci anche alla luce del sole.
Ma questa volta c’è qualcos’altro. E apparentemente uno potrebbe pensare al genere diverso. Non più paura o giallo, nero o pulp. Qua si parla d’amore, dalle prime pagine. Ma ci vuole poco per restare ancora una volta con quella sensazione di ansia che si crea sulla pelle e nello stomaco.
Qua c’è la maestria di saperci ingannare e posticipare l’arrivo di quella particolare, palpabile ansia che diventa un motivo di riconoscimento dell’autore. Qua noi tutti – noi lettori – siamo davvero cullati dall’inizio in una formidabile domesticità di atmosfere, in un’identificazione bonaria e immediata col buon ragazzo buono di paese, provinciale e colto, un po’ frustrato e in cerca di sensazioni più nel passato che nel presente. E con lui ci lasciamo rassicurare nella parte del guidatore di scuolabus, nella pazienza che riesce a smorzare le passioni forti e potenti dei bambini di paese. Bruno, all’ombra dello scrittore – che con gioco sottile da Luca sembra richiamare Lucarelli – continua a sognare da adolescente un amore che tutti noi, con lui e insieme a lui, abbiamo già provato nella vita. E lo capiamo in quel suo oscillare tra il “dimentico o persisto?” che lo tiene legato a Serena dal profumo che esce dalla pagina e rimane attaccato ai nostri sensi, come i colori dei suoi quadri e il fumo delle sue sigarette. Dove vuol portarci questa volta Eraldo ci viene da chiederci? In un altro mondo di provincia dove al posto del terrore delle paludi rimane solo la nebbia e la cenere della malinconica vita spesa dentro i bar tra amari e vecchi di paese? E mentre la domanda si formula nelle nostre teste di lettori abituali dall’altro lato si inizia, lenta e silenziosa, a instaurare la sensazione che qualcosa, anche questa volta non torna, che qualcosa ci è sfuggito. Ma la voglia di correre avanti con le pagine, la “fame” di capire davvero dove ci porta questa volta, vince sulla tentazione di tornare indietro a controllare se qualcosa di particolare ci è fuggito davvero.
Disorientati dal continuo oscillare tra punti di vista altalenanti che dai quarant’anni spesi male di Bruno ci lanciano in adolescenti impauriti, cattivi e naturali, vittime dell’età dell’incertezza e dei sogni. E noi, a volte Bruno, a volte Martina – alter ego autocitante della Simona Vinci dello scabroso – a volte Chiara e a volte il nonno, bellissima figura troppo reale per essere inventata, iniziamo a chiedersi dove sta il marcio, se ci saranno pedofili o violentatori, mostri o solo pazzi. Ma pazzi come Bruno lo siamo un po’ tutti, pensiamo sin dall’inizio e durante il percorso, via via riflettendoci sempre più; ma la paura di esserlo davvero, solo sull’affacciarsi delle ultime manciate di pagine, allora sì che ci fredda. Solo là capiamo cosa davvero ci era scappato in un crescendo di sensazioni brutali, tra la voglia di piangere per Denise e Francesco, o per la stessa Serena, oggetto-soggetto sfaccettato e affascinante, ma soprattutto per lui, rincantucciato in un angolo, di nuovo bambino. Come noi. E lo stile anche è qualcos’altro. Sostenuto nel ritmo che cresce e si torse indietro su se stesso, curato nella sua essenziale consistenza di parole e sensazioni ambientali, dove un sorso di vino buono è buono davvero così ben descritto, dove i discorsi a flash di giovani adolescenti trovano negli aggettivi e nelle belle immagini che ci portano, la loro concretezza di realtà. Senz’altro il migliore romanzo di questo nostro autore. Totalmente stile libero.
Immagine
Immagine


My Wish List


Tutti ricreiamo il mondo come lo vediamo, lo guardiamo. -A.S. Byatt -

Quando penso a tutti i libri che mi resta da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. - Jules Renard -
Avatar utente
TierrayLibertad
Olandese Volante
Messaggi: 2125
Iscritto il: dom nov 03, 2002 2:29 pm
Località: Marseille
Contatta:

Messaggio da TierrayLibertad »

Non so come sia il libro e non so se (e quando) lo leggerò ma 3-4 giorni fa ho comprato un romanzo del medesimo autore: Mal'aria (Frassinelli).
Comprato e divorato il giorno stesso. Gran bel libro: scienza e superstizione, amore e morte, malaria e mal'aria nella nebbia del ravennate nel 1925. Un'ottimo "noir" con finale ... vabbè, sono buono non ve lo dico :wink:

Ciao
TyL
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.

(A. Machado)

Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.

Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)

Vero Acquario

Immagine
Avatar utente
zoe
Olandese Volante
Messaggi: 3644
Iscritto il: ven feb 27, 2004 8:31 pm
Località: nel mio mondo
Contatta:

Messaggio da zoe »

Gia mi incuriosiva.. adesso mi è venuta voglia di far un giro in libreria e darci un 'occhiatina...
Immagine
Immagine


My Wish List


Tutti ricreiamo il mondo come lo vediamo, lo guardiamo. -A.S. Byatt -

Quando penso a tutti i libri che mi resta da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. - Jules Renard -
Rispondi