"Ma a che serve la luce?"

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Yubi40
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"Ma a che serve la luce?"

Messaggio da Yubi40 »

approfondimento di Marco Villani su "LaRegione" (quotidiano TI/CH) di ieri sabato 30 ottobre, nella rubrica "FinisTerre" di Damiano Realini, sulla letteratura, intitolato "Ma a che serve la luce?" (luce = letteratura)

"La scrittura adesso assume un valenza duplice e opposta: essa può redimere l'errore persitente della vita ('Esiste soltanto l'errore. Là, nel cuore del mondo. Nessuno trova la propria vita. Questa è la vita.' sentenzia [Phillip] Roth, in un passo dello stesso romanzo citato [Ho sposato un comunista]) oppure costituire da sé motivo di ossessione e di rovina.
Si può scegliere: per un certo verso si è come costretti a scrivere per salvarsi (e l'opera di Dante è il racconto di una redenzione che nasconde proprio nei meccanismi della sua scrittura il segreto di questa possibile salvezza) ma la scrittura può, per un non calcolato eccesso, condurre al risultato opposto, farsi da sé motivo di dannazione, come una gabbia che imprigiona chi l'aveva creduta il proprio mezzo di liberazione.
Acceacarsi per troppa luce, questo il tema pradossale."

"L'idea che la chiarezza e la parola possano smarrire l'uomo (egli [Emil Cioran] parla di paura associata alla parola, come la paura di crollare assieme a tutte le parole) tradisce forse il segreto sospetto (di lontana e nobile ascendenza baudelairiana) che dietro le cose i loro nomi si nasconda soltanto un vertiginoso vuoto.
Eppure questa preoccupante convinzione non impedisce che la parola debba essere perfetta: come si vede, siamo ancora di fronte all'istanza kafkiana di scrivere anche se la cosa non potrà portare a nulla."

L'articolo termina con:

"'Inferno o cielo, non importa' (recita un famoso verso di Baudelaire), non è quello il punto: come proprio Cioran ebbe a scrivere (a proposito di Dante, definendo il suo Inferno 'esatto' come un processo verbale), ciò che conta sono il rigore e la serietà impiegate dall'artista: se l'alchimia del verbo non è redenzione, potrà però riferire la misura esatta della strada che l'uomo ha deciso di percorrere, sia essa verso al luce, oppure verso un suo più enigmatico contrario."

;-) spero che vi siete fatti 4 risate quando ancora stava scritto "che la parola debba essere peretta" :lol:
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johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

A volte anche a me sorge il dubbio che la parola dovrebbe essere peretta.

E mi sovviene il Maestro quando narrava le avventure del ben noto eroe, che grazie a te sappiamo essere "La letteratura" e "La parola"!

"Il piccolo Clisterino Maròn,
che per comodità da adesso chiameremo
'Il piccolo Clinsterino Maròn..."

La Parola-Peretta!

Lieto di avere fatto inutile rumore. :lol: E' quello che fanno i Bambini. Cioè la parte sana di ogni individuo, per Berne.

I Genitori fanno lo stesso rumore, ma la differenza è che essi "hanno mandato divino di correggere i Bambini" e quindi il loro ruomre è mooolto più "alto"! E' chiasso, insomma. :lol:
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azimuth
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Messaggio da azimuth »

La domanda che poni, Yubi40, secondo me ha una sola risposta: ad illuminare! ;-)
Può sembare una ovvietà, ma secondo me non è così scontato. Secondo me il potere della parola scritta (bene) è quela di permettere chi la legge di avere uno strumento in più per criticare e giudicare. Anche per comprendere la realtà, perché no?
Vi sono esempi di letteratura oscuri, pieni di riferimenti incomprensibili per chi non abbia perlomeno le stesse basi culturali dell'autore.... mentre ve ne sono altri di una chiarezza stupefacente!
Un esempio (del primo tipo di letteratura) che mi viene subito in mente sono alcuni saggi di Dick, quelli relativi alla (sua) cosmogonia e alla (sua) cosmologia; un altro esempio (del contrario) sono dei bellissimi saggi che ha scritto Albert Einstein...
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johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Az, ma a te allora piacciono sia libri "chiari" che libri "oscuri"... Un po' come ci piacciono i diversi colori... :think:

Scusa, avevo la sensazione che per te "oscuro" fosse solo "fastidioso" e "irritante"... Ecco finalmente cadere un velo che mi permette di fidarmi di più di te... Ne sono ben felice e ringrazio Yubi per il "pretesto".
:think:

Az, sei forte... Ma adesso non ti va di parlare di "oscurità in Dick" ?

A me viene in mente Popper sull'"Oscurità in Hegel", e le righe "standard" del Geymonat sull'Oscurità in Bergson.

Il primo era ridicolizzato da Popper (sarà da lì che ho preso il pregiudizio che per te l'oscuro fosse "irritante" ? Popper lo descrive in termini irritanti al massimo!).
Il secondo però è un riferimento ben diverso. Molti libri di Coelho, Iching, le mitiche Rune di Doc, Feyerabend sulla "Percezione soggettiva del grigioo" e valanghe di altri riferimenti indicano nell'"oscurità" di espressione una miniera di risorse preziose per l'uomo.

Quale oscurità è quella di Dick ? Non la conosco. E' parente di quella di Lovecraft ? Vari sono appassionati di queste cose, qui, e prudo dalla curiosità di sentire spiattellare (esibire) qui le loro percezioni, per completare le nostre...

Abbiate pazienza, sento che ricomincio a scambiare fiducia col mondo (diciamo col forum), prestissimo smetterò di postare tanto... Qualche mano si è già protesa nel fiume, e non è detto che l'acqua sia così alta... :D

Love per Az, Yubi, Sap, beauty, ll, Ves. La mia "luce" di oggi. :whistle:
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Yubi40
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Messaggio da Yubi40 »

Penso che e' doveroso che io chiarisca, che si tratta di solo 3 estratti da un lungo articolo (1 pagina intera di quotidiano!), e la domanda e' tratta da questo paragrafo (l'autore si rifa' alle Ceneri di Gramsci di Pasolini:

"Di fronte alla coscienza del diseredato, che possiede soltanto la storia (la conscenza dei fatti, nel senso anche sofocleo del termine) dalla quale è illuminato, il poeta prende atto del fallimento a cui lo ha condotto il voler vedere chiaro, trovandosi nel pieno della notte: 'Ma nella desolante/mia condizione di diseredato,/ io possiedo: ed è il più esaltante/ dei possessi borghesi, lo stato/ più assoluto. Ma come io possiedo la storia,/ essa mi possiede; ne sono illuminato: ma a che serve la luce?'"

"La luce come veicolo di dannazione" ...
certo: alcuni autori ci schiariscono la vista ... ma:
"La scrittura è l'ultimo segno ("un frutto pieno di cenere amara", ha scritto André Gide) di una separazione dal mondo, l'ultima e la più evidente tra le stimmate di un esilio consumato su questa terra nella nostalgia di un paradiso (intellettuale, sentimentale) perduto."

Non conosco tutti gli autori che citate: mi informerò. Più prosaicamente a me viene in mente Richard Bach, che con i suoi "aerei" discorsi indica una via positiva di pensiero (ad es. nessun posto e' lontano, se e' nel nostro cuore). Ma mi piace comunque la disquisizione sul "Accecarsi per troppa luce" ... dannati per volerci salvare ... hm, ci devo pensare e vi ringrazio ragazzi se mi date una mano a "vederci chiaro" :wink:

e non sfidatevi di nuovo in "singolar tenzone"-filosofico-letteraria anche in questo thread Per favore? :evil: :lol: ;-)

Scusate gli errori di battitura: scrivo mentre leggo e penso di essermi beccata l'influenza: mi si stanno chiudendo gli occhi e la testa diventa pesante!
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Messaggio da johnnyfichte »

No. Non è una sfida. Az, le cose che hai detto mi hanno portato più vicino ad un problema che evitavo da anni. Il valore che ne ho tratto non è monetizzabile. Ho un debito con te e col forum.

A proposito di Accecarsi di luce, vorrei tanto che Az leggesse quando ha tempo "Menzogna, autoinganno, illusione". Le sue libere associazioni sono comletamente diverse dalle mie. Mi potrebbe aprire porte che non sapevo neanche esserci.

Oggi Az mi ha punto più volte ed esposto a più cose che non potevo tirare fuori in un diario personale. Alla fine ascoltando "Apro gli occhi" da Tiromancino "Illusioni parallele", è successo qualcosa. Complici Yubi, beauty. E Sap, con l'ultimo MP. Ma questo è un segreto. Oscuro.

Knadel Meed Rossetti dal mio bookshelf afferma che i discenti di successo sanno accettare l'ambiguità. Appena l'ho fatto, ho "Aperto gli occhi" con la canzone dei Tiromancino. Az, mi rassicuri che non ti ho dato l'impressione di "sfidarti" ?
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Messaggio da azimuth »

Yubi40 ha scritto:La scrittura è l'ultimo segno ("un frutto pieno di cenere amara", ha scritto André Gide) di una separazione dal mondo,
Eppure è difficile definire questa separazione. Penso, ad esempio, al potere che hanno certe parole scritte di cambiare il comportamento degli esseri umani. Tanto per fare un esempio, i resoconti storici.
Yubi40 ha scritto:Accecarsi per troppa luce
Penso che non si corra mai questo rischio. ;-) In effetti, la maggior parte di noi avanza con un piccolo lumino (della sua esperienza) su una strada scura e buia... se vi fosse una luce, anche se forte, che chiarisce il percorso della nostra vita, non credo che perderemmo tempo a fissare la luce... guarderemmo estasiati la bellezza del percorso. :-D

IN BOCCA AL LUPO!!! :-D
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Messaggio da azimuth »

jo ha scritto:Az, mi rassicuri che non ti ho dato l'impressione di "sfidarti" ?
Jo, per avere una sfida bisogna avere due contendenti. Io non li vedo.
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johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Bene. Francamente come Yubi, li vedevo anche io. Ma adesso non più.
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Messaggio da azimuth »

johnnyfichte ha scritto:Bene. Francamente come Yubi, li vedevo anche io. Ma adesso non più.
Perché vi siano due contendenti, vi deve essere un qualcosa che li mette in contrasto: tu cerchi necessariamente il contrasto per scrivere? Io no. Ecco perché, ben prima di quanto immagini, mi sono ritirato da qualsiasi tipo di competizione e di sfida. Io non sono contro di te, Jo. Credo che insieme siamo contro qualcosa. Al momento, questo qualcosa credo che ci sfugga.... anche se, personalmente, un'idea me la sono fatta. ;-)
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Messaggio da Yubi40 »

:wink: mi pare che, anche se in un altro modo, anche qui si stia arrivando ad avere un po' piu' di luce ;-)
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Messaggio da johnnyfichte »

Siamo contro la tristezza, Az.
Ma abbiamo strategie opposte per combatterla e finiamo con il rattristarci a vicenda.

Diamo significati opposti ad alcune cose, ma non sono sicuro di saperle elencare.

Stavolta mi sei piaciuto alla grande, Az. Manteniamoci in contatto. Vedo il fondo del tunnel. :think:
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Messaggio da azimuth »

Sai Jo, qualche volta penso che generalizzi un po' troppo. ;-) È vero che siamo contro la tristezza (o, almeno, io lo sono! :-D), ma qualche volta pensi che io possa esser rattristato dai tuoi comportamenti o da cosa scrivi. Niente di tutto questo! :mrgreen: Credo in realtà che tu sia semplicemente una persona che sta cercando la sua strada... ecco, mi raccomando...
johnnyfichte ha scritto:...Vedo il fondo del tunnel
... ecco, rallenta, perché subito dopo c'è lo svincolo! :P :lol: :lol: :lol:
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Messaggio da johnnyfichte »

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Messaggio da azimuth »

Crash
Eppure te l'avevo detto di stare attento! Vedi che sei troppo preso dal tuo blog? :P :lol::lol::lol:
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Messaggio da johnnyfichte »

:lol:

carogna è la seconda volta che mi fai ridere oggi, non lo sopporto NON LO SOPPORTOOO

:lol:

Yubi, a proposito della luce dei Maledetti... mi ricordo il solito Carmelo Bene che citava Baudelaire e la sua proposta che gli attori diventassero macchine grazie ad un amplificatore, per rendere più "inorganica" la loro presenza. A Baudelare in teatro piaceva soprattutto "il lampadario". Una metafora della luce di cui sopra ? Per Bene solamente un disgusto totale per le cose umane. I sospiri, i dispiaceri, i blog.

Bene chiama la capacità di dimenticare sospiri, dispiaceri, aneliti e blogs il porno, oppure il depensamento. Depensamento che lui asseriva di raggiungere quando era malato, strafatto di farmaci e fuori di se per il dolore fisico. "Quanta mente sottratta ai pensieri!"

La luce di Baudelaire, la luce Maledetta ottenuta tramite la parola non è che il porno, il depensamento. Ma è più quindi un buio, una luce spenta sui pensieri di troppo che non una luce accesa sulla realtà dei fatti. Azimuth dice giusto: la luce serve ad illuminare. Non a depensare. Occorre la fiducia di continuare a guardare, sebbene sia opportuno distrarsi dal bagliore a momenti.

Questi bagliori erano quelli che speravo di trovare nel ring "Bagliori" di silviazza, e che in piccola parte ci sono davvero.

Clap clap a orsomarso2 per questo
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