Alessandro Gilioli per l’Espresso

I commessi di Montecitorio, che forse nella vita credevano di averle viste tutte, tra un po' di settimane dovranno aprire i portoni ottonati del palazzo a un onorevole drag queen transgender e buddhista che si è prostituito per dieci anni sulla Casilina.....
«L’ambiente in cui sono cresciuto considerava inaccettabile l’omosessualità. Così quando io ho scoperto la mia, ho cercato di reprimerla diventando prete».
Quant’è durato il tentativo?
«Qualche anno. Più che altro mi piaceva mettermi quelle vesti lunghe e nere, piene di pizzi».
E poi?
«Un giorno ero in sacrestia con un ragazzo un po’ più grande di me a sistemare i paramenti. Nell’armadietto del prete abbiamo trovato una damigiana di vino per la Comunione, ce lo siamo bevuto e ci siamo sbronzati. È arrivata così la mia iniziazione sessuale. Parrocchia di Santa Lucia, a Foggia».
Fine della sua carriera ecclesiastica.
«Sì, mi sentivo terribilmente in colpa e mi sembrava ipocrita continuare a servire messa. Ma ho tenuto il segreto a lungo. Anni dopo ho saputo che a Foggia c’era una piccola comunità omosessuale che si ritrovava vicino alla stazione e ho iniziato a frequentarla, senza dire niente a papà e mamma. La sera uscivo da casa con i trucchi e i vestiti da donna nascosti in un sacchetto di plastica. Mi chiudevo in una cabina telefonica e mi cambiavo, poi andavo dagli amici della stazione. Gente che aveva soprannomi tipo la Sfossata o la Minorenne».
Poi è andato a vivere a Roma.
«Sì, per l’università. Qui era già tutto diverso, non c’era la cultura omofobica della provincia. Mi sono avvicinato alla politica, vedevo che a sinistra c’era più tolleranza verso i gay. Ho guadagnato i primi soldi con qualche supplenza, ma volevo fare l’artista».
Com’è andata?
«All’inizio è stata molto dura, non avevo una lira. È così che ho iniziato a prostituirmi. Ma non è che lo facessi tutte le sere. Andavo sul marciapiede quando avevo bisogno di soldi, una o due volte la settimana».
Una cosa traumatica?
«No, i primi tempi mi piaceva. Non tanto l’atto in sé, quanto l’idea che ci fosse gente disposta a pagare per fare sesso con me....
Che cosa le ha lasciato l’esperienza del marciapiede?
«Una grande sensibilità verso quel mondo. In Parlamento farò una proposta di legge a favore delle prostitute e dei loro clienti, stupidamente demonizzati. Bisogna creare in ogni città un parco, un’area attrezzata e protetta, dove siano distribuiti preservativi e girino dei poliziotti a garantire la sicurezza di tutti, professioniste e clienti»...
Lei ha preso droghe?
«Sì, certo: acidi, cocaina, pasticche. Tutto tranne l’eroina..........