dialetto Viterbese (entroterra), ovvero de Vetebbe
"eremo quasi mille, ma paremo diecicento!"
"ma che diche?? eremo TRENE! che curessimo giù pe la scinta curenno e zumpanno che paremo tre palle d'astico!"
traduzione:
"eravamo quasi mille, ma sembravamo dieci cento"
"ma che dici?? eravamo TRE, che correvamo giù per la discesa correndo e saltando [talmente] che sembravamo tre palle d'elastico!"
...un'altra (sempre stesso dialetto) che mi è venuta in mente ora, la borbottava sempre la madre di un mio amico:
"morghe nun morgaremo, ma le tribbole.... le tribbole tante!"
traduzione: morire non moriremo; ma le tribolazioni... tante!
ultima: questa è VERA, un tema fatto da un alunno di mia zia, insegnante elementare a Viterbo (lo conservava nel portafoglio). Tema: racconta una marachella commessa da un animale di casa.
Il bambino racconta di cosa fece il suo gatto, Zaccaria, una volta che il bambino stava reggendo una pila di piatti:
"Zacaria fra le gambe me se schiaffette. Gnaulette, sgraffichette e io caschette. Tutto ruppette: pure li carzune sgarette! mia mamma tanto s'arrabbiette che tosse tosse. Paura, paura, madonna mia che culata!"
credo che la traduzione non serva

non aver paura di intraprendere qualcosa di nuovo: ricorda che l'Arca è stata costruita da dilettanti, e il Titanic da professionisti!