




(ho reperito solo queste date, non credo ne preveda altre)
si attendono recensioni dettagliate da parte dei corsari gitani.... non ci lasciate a bocca asciutta, capì?

Una Carmen gitana, Karmen appunto, riscritta ed elaborata dal tocco di Goran Bregovic.
Un intreccio di temi e suggestioni che da Merimée-Bizet conduce alla tradizione balcanica dei musicisti zingari. Una commistione che approda ad un imprevedibile - e annunciato - lieto fine.
Sul palco, Bregovic e i suoi musicisti suonano e cantano in serbo, mentre sottotitoli in italiano traducono per il pubblico la lingua di questa avventura poetica. Tutti gli artisti in scena fanno parte della storia, recitando e presentandosi uno per uno. "Nei Balcani - precisa Bregovic - quell'opera non si suona: ci vorrebbero cento diplomati. Ai matrimoni e ai funerali nessuno pagherebbe per quel tipo di musica. Ho scritto un'opera in cui possano suonare i musicisti zingari"
In un’ intervista Bregovic dichiara: «Come la Carmen di Bizet anche la mia potrebbe essere una storia vera. Ai tempi di Bizet gli zingari erano “Cowboys Europei”. C’erano già le automobili ma loro andavano ancora a cavallo. Romantica incapacità di adattarsi! Nel mondo di oggi gli zingari hanno un ruolo molto meno romantico. Come tutte le cose difettose che vengono buttate nel cassonetto dell’immondizia, gli zingari - umani difettosi - vivono nei cassonetti di questa civilizzazione. Nel pensare alla mia Karmen mi sono chiesto: se portassi uno dei miei musicisti zingari a vedere la Carmen, quale sarebbe la sua reazione? La mia risposta potrebbe essere: se Dio ha voluto che nella vita degli zingari la libertà fosse la sola cosa per cui vivere e morire, e se questo non è possibile nella vita reale, allora perché almeno questa opera, l’unica che parli di una zingara, non può avere un lieto fine?».
(La Stampa, intervista raccolta da Osvaldo Guerrieri)