ETICA ed Economia

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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giovannino stoppani
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ETICA ed Economia

Messaggio da giovannino stoppani »

:D Ciao fanciulli, visto che ieri sera si e' parlato un po' di etica ed economia, mi permetto di segnalare a voi, piu' avvezzi a riflettere che a discutere di Talpe e Isole dei vip, un mio piccolo contributo al campo dell'etica-sociologia-economia. :shock:

http://www.impresaprogetto.it/portal/pa ... ntId=51599 :arrow: (articolo in PDF infondo alla pagina)

in pratica penso che, a prescindere dall'orientamento politico o credo religioso, si possano e si debbano conciliare etica ed economia;
i temi in gioco sono l'ambiente, la nostra felicità, i rapporti interpersonali, i rapporti di lavoro ecc..

Il commercio equo e solidale, il rispetto per l'ambiente, i container pieni di cibo per il sud del mondo sono i temi dei quali si parla piu' spesso sui giornali o TV.

Tuttavia mandare un tir pieno di cibo in africa fa solo crollare i prezzi e fallire le piccole cooperative e aziende agricole locali.

E l'ambiente non va protetto solo x i nostri figli, ma per evitare gia' a noi stessi allergie e malattie ben piu' gravi. Inoltre non credo che siamo stati creati solo per fare figli ma semplicemente per vivere felici (nel rispetto dei diritti altrui) e per cercare il paradiso gia' qui in terra.

In base a recenti studi statistici compiuti da vari sociologi e filosofi nobel x l'economia, la felicità non si raggiunge grazie ad un incremento del reddito, bensi' attraverso le relazioni umane, attraverso il ''riconoscimento'' di una persona nell'altra e viceversa; attraverso i rapporti familiari (sani).
La produzione di maggior reddito apporta UTILITA', non porta necessariamente a maggiore FELICITA'. Cosi' come un regalo alla vostra ragazza: per quanto sia bello, prezioso e utile non potra' renderla felice piu' di tanto, se non avete dedicato a lei del tempo per ascoltarla.

Infine, da dati sperimentali, incrementi di reddito che vanno oltre la soglia dei 1500 euro mensili non producono altrettanta felicità quanto incrementi inferiori a tale soglia. Cio' in quanto i soggetti tendono ad acquistare beni POSIZIONALI e non beni Relazionali (relazioni, affetto...) Lavorando troppe ore al giorno per produrre piu' reddito si sottraggono necessariamente ore ai rapporti interpersonali
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trottola78
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Messaggio da trottola78 »

l'ho cancellato per sbaglio, cercando di capire come riuscire ad usare meglio le opzioni...
ma rimango della stessa idea, non mi sono pentita di ciò che avevo scritto, almeno finchè non leggerò l'articolo... :wink:
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

volete che sposti il 3d in un'area in cui lo leggono tutti? non credo sia inerente ai soli bookcrosser liguri ;)

[edit: su autorizzazione dell'autore, sposto in area generica ;) ]
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
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Messaggio da johnnyfichte »

Interessante l'articolo.
Lo trovate anche direttamente così.

:think:

Proprio ieri mi stavo interrogando su "vabbene che le imprese generano ricchezza, ma chi misura quanta ne distruggono ? chi si accolla i costi della stessa rilevazione della ricchezza distrutta ?".

Come riflette testuggine qui anche solo informarsi è una fatica immane per il singolo consumatore. E le aziende di fatto ricavano un profitto addizionale proprio da questa difficoltà: l'equilibrio del mercato si può raggiungere solo se il consumatore è razionale, informato, indipendente. In caso contrario l'equilibrio non è ottimale ed è a favore della meglio informata delle parti.

qran parte dell'informazione [...] è contraddittoria, una parte ancora maggiore è falsa, e la massima parte in assoluto è equivoca (Von Klausewitz) :lol:
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giovannino stoppani
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Messaggio da giovannino stoppani »

In caso contrario l'equilibrio non è ottimale ed è a favore della meglio informata delle parti
proprio cosi' johnny :?

sto facendo una ricerca sul consumo critico e scrivendo l'articolo su felicità e economia in versione piu' corta e divulgativa
magari cosi' lo leggera' qualcuno in piu' oppure servira' render felice qualche buccorsaro..!

buone feste! :D
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giovannino stoppani
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Messaggio da giovannino stoppani »

Un altro aspetto interessante di questi studi puo' esser riassunto da questo esperimento:

in alcuni asili-nido si stabilì una multa per i genitori i quali, giustificandosi con validissimi motivi, venivano a prendere i figli con un forte ritardo.
Ma si ottenne come risultato di tale politica l'incremento del numero di genitori ritardatari, poiché pagare la multa veniva considerata un'accettabile «transazione economica».
:?

Frey (2003); Gneezy (2000). Bruno Frey, dell'Università di Zurigo, e l'«effetto spiazzamento», (i sentimenti morali vengono spesso accantonati e sostituiti da interessi economici, calcolati e calcolabili)

Il tutto per spiegare che prima di proporre una regolazione giuridica e sanzioni in campo di Responsabilita'Sociale delle Imprese, occorre ricordarsi dell'effetto ''spiazzamento''.
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Messaggio da johnnyfichte »

Un'altra corda che non si può spingere ma solo tirare. :lol:

Immagino che questo "effetto spiazzamento" costituisca l'altra faccia della medaglia: non solo per il consumatore è difficile informarsi sulle conseguenze del proprio consumo ma anche per l'azienda è complesso coordinarsi per raggiungere obiettivi difficili da misurare e "ramificati".

E l'azienda meglio coordinata può battere le altre sul mercato spingendole gradualmente verso i margini. :think: Si può arrivare a suggerire l'idea che l'azienda come il computer "è stupida" ed esegue ciò per cui viene "programmata" ?
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giovannino stoppani
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Messaggio da giovannino stoppani »

johnny, sono un po' lungo, sorry..... :?
in ogni caso hai ragione; bisogna considerare che durante la lunga stagione della società fordista, se noi pensiamo ai fattori della produzione (capitale + lavoro) era vero che chi deteneva l'input di capitale aveva un vantaggio incomparabile perché era più importante il capitale (cioè le macchine) e non il lavoro. Il lavoro era tutto uguale. Basti leggere quello che scriveva Ricardo: "se tu non sei disposto, ne prendo un altro".

Ma qual è la novità unica della società post-fordista o post-industriale? Che, in termini comparativi, è il lavoro, più che il capitale, il fattore fondamentale. Cioè è importante chi lavora in senso lato, non tanto le macchine.
A volte un'impresa può avere i migliori computer, quelli dell'ultima generazione, ma se al proprio interno le persone che collaborano con l'impresa non riescono a capire un determinato rapporto, ma soprattutto manca fiducia, non c'è niente da fare. Quell'impresa fallisce.
Allora se le cose stanno così, dire che i profitti devono dare reddito esclusivamente ai portatori di capitale non vuol dire fare un bel servizio all'impresa, in generale. Perché vuol dire dare un messaggio che porta l'impresa al fallimento (fallimento in senso metaforico, cioè porta l'impresa fuori mercato).

Ciò è frutto di una vecchia concezione. D'altra parte Friedman dice già queste cose nel suo famoso libro del '62 , quando ancora si stava preparando la transizione alla società post industriale.
Ma oggi, nella cosiddetta knowledge based society, cioè la società basata sulla conoscenza, lo sanno anche i sassi ormai che è la conoscenza e la capacità di innovazione che porta avanti l'impresa.

La capacità di innovazione, il ritmo di creatività, ecc.. non deriva sicuramente dalle macchine; la macchina è lo strumento, ma se non c'è la persona che da quello strumento tira fuori la nuova idea...

Si pensi all'Italia: per il fatto di avere ancora una classe imprenditoriale che è rimasta Taylorista, nonostante le dichiarazioni in senso contrario, fa perdere all'Italia posizioni: siamo al 51° posto nella graduatoria mondiale del tasso di competitività. E perché siamo al 51° posto? È chiaro, i giornalisti redigono spesso liste lunghissime piene di motivazioni..
Ma la vera ragione è questa: perché la nostra mentalità e cultura imprenditoriale è rimasta tragicamente Taylorista.
(il Taylorismo era un modo di organizzare il processo lavorativo basato sulla seguente idea: che solo i capi pensano. Gli altri devono eseguire).

Per questi motivi il tema della RSI (responsabilità sociale delle imprese, o CSR) è una delle grosse ragioni che in anni recenti ha messo in crisi l'impresa.
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Messaggio da johnnyfichte »

La fiducia! Siamo entrati in una nuova era dell'economia quando le lettere di credito hanno pavimentato il passaggio ad una circolazione più veloce ed efficiente dei capitali, giusto ?

Le bellezze del Rinascimento e le meraviglie più brillanti dell'Italia dei Comuni sono legate allo strumento potentissimo della lettera di credito nel commercio.

Abbiamo bisogno adesso di un salto simile nelle risorse umane. Una lettera di credito valida quanto oro zecchino che consenta a capitale umano e dirigenza di muoversi insieme in una danza più ricca e meno ingessata.

Immagino una coppia in cui il tanguero pensa e la dama non si fida. So per esperienza personale che la coppia inchioderà in sala ogni due minuti e improvviserà un tango penoso da guardare. :lol:

E ho visto coppie inchiodarsi e perdere fiducia reciproca ma ripartire dalle cose più minuscole, dai movimenti più semplici e tornare a ristabilire una fiducia "abilitante". :lol:

E' di questo che stiamo parlando ? La rapidità di reazione ai cambiamenti di una azienda e delle sue componenti umane dipende dalla fiducia di tutti nei confronti di tutti e questa non deriva per sua natura da un salto nel buio ma da un lungo apprendistato fatto di numerosi piccoli scambi dall'esito veramente affidabile. :D

Cosa ne pensi ? :D

Una bugia anche singola o una mancanza di trasparenza anche piccola può fare più danno di mesi di costoso apprendistato e non dà le stesse ricadute sul lungo termine. :think: Giusto ? :think:
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giovannino stoppani
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Messaggio da giovannino stoppani »

Immagino una coppia in cui il tanguero pensa e la dama non si fida. So per esperienza personale che la coppia inchioderà in sala ogni due minuti e improvviserà un tango penoso da guardare
fantastico :)
peccato che siamo solo io e te a giocare a ping-pong su questi temi
(ma in effetti capisco tutti, leggere saggi e robe del genere è un po' una mattonata sui maroni dopo esser tornati a casa dal lavoro..)
frescofresco: http://stats.oecd.org/wbos/viewhtml.asp ... ew&Lang=en
OCSE: ITALIA AL 18/0 POSTO NELL'INDICE DELLA FELICITA', MESSICO AL TOP (Ansa, 7-Feb-06)
ROMA - Il Pil di un Paese non fotografa necessariamente il sentimento di soddisfazione o di felicita' della gente. Lo fa notare l'Ocse nel Rapporto sulle riforme economiche; insomma, ricchezza non equivale necessariamente a vivere bene.
Se e' vero infatti che nella classifica sul ''sentirsi bene'' redatta dall'organizzazione ''i cinque paesi con i piu' bassi segni di benessere sono anche quelli che hanno una piu' bassa media di reddito pro capite'', c'e' anche l'eccezione, il Messico, certo tra i Paesi non piu' ricchi, che e' comunque in vetta alla classifica, solo dopo Danimarca, Irlanda e Svizzera.
L'Italia in questa particolare classifica dei Paesi Ocse si colloca solo al diciottesimo posto ma comunque prima di Spagna, Francia e Giappone.
''A parte le entrate - rileva l'Ocse - studi hanno dimostrato che i sentimenti di benessere e felicita' dipendono dal fatto di avere un lavoro o essere disoccupato, dalla forza dei legami familiari, dalla salute e l'educazione, dalla percezione della qualita' delle istituzioni''.
L'Ocse sottolinea ancora l'importanza del tempo libero per misurare il benessere di un Paese. ''E' un bene ma non e' venduto sui mercati - fa notare l'organizzazione - e dunque non entra nella contabilita' nazionale''. Se si desse un valore al tempo libero, aggiustando dunque la consistenza del Pil, avremmo primi in classifica i lussemburghesi e i norvegesi. L'Italia si collocherebbe invece al 16/o posto.
buona giornata!
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Messaggio da zazie »

Io seguo il ping pong :) Vorrei dare un contributo rilvante ma:
a) devo riuscire a leggere l'articolo
b) non credo di avere considerazioni illuminanti
c) qualche domanda che mi frulla in testa aspetta di prendere ancora corpo
Però voi andate avanti!
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giovannino stoppani
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Messaggio da giovannino stoppani »

...sarebbe meglio riuscir ad andare al mare... in ogni caso, se a qualcuno interessa:
http://www.festivaleconomia.it/
http://www.mclink.it/com/inform/art/06n10416.htm
http://www.socialcapitalgateway.org/NV- ... piness.htm
http://www.campus.it/index2.php?option= ... 1605247854

E' il festival dell'economia, a Trento, da giovedi' 1 giugno a domenica 4 giugno. Si parlerà di etica, felicità (con LAYARD) e commercio equo e solidale ecc ecc ecc....
magari riesco ad andarci, 1 solo giorno..
ciao!
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Messaggio da alexyr »

giovannino scrive:
"Infine, da dati sperimentali, incrementi di reddito che vanno oltre la soglia dei 1500 euro mensili non producono altrettanta felicità quanto incrementi inferiori a tale soglia. Cio' in quanto i soggetti tendono ad acquistare beni POSIZIONALI e non beni Relazionali (relazioni, affetto...) Lavorando troppe ore al giorno per produrre piu' reddito si sottraggono necessariamente ore ai rapporti interpersonali" (mai saputo fare le citazioni)


ciò presume che per un incremento del reddito sia necessario anche un incremento delle ore lavorate. ciò non è ovvio e lineare come pare trasparire dal tuo testo.

Inoltre va detto che alcuni beni posizionali in realtà sono relazionali : cene, concerti, teatri, sono e posizionali- definiscono un determinato stile di vita,sia,per loro natura, relazionali. E inoltre sono anche tra i più elastici, ovvero i primi a crescere-diminuire al variare del reddito...
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giovannino stoppani
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Messaggio da giovannino stoppani »

azz!! sapevo che saresti venuta a pizzicarmi prima o poi!! :lol:
beh, per le citazioni devi usare il tasto 'QUOTE' (nel form del messaggio che scrivi), o quello 'Riporta' (nel messaggio della persona che vuoi citare).

non so se c'entra, però quanto all'economia, il lavoro, l'etica e la felicità, per esempio, proprio ieri (oltre che qui) scrivevi sul tuo blog:
Ok, lo stress ha vinto. MI ARRENDO. 30/05/2006 12:24
da alexyr toh,un coraggioso voto: 0 ( + / - )
circa l'incremento di reddito e ore lavorate si può precisare molto meglio,è vero, in ogni caso non sono un guru ma un povero studente, sto imparando, quindi mi fa piacere discutere. Ogni mese e giorno siamo diversi (in meglio si spera) e magari i post che ho scritto alcuni mesi fa li riscriverei ora in maniera diversa :)
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Messaggio da alexyr »

otto ore possono essere devastanti, non servono gli straordinari per ridurmi così :)

quantomeno le mie otto ore sono GRATIFICANTI. Anche lavorando un po' di più, quanto meno ci sono lavori che ti soddisfano (come risultati e,perchè no,come introiti).

Otto ore a una catena di montaggio probabilmente lo sarebbero meno,anche se li non segni neppure due secondi di straordinario..
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Messaggio da Babette »

Premesso che non ho ancora letto l'articolo (si cercando di decidee se leggerne 2 pagine al giorno dall'internet point o tagliare la testa al toro e investire 3 sterline per la stampa :roll: )... l'esempio dei genitori multati e quindi con la coscienza a posto e' bellissimo. Perche alla fine uno dei libri che mi ha intrigato di piu sull'argomento e' stato "La sobrieta felicita"...tanto per dire che anche se si consuma biologico,etico responsabile se si consuma senza un effettivo bisogno ...di etico c'e poco.
E questo per le imprese credo sia duro da mandare giu :mrgreen:
Vado a leggere
Un libro dovrebbe essere una sfera di luce nelle mani di chiunque (Ezra Pound)
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