aidan ha scritto:
E quando decidi di liberare il libro Timshel, fammelo sapere
Certamente! Il libro è un po' difficile da trovare (o almeno lo era anni fa), per cui se non ne trovo un'altra copia ti presto il mio ad uno dei prossimi meet up!
aidan ha scritto:
Vi do una delle mie (!!):
Il monolitho come Demiurgo, come potere creatore... dalla terra alla luna a Jupiter a...
...a oltre l'infinito!
aidan ha scritto:Anche Mulholland Drive di Lynch è cosi. Molto divertente sentire tutte le interpretazione date.
Mi sembra che nessun film di Lynch sia stato citato nei film preferiti.
Wild at Heart (Sailor e Lula in Italiano ?) e Mulholland Drive secondo me meritanto tanto.aidan
Non conosco questi film, né l'autore, ma mi stanno incuriosendo. Mi informerò.
akela ha scritto:Il monolito, simbolo del pessimismo di Kubrick nei confronti dell'uomo: la conoscenza porta automaticamente la violenza.
La mia idea del monolito è che esso rappresenti il progresso: dopo la sua comparsa, gli uomini-scimmia incominciano a guardarsi intorno e a smettere di essere passivi nei confronti della natura. La cosa scioccante però è che il monolito si scopre essere stato "deliberatamente sepolto" millenni prima, il che suggerisce l'idea che il progresso umano sia stato "indotto" da esseri alieni, che quindi sia in qualche modo esogeno all'umanità.
PS x Akela: anche questo è piuttosto pessimistico! L'uomo si sarebbe evoluto grazie all'aiuto di esseri extraterrestri.
Invece non avevo mai pensato alla chiave di lettura secondo cui la conoscenza porterebbe alla violenza. Ma qui devo spezzare una lancia in favore dei nostri scimmieschi antenati: la violenza era già insita nella natura (vedi il leopardo che divora gli inerti uomini-scimmia), quindi il confronto tra questa e i nostri era in qualche modo impari. Il progresso invece riequilibra le forze, dotando gli uomini di un arma di sopravvivenza laddove in precedenza essi non avevano niente. Insomma, in questo sono meno pessimista di Kubrik.
Passando ad altro, mi ha sempre affascinato la scena del bicchiere che cade di mano all'astronauta, infrangendosi a terra. Forse simbolo dell'imperfezione dell'uomo, ma anche della sua "umanità", che perdura nonostante gli innumerevoli progressi scientifici e tecnologici.
Infine, la scena in cui l'astronauta pochi attimi prima della morte e del trapasso ad una forma di vita superiore - questo lo so dal libro - osserva la propria navetta spaziale comparsa in un angolo della stanza, mi ricorda incredibilmente (forse sarà un parallelo azzardato, ma a me fa pensare a questo) il Pinocchio di Collodi che, diventato finalmente un bambino in carne ed ossa, guarda il burattino posato su una sedia in un cantuccio, dopo l'avvenuta catarsi.
Ah... ce ne sono di cose da dire su questo film!