
ma in che cazzo di mondo viviamo?!
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- ilmagodilussino
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Si, cerchiamo di non abituarci mai. E di non smettere mai di pretendere che le cose cambino, di non dar mai retta a chi ci dice che tanto le cose vanno così e tu che ci vuoi fare?
Non sono credente ma mando una preghiera per questi morti.
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Reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi (Culodritto, Guccini)
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- ilmagodilussino
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AGRIGENTO - 'Quando ci siamo avvicinati al barcone alla deriva, che sembrava vuoto, ai nostri occhi si e' presentata una scena da inferno dantesco. I corpi degli immigrati erano accatastati uno sull' altro. Le braccia di alcuni di loro si protendevano verso di noi per chiedere aiuto''. E' il racconto terribile di Stefano Valfre', 34 anni, comandante del peschereccio ''Sant' Anna'', raggiunto via radio mentre e' ancora impegnato in una battuta nel Canale di Sicilia. E' stato l' equipaggio del motopesca, iscritto al compartimento marittimo di Mazara del Vallo, a prestare ieri sera i primi soccorsi ai naufraghi.
''Ci siamo accostati al barcone, ma senza avvicinarci troppo - spiega il capitano - perche' rischiavamo di speronarlo e di farlo colare a picco. Abbiamo lanciato pane e bottiglie di acqua a quei poveretti, in attesa dell' arrivo della motovedetta''. Stefano Valfre' ricostruisce con la voce rotta dall' emozione le sequenze di questo film dell' orrore, il cui copione ricalca quello di altre tragedie del mare sullo sfondo del Canale di Sicilia: ''Non riuscivamo a sentire le loro voci, a causa del rumore dei motori, ma vedevamo i loro corpi ridotti a scheletri, i loro sguardi impauriti, le loro braccia alzate. Quelle immagini, sotto i riflettori dei nostri fari che illuminavano la coperta, non potro' mai dimenticarle''. Il ''Sant' Anna'', che e' lungo 32 metri e stazza 200 tonnellate, ha dieci uomini di equipaggio, tre dei quali sono tunisini. ''Hanno tentato di aiutare questi loro 'fratelli' piu' sfortunati - spiega il comandante - li hanno incitati a resistere, ma dal barcone arrivavano solo flebili lamenti, coperti dal frastuono dei motori''. Il barcone era stato avvistato dal motopesca intorno alle 7 di sera, a 53 miglia a Sud Est di Lampedusa: ''Abbiamo avvisato via radio la Guardia Costiera - ricorda il capitano - che c' era un barcone vuoto alla deriva. Ci hanno chiesto di avvicinarci per controllare e quando abbiamo visto tutti quei corpi siamo rimasti senza fiato. Dalla Capitaneria ci hanno detto di attendere l' arrivo della motovedetta, che e' giunta due ore dopo. Solo quando hanno fatto salire gli immigrati a bordo e hanno preso a rimorchio la carretta ci siamo allontanati''. Il ''Sant' Anna'', di proprieta' dell' armatore mazarese Roberto Ingargiola, da undici giorni e' in battuta di pesca nel Canale di Sicilia: ''Speriamo di tornare a casa fra quattro o cinque giorni - dice il comandante Valfre' - anche se questa volta il ritorno sara' meno gioioso del solito''.
20/10/2003 13:52
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''Ci siamo accostati al barcone, ma senza avvicinarci troppo - spiega il capitano - perche' rischiavamo di speronarlo e di farlo colare a picco. Abbiamo lanciato pane e bottiglie di acqua a quei poveretti, in attesa dell' arrivo della motovedetta''. Stefano Valfre' ricostruisce con la voce rotta dall' emozione le sequenze di questo film dell' orrore, il cui copione ricalca quello di altre tragedie del mare sullo sfondo del Canale di Sicilia: ''Non riuscivamo a sentire le loro voci, a causa del rumore dei motori, ma vedevamo i loro corpi ridotti a scheletri, i loro sguardi impauriti, le loro braccia alzate. Quelle immagini, sotto i riflettori dei nostri fari che illuminavano la coperta, non potro' mai dimenticarle''. Il ''Sant' Anna'', che e' lungo 32 metri e stazza 200 tonnellate, ha dieci uomini di equipaggio, tre dei quali sono tunisini. ''Hanno tentato di aiutare questi loro 'fratelli' piu' sfortunati - spiega il comandante - li hanno incitati a resistere, ma dal barcone arrivavano solo flebili lamenti, coperti dal frastuono dei motori''. Il barcone era stato avvistato dal motopesca intorno alle 7 di sera, a 53 miglia a Sud Est di Lampedusa: ''Abbiamo avvisato via radio la Guardia Costiera - ricorda il capitano - che c' era un barcone vuoto alla deriva. Ci hanno chiesto di avvicinarci per controllare e quando abbiamo visto tutti quei corpi siamo rimasti senza fiato. Dalla Capitaneria ci hanno detto di attendere l' arrivo della motovedetta, che e' giunta due ore dopo. Solo quando hanno fatto salire gli immigrati a bordo e hanno preso a rimorchio la carretta ci siamo allontanati''. Il ''Sant' Anna'', di proprieta' dell' armatore mazarese Roberto Ingargiola, da undici giorni e' in battuta di pesca nel Canale di Sicilia: ''Speriamo di tornare a casa fra quattro o cinque giorni - dice il comandante Valfre' - anche se questa volta il ritorno sara' meno gioioso del solito''.
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Un mondo assai brutto e ingiusto... e sicuramente non per colpa della sfortuna o della provvidenza o del caso, o tutte queste cose indipendenti dalla volontà umana...
C'è una precisa volontà nel far sì che i disperati restino tali, anzi lo diventino sempre di più...
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"La mia fede è qualsiasi cosa mi faccia sentire bene riguardo all'essere vivo" (Tom Robbins, Feroci invalidi di ritorno dai paesi caldi)
"Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà"
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- matteo-anceschi
- Corsaro Nero
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Non credo sia giusto scandalizzarsi ora.l'ANSA ha scritto:Stefano Valfre' ricostruisce con la voce rotta dall' emozione le sequenze di questo film dell' orrore, il cui copione ricalca quello di altre tragedie del mare sullo sfondo del Canale di Sicilia
Perchè sono molti anni che la gente muore così.
Mi dispiace, ma stavolta sono io che sono polemico: non mi va che ci si accorga di naufraghi morti e ci si indigni solo perchè stavolta il capitano è stato intervistato dall'ANSA o da Repubblica o da altri e perchè hanno deciso di farcela conoscere in prima pagina, questa storia.
Invece di fare come al solito, darci un trafiletto dicendo "stanotte è affondata una barca e sono morti in quaranta".
Storie della stessa durezza è già molto tempo che vanno avanti.
Per cui non ce ne scordiamo, riflettiamo e cerchiamo di aiutare in qualche modo (ognuno se vorrà proporrà e troverà come).
Io, personalmente, non mi fido mai quando li sbattono in prima pagina: i poveri quando puzzano e sono scomodi, non li trovate lì.
Solo un parere personale, ovviamente.
Ciao,
Matteo
"Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna" (A. Einstein)
"Di tutto ciò di cui non si può parlare, si deve tacere" (L. Wittgenstein)
"Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto, io sono orgoglioso di quelle che ho letto" (J.L.Borges)
La mia pagina utente su Wikipedia
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- Bilbo
- Olandese Volante
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Ok! Ma se quelle dichiarazioni e quel racconto possono servire a svegliare tutta quella gente che, alla vista del solito trafiletto, passa oltre e non se ne cura, ben vengano gli articoli drammatici in prima pagina.Matteo ha scritto:non mi va che ci si accorga di naufraghi morti e ci si indigni solo perchè stavolta il capitano è stato intervistato dall'ANSA o da Repubblica o da altri e perchè hanno deciso di farcela conoscere in prima pagina, questa storia.
Per quanto mi riguarda come ho detto nell'altro thread, proviamo a fare qualcosa.
- Amaryllis
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...sto leggendo (molto a rilento, ho poco tempo in questo periodo) Stella del Mare, di Joseph O' Connor... un viaggio, tra speranze e tragedie, durato 26 giorni e cominciato l'8 Novembre 1847... stamattina, leggendo di corsa la notizia, mi è venuto istintivamente da pensarci... dopo più di 150 anni è inammissibile che ci siano ancora storie così...
“Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perchè raccontano che i draghi esistono, ma anche perchè affermano che si possono sconfiggere.”
G. K. Chesterton
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- Herbert West
- Corsaro
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- Iscritto il: mar giu 03, 2003 1:05 pm
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Vabbè ma allora facciamo passare tutto sotto voce?
Avranno avuto anche il loro sporco tornaconto a strombazzare 'sta notizia invece di un'altra, ma x me è meglio di niente...
Avranno avuto anche il loro sporco tornaconto a strombazzare 'sta notizia invece di un'altra, ma x me è meglio di niente...
http://www.myspace.com/stridermetal
http://www.myspace.com/deatharmyband
"tutto ciò che sarai era già stato scritto
se davvero esiste questo Dio ha fallito.
Ogni parola pronunciata sarà lo specchio del tuo dolore
riflette la colpa
alimenta l'odio"
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"tutto ciò che sarai era già stato scritto
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- ilmagodilussino
- Olandese Volante
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- Iscritto il: dom nov 10, 2002 10:41 am
- Località: 44°40'07.53" N 14°34'41.41" E
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il mio è stato un intervento a doppio taglio, premeditato....
e matteo-anceschi (solito plauso e ringraziamento al cerbero che è in lui
) ha colto proprio quello che volevo far notare in filigrana: il "bel pezzo" giornalistico spesso offusca il contenuto e relativizza temporalmente una situazione, soprattutto per la maggioranza meno smaliziata dell'opinione pubblica...sono considerazioni "tecniche", che nulla però tolgono alla realtà...spaventosa.
p.s. a pagina 2 e 3 del corriere della sera di ieri (20/10/2003) servizi, commenti e foto del naufragio dei disperati; in pagina 2 bassa la pubblicità di una crocera "...attraverso il mediterraneo verso casablanca in compagnia di luco dalla...": a volte i meccanismi dell' informazione sono imperscrutabili
e matteo-anceschi (solito plauso e ringraziamento al cerbero che è in lui

p.s. a pagina 2 e 3 del corriere della sera di ieri (20/10/2003) servizi, commenti e foto del naufragio dei disperati; in pagina 2 bassa la pubblicità di una crocera "...attraverso il mediterraneo verso casablanca in compagnia di luco dalla...": a volte i meccanismi dell' informazione sono imperscrutabili

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Beppe Viola
sono squassato dalle prime righe del pezzo....si parla di morti somali....ma si puo scrrivere "venerdi nero" è messo li per farmi eridere o cosa?
Giorbalista dell'ansa, li trova la vanga ...si accomodi pure in prossimita di campi da arare.....
Giorbalista dell'ansa, li trova la vanga ...si accomodi pure in prossimita di campi da arare.....
Il nostro compito e' guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere piu' semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.
- Bilbo
- Olandese Volante
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Tunisia: un'altra «carretta del mare» affonda. Sei morti e sette dispersi
Mentre ancora la società civile e il mondo politico si interrogano sulle cause e sui mezzi per evitare una tragedia come quella consumatasi domenica a Lampedusa, continuano i viaggi della speranza verso l’Italia, continuano i naufragi, continuano i morti.
- segue -
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- segue -
- zazie
- Olandese Volante
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- Iscritto il: mer nov 06, 2002 10:06 pm
- Località: Milano (oramai)
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Rispondo con un po' di ritardo, sollecitata dal Mago che ne ha parlato l'altra sera in enoteca.
Ho riletto gli articoli e ho pensato che sono uno la fotocopia dell'altro e dei mille altri che si scrivono in queste occasioni: la "carretta del mare", i naufraghi disperati ma dignitosi, il "viaggio della speranza", la "tragica conclusione" del viaggio. E poi le nostre rive inaccoglienti sì, ma sensibili al dramma umanitario, le autorità locali pietose ma preoccupate.
In tutto questo non resta traccia dei protagonisti, che sono persone prima di essere naufraghi disperati. E questi articoli non lasciano nessuna traccia in noi, è solo una nuova declinazione della stessa storia.
Tempo fa ho visto un bel film di cui putroppo non ricordo il titolo (ma ne feci una recensione in "cinema" per cui lo ritroverò) che raccontava nello stile del docu-drama l'avventura di un ragazzino che parte con lo zio dal Pakistan dei campi profughi per arrivare a Londra.
Ho trovato più verità in quel film che in questi articoli, e non solo perché la vicenda, coinvolgendo un individuo, aveva un maggiore impatto emotivo.
C'era la strada, c'erano i mille passi per arrivare al container in cui lo zio muore, c'era il momento in cui un essere umano comprende che la sua vita, nella sua patria, non è vita e inizia non a sognare ma a progettare un altrove.
C'era tutto ciò che manca nel modo in cui giornalisti pigri racconotano queste vicende per lettori altrettanto pigri
Ho riletto gli articoli e ho pensato che sono uno la fotocopia dell'altro e dei mille altri che si scrivono in queste occasioni: la "carretta del mare", i naufraghi disperati ma dignitosi, il "viaggio della speranza", la "tragica conclusione" del viaggio. E poi le nostre rive inaccoglienti sì, ma sensibili al dramma umanitario, le autorità locali pietose ma preoccupate.
In tutto questo non resta traccia dei protagonisti, che sono persone prima di essere naufraghi disperati. E questi articoli non lasciano nessuna traccia in noi, è solo una nuova declinazione della stessa storia.
Tempo fa ho visto un bel film di cui putroppo non ricordo il titolo (ma ne feci una recensione in "cinema" per cui lo ritroverò) che raccontava nello stile del docu-drama l'avventura di un ragazzino che parte con lo zio dal Pakistan dei campi profughi per arrivare a Londra.
Ho trovato più verità in quel film che in questi articoli, e non solo perché la vicenda, coinvolgendo un individuo, aveva un maggiore impatto emotivo.
C'era la strada, c'erano i mille passi per arrivare al container in cui lo zio muore, c'era il momento in cui un essere umano comprende che la sua vita, nella sua patria, non è vita e inizia non a sognare ma a progettare un altrove.
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